Giornata della Terra: la lotta alla plastica per salvaguardare la salute di tutti

Oggi, 22 aprile, si celebra l'Earth Day, la più grande manifestazione internazionale dedicata al tema ambientale. Il tema dell'evento di quest'anno è "Pianeta contro Plastica" con l'obiettivo di ridurre del 60% la sua produzione. La storia e il significato della ricorrenza

di EDOARDO MARTINI
22 aprile 2024
Giornata della Terra 2024

Giornata della Terra 2024

Isabel Allende diceva "non bisogna mai vendere la terra. E' l'unica cosa che rimane quando il resto si esaurisce". Oggi, lunedì 22 aprile, si celebra in tutto il mondo l'Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra. Si tratta della più grande manifestazione internazionale dedicata al tema ambientale e una ricorrenza che, oltre a celebrare il nostro Pianeta, ne promuove anche le risorse naturali e la salvaguardia. Il tema di quest'anno è Planet vs. Plastics, cioè Pianeta contro Plastica, e sottolinea la richiesta di oltre un miliardo di persone in più di 193 Paesi di "ridurre del 60% la produzione globale della plastica entro il 2040", come sottolineato da Earthday.org, l'organizzazione ambientalista che coordina l'evento a livello mondiale.

La storia della Giornata Mondiale della Terra

Ma quando è nata la giornata così importante per tutti noi? L'Earth Day è stata istituito il 22 aprile 1970 dall'iniziativa del senatore statunitense Gaylord Nelson con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi dell'ecosostenibilità e della protezione ambientale. La prima proposta di istituire una giornata dedicata al pianeta fu formulata nel 1969 da un attivista durante una conferenza dell'UNESCO in California. Nel 1970, invece, oltre 20 milioni di americani manifestarono in difesa dell'ecologia, compattando il fronte di tutti coloro che lottavano contro l'inquinamento. Dall'ambito universitario, quindi, il tema ecologico si espanse anche a livello dell'opinione pubblica, fino a venir riconosciuta come ricorrenza mondiale che – ogni anno – coinvolge ben 193 paesi. 

Cosa è e come si misura l'impronta ecologica

Insomma, di tempo da quel giorno ne è passato, ma forse ancora tutti noi non abbiamo imparato ad agire responsabilmente. E per capire se i nostri comportamenti verso l'ecosistema sono corretti ci rifacciamo ad una delle modalità più utilizzate per calcolare questo tipo di attività che è l'impronta ecologica.

Sviluppata a metà degli anni Novanta da Mathis Wackernagel e William Rees all'Università della British Columbia, l'impronta ecologica – o Ecological footprint - è un indicatore di sostenibilità che permette di misurare l'impatto sull'ambiente di prodotti, servizi, aziende e Paesi. Si tratta quindi di una metrica internazionale che consente di valutare il consumo delle risorse ecologiche da parte dell'uomo in relazione alla capacità della Terra di rigenerarle. Se il primo elemento supera il secondo, assistiamo a un deficit ecologico. Nel 2023, come stimato dal Global footprint network, l'Italia ha terminato il 15 maggio – in poco più di quattro mesi - le risorse a disposizione in un anno intero: il giorno in cui si registra questo dato è chiamato Earth Overshoot Day e, negli ultimi anni, cade sempre prima. Secondo i dati del Gfn, lo scorso anno il nostro Paese ha superato la biocapacità del 425%. Un dato che sicuramente fa riflettere. 

Ma come si calcola l'impronta ecologica? Esistono numerosi parametri da valutare per misurarla. I principali elementi da considerare per calcolare il proprio ecological footprint riguardano, prima di tutto, le abitudini alimentari: la frequenza nel consumo di prodotti alimentari di origine animale e la percentuale del cibo consumato che non è processato, prodotto localmente o privo di imballaggi. Poi ci sono gli indicatori relativi alla propria abitazione: quindi, la tipologia di immobile in cui viviamo (dal materiale di costruzione, alle dimensioni e all'efficienza energetica), il numero di persone che vi abitano e la percentuale di energia elettrica consumata proveniente da fonti rinnovabili. E ancora: quanti rifiuti produciamo in media, quanti chilometri percorriamo ogni settimana e come ci spostiamo (a piedi, in bicicletta, in auto, in autobus) e il numero di spostamenti in aereo ogni anno. Valutando tutti questi elementi con il Footprint Calculator online è possibile conoscere l'impatto delle proprie abitudini sull'ambiente.

Plastica
Plastica

"Bisogna porre fine alla piaga della plastica"

Torniamo ora agli obiettivi accennati in precedenza. Quest'anno il focus sarà quello di costruire un futuro senza plastica per le generazioni a venire. Obiettivo messo in evidenza anche da Kathleen Rogers, presidente di Earthday.org: "La campagna Planet vs. Plastics è una chiamata alle armi, una richiesta di agire ora per porre fine alla piaga della plastica e salvaguardare la salute di ogni essere vivente sul nostro pianeta. La parola ambiente significa ciò che ci circonda. Nel caso della plastica, siamo diventati il prodotto stesso: scorre attraverso il nostro flusso sanguigno, aderisce ai nostri organi interni e trasporta con sé metalli pesanti noti per causare cancro e malattie".

Come sappiamo il problema della plastica è un problema che si sta espandendo sempre di più, non a caso la sua produzione è cresciuta fino a superare i 380 milioni di tonnellate all’anno, come evidenzia Earthday.org.: "Negli ultimi dieci anni è stata prodotta più plastica che nell’intero XX secolo e l'industria prevede di crescere in modo esplosivo per un futuro indefinito". 

Obiettivo: ridurre la produzione del 60%

L'obiettivo quindi è quello di porre fine alla produzione della plastica per il bene della salute umana e del pianeta attraverso la riduzione del 60% della sua produzione globale entro il 2024. La stessa organizzazione infatti ha lanciato un appello: "Il nostro tema, Planet v. Plastic invita a sostenere una consapevolezza diffusa sui rischi per la salute derivanti dalla plastica e sul tema dell'eliminazione graduale di tutta la plastica monouso entro il 2030, chiedendo urgentemente alle Nazioni Unite e alle organizzazioni governative di impegnarsi a sostenere un trattato globale sulla plastica. Un trattato globale è un'opportunità per le Nazioni Unite e le organizzazioni governative per dimostrare che la salute del pianeta e dei suoi cittadini ha la priorità rispetto a un'industria che minaccia la salute di ogni essere umano sulla Terra. Ma soprattutto è un'opportunità per il nostro modo di fare squadra e impegnarsi veramente nel ripristinare il pianeta".