Gli adolescenti con autismo e il diritto di essere se stessi oltre la diagnosi

Autismo e neurodivergenze: il futuro dell’inclusione passa da ricerca e intelligenza artificiali. Esperti a confronto su identità, bisogni e innovazioni nel supporto alle persone autistiche

di CATERINA CECCUTI
14 marzo 2025
Uno dei temi più delicati affrontati durante il convegno di Rimini è quello dell’identità personale e di genere nelle persone autistiche

Uno dei temi più delicati affrontati durante il convegno di Rimini è quello dell’identità personale e di genere nelle persone autistiche

Il disturbo dello spettro autistico rappresenta una delle sfide più complesse nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo. Con un’incidenza in costante aumento le necessità di chi ne è coinvolto – famiglie, educatori, operatori sanitari – richiedono risposte sempre più strutturate e interdisciplinari. È in questo contesto che si inserisce il 9° Convegno Internazionale Erickson – Autismi: Vite ad ampio spettro, che si tiene a Rimini il 14 e 15 marzo. Un evento che non si limita a fare il punto sulla ricerca, ma mette al centro i bisogni reali delle persone autistiche e di chi lavora al loro fianco.

Uno dei temi più delicati affrontati durante il convegno sarà quello dell’identità personale e di genere nelle persone autistiche, con un focus particolare sull’adolescenza, vale a dire la fase di trasformazione e crescita che, nel caso della neurodivergenza, può essere ancora più complessa. David Vagni, ricercatore e vicepresidente dell’Associazione Spazio Asperger, evidenzia per esempio come alcuni tratti neurocognitivi possano rappresentare sia un ostacolo sia una risorsa. “L’ossessività e la rigidità cognitiva possono rendere più difficile l’esplorazione di sé e l’affermazione della propria identità”. Ma è anche vero che “molte persone autistiche sviluppano un’identità personale svincolata dalle pressioni sociali, grazie a una spiccata tendenza all’autenticità”.

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Anche Claudio Paloscia, neuropsichiatra infantile, spiega invece come l’identità personale si sviluppi nelle persone autistiche, esplorando sei fasi fondamentali: differenziazione, identificazione, attribuzione, valutazione, conservazione e realizzazione. “Per un adolescente nello spettro, il bisogno di affiliazione può scontrarsi con le difficoltà di interazione sociale, portando a un senso di isolamento. Il nostro obiettivo deve essere quello di aiutarli a costruire un'identità fondata sull'orgoglio di sé, senza forzature esterne”.

In questo percorso genitori e scuola giocano un ruolo chiave, sia nel fornire modelli positivi che nel riconoscere e validare l’identità dell’adolescente senza imporre aspettative rigide. Inoltre, il processo di diagnosi e supporto non dovrebbe fermarsi alla prima infanzia, ma accompagnare la crescita della persona, adattandosi alle sfide che emergono nelle diverse fasi della vita.

Professionisti in difficoltà: formazione e risorse insufficienti

Per garantire un’efficace presa in carico delle persone nello spettro autistico, servono strumenti adeguati e una formazione continua dei professionisti coinvolti. Purtroppo però, da un’indagine condotta dal gruppo Ricerca&Sviluppo Erickson su oltre 330 professionisti, sono emerse diverse criticità. Nel settore della formazione, per esempio, il 52% degli intervistati ritiene che educatori e insegnanti di sostegno necessitino di maggiore preparazione.

Altro punto dolente sono le difficoltà nelle relazioni con le famiglie: il 51% ha segnalato problemi nella comunicazione con genitori e caregiver, mentre il 48,5% considera prioritario il supporto alle famiglie per il "durante" e il "dopo di noi". Anche l’inclusione sociale è percepita come insufficiente da parte degli intervistati. Il 42% dei professionisti sottolinea la necessità di attività che favoriscano la partecipazione delle persone autistiche alla vita sociale. Per non parlare dell’accesso limitato ai servizi sanitari, segnalato dal 39% degli intervistati che evidenzia anche la scarsa disponibilità di strutture specializzate, in particolare per gli adulti autistici.

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Intelligenza artificiale: un’alleata del supporto all’autismo

Una delle novità più interessanti emerse dall’indagine è il possibile ruolo dell’intelligenza artificiale nel migliorare il lavoro dei professionisti. Il 90% degli intervistati ritiene che l’AI possa essere un valido supporto, in particolare per la progettazione di attività personalizzate (46%), la gestione delle situazioni quotidiane (32%) e la comunicazione con le persone autistiche (31%).

Dati questi che aprono scenari interessanti su come le nuove tecnologie possano essere integrate nei percorsi educativi e terapeutici, offrendo strumenti innovativi per migliorare la qualità della vita delle persone nello spettro autistico.

Un programma ricco di spunti, tra ricerca e testimonianze

Il convegno ospiterà esperti di fama internazionale, tra cui Simon Baron-Cohen, professore all’Università di Cambridge e autore di importanti studi sul funzionamento del cervello autistico. Saranno affrontati temi cruciali come la transizione all’età adulta, il ruolo delle emozioni, la valorizzazione delle neurodivergenze e, appunto, il percorso identitario degli adolescenti autistici.

Con sessioni plenarie, workshop e tavole rotonde, l’evento rappresenterà un’occasione importante per aggiornarsi sulle più recenti ricerche e confrontarsi sulle migliori strategie di intervento. L’obiettivo? Costruire un futuro più inclusivo e consapevole sia per le persone autistiche che per quanti si impegnano ogni giorno nel supportarle.  

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