La prima Dyke March italiana a Roma: cos'è e perché è importante

Il 26 aprile 2025 la capitale ospiterà la prima marcia lesbica in Italia: una manifestazione di lotta per la propria visibilità e autodeterminazione contro patriarcato ed eteronormatività

di CLARA LATORRACA
25 marzo 2025
Le Dyke March uno spazio politico di rivendicazione e protesta per lesbiche, donne queer e persone non binarie

Le Dyke March uno spazio politico di rivendicazione e protesta per lesbiche, donne queer e persone non binarie

“Decidiamo di scendere in piazza come lesbiche, con tutte le nostre differenze, declinazioni, intersezioni”. Il 26 aprile 2025, in occasione della Giornata Internazionale della Visibilità Lesbica, Roma ospiterà la prima Dyke March italiana: un evento storico che nasce dalla necessità di creare uno spazio politico di rivendicazione per le lesbiche, le donne queer, le persone non binarie, e tutte le soggettività che si riconoscono nella lotta contro il patriarcato e l’eteronormatività. Un marcia “per riprenderci il potere dei nostri amori, delle nostre visioni, della nostra rabbia, delle nostre intelligenze, della nostra storia e delle nostre radici”, si legge nel manifesto pubblicato sul sito ufficiale dell’evento.

Cosa sono le Dyke March?

Le Dyke March sono nate oltre trent’anni fa come risposta alla marginalizzazione delle lesbiche nei movimenti LGBTQ+. Non si tratta di celebrazioni mainstream, ma di manifestazioni di resistenza e autodeterminazione, che si muovono nel solco della prima marcia di questo tipo, organizzata a Washington nel 1993 dalle Lesbian Avengers, un gruppo di azione diretta che si batteva per la sopravvivenza e la visibilità lesbica. Dopo il successo della prima marcia, l’iniziativa si è diffusa prima in tutti gli Stati Uniti e poi in altri paesi del mondo.

La Dyke March di New York del 1993
La Dyke March di New York del 1993

Queste manifestazioni si distinguono dalle tradizionali parate del Pride per il loro carattere più radicale e focalizzato sulla visibilità lesbica. Mentre i Pride sono spesso eventi autorizzati, sponsorizzati e celebrativi, le Dyke March nascono come manifestazioni di protesta non autorizzate e senza sponsor, per sottolineare l'importanza dell'attivismo lesbico e la necessità di spazi autonomi. Queste marce sono state storicamente organizzate in risposta alla percezione che i Pride fossero dominati da uomini gay bianchi, a scapito della visibilità delle lesbiche e delle donne di colore. Ad esempio, la Dyke March di New York si svolge senza permessi ufficiali dagli anni ‘90, enfatizzando il diritto alla protesta sancito dal Primo Emendamento.

Insomma, il ruolo di queste iniziative è di promuovere la visibilità lesbica, l'attivismo e la solidarietà all'interno della comunità LGBTQ+. Le partecipanti delle Dyke March sottolineano l'importanza di eventi che si focalizzano sulle esperienze delle lesbiche e incarnano lo spirito del Pride come forma di protesta. Queste manifestazioni offrono spazi inclusivi per chiunque si identifichi come "dyke", indipendentemente dall'espressione di genere, identità sessuale o background.

Cosa significa “Dyke”?

Il termine “Dyke” è un’espressione storicamente usata in modo dispregiativo per riferirsi alle lesbiche, spesso con un’accezione maschilizzante o offensiva. Tuttavia, a partire dagli anni ’70, il movimento lesbico e femminista ha riappropriato questa parola trasformandola in un simbolo di orgoglio, resistenza e identità politica. Oggi il termine viene usato in modo affermativo per indicare le lesbiche che sfidano gli stereotipi di genere e rifiutano l’eteronormatività, diventando un elemento centrale nella lotta per la visibilità lesbica.

Elvert Barnes

La prima Dyke March italiana: perché?

In Italia, la comunità LGBTQ+ ha compiuto progressi significativi negli ultimi decenni, ma le persone lesbiche continuano a confrontarsi con sfide specifiche legate alla visibilità e al riconoscimento. La Dyke March di Roma rappresenta un evento storico e significativo per la comunità LGBTQ+ italiana, che offre un'opportunità senza precedenti per le lesbiche di affermare la propria presenza e rivendicare i propri diritti in un contesto che spesso le ha marginalizzate.

Con la marcia di Roma, le lesbiche italiane vogliono prendere posizione non solo contro la cancellazione della propria identità, ma anche contro un sistema di oppressione “che colpisce le donne*, le persone LGBTQIA+, le persone razzializzate e i gruppi marginalizzati in tutto il mondo”. La Dyke March italiana “guarda a ciò che succede in Italia, in Europa e nel mondo - leggiamo nel manifesto - e rivendica che la nostra identità lesbica non può prescindere dai luoghi, dalle culture e dalle politiche in cui si sono svolte le nostre storie di lotta”.  

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