
Giulia Grasso dedica la sua tesi di laurea a chi si è tolto la vita per l'università
Una dedica speciale, in un giorno altrettanto speciale. Per ricordare tutte le vittime di un sistema che loda le eccellenze (una minoranza) a discapito di chi, invece, per un motivo o per un altro non riesce a concludere gli studi. Giulia Grasso, neolaureata dell'Università di Bari, ha deciso di dedicare la sua tesi di laurea in Lettere antiche a tutti gli studenti universitari che non sono riusciti a raggiungere questo traguardo, ma soprattutto a chi non ha retto il peso del "fallimento" e ha deciso di smettere di vivere. "A chi non ce l'ha fatta, a chi ha mollato, a chi non si è sentito all'altezza e a chi ha trovato solo porte chiuse – ha scritto Giulia nella sua dedica -. A chi non crede più in se stesso, a chi ha pianto notti intere pensando un esame e a chi si è dato la colpa di ogni fallimento".

La dedica di Giulia Grasso
"Non siete il voto assegnato da un docente"
"Perché ogni giorno sentiamo notizie riguardanti studenti che si laureano in tempo record, di ragazzi che frequentano due facoltà, e chi più ne ha più ne metta. Io invece ho voluto dedicare tutti i miei sforzi, e solo chi mi ha accompagnata in questo percorso sa quanto a volte sia stato difficile, a quelle persone che hanno preferito rinunciare, che sono state soffocate dall'ansia, che sono arrivate a preferire la morte piuttosto che a dover dire di non riuscire ad affrontare l'università italiana". Questo è un estratto del post pubblicato su Instagram dalla neolaureata Giulia Grasso. Un messaggio che in poche ore è diventato virale sulla piattaforma social. Nella sua dedica, Giulia fa un esplicito riferimento anche alle numerose morti a causa di un risultato non ottenuto. "Perché nessuno parla mai di loro. Perché nessuno pensa mai a chi non ce la fa più, a chi si porta quell'esame dietro per anni e non perché non studia, ma perché qualcuno ha deciso che quella domanda sulla nota a piè di pagina di uno dei tre libri da 500 pagine a cui non ha saputo rispondere, vale la bocciatura". Anche lei stessa, come molti colleghi, ha attraversato momenti difficili durante il suo percorso di studi: "La mia tesi, la mia laurea, tutti i miei sacrifici, li ho dedicati a chi ha passato notti intere a piangere, notti insonne a domandarsi: "ne vale davvero la pena?", giornate a studiare sui libri per poi sentirsi dire che non era abbastanza. Ma non è così. Non siete l'opinione di uno sconosciuto. Non siete il voto che vi dà un docente che arriva stanco alla fine dell'appello e vuole tornare a casa".
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