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Home » Attualità » Il principe Andrea paga Virginia Giuffre, trovato l’accordo per evitare il processo per violenza sessuale

Il principe Andrea paga Virginia Giuffre, trovato l’accordo per evitare il processo per violenza sessuale

Il duca di York farà una "sostanziale donazione" all'associazione di beneficenza della donna che lo ha accusato di molestie sessuali. Per i tabloid inglesi la somma si aggira tra i 5 e i 10 milioni di euro

Luca Marchetti
16 Febbraio 2022
Il principe Andrea duca di York

Il principe Andrea duca di York

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La famiglia reale britannica tira un sospiro di sollievo. Il principe Andrea ha raggiunto un accordo con Virginia Giuffre, la donna che lo aveva accusato di violenza sessuale. Per evitare di finire sotto processo in tribunale con l’accusa di molestie su una minorenne e per chiudere il caso che aveva creato non poco imbarazzo a Corte, il duca di York pagherà alla sua accusatrice una somma, la cui entità è rimasta confidenziale, ma che secondo alcuni tabloid inglesi dovrebbe aggirarsi intorno ai 5-10 milioni di euro.

La corte di New York ha respinto la richiesta del Principe Andrea di bloccare la causa di risarcimento avviata da Virginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente nel 2001, quando aveva 17 anni, dal Duca di York. I legali del figlio piu’ giovane della Regina d’Inghilterra sostenevano che Giuffre, che vive da anni in Australia, dove si e’ sposata e ha tre figli, non avesse piu’ i titoli per rivendicare un domicilio in Usa e dunque appellarsi a una corte americana. Il giudice Lewis Kaplan ha respinto la richiesta, togliendo un ostacolo alla causa civile da parte di Giuffre. Il 4 gennaio il giudice decidera’ se indire il processo. In quel caso il procedimento potrebbe svolgersi nella seconda meta’ dell’anno. La donna e’ una delle cosiddette “schiave del sesso” che hanno rivelato l’esistenza dell’harem di minorenni creato, una ventina di anni fa, dal milionario newyorkese Jeffrey Epstein, trovato impiccato in cella nell’estate 2019, e dalla sua ex fidanzata e complice Ghislaine Maxwell, dichiarata colpevole, tre giorni fa, per il reato di traffico sessuale di minorenni. Giuffre ha sostenuto di essere stata abusata piu’ volte da Andrea, nel corso di una serie di incontri avvenuti tra Londra, New York, la Florida e l’isola caraibica di Little St James. Virginia Giuffre, una delle vittime del defunto finanziere americano Jeffrey Epstein, sfida il principe Andrea anche sul bizzarro alibi del sudore alla vigilia dell’udienza della causa pendente a New York in cui lo accusa di averla sessualmente aggredita in tre occasioni quando era minorenne, 20 anni fa. In una intervista alla Bbc nel 2019, la donna aveva raccontato che una sera del 2001 - quando aveva 17 anni - il duca di York l’aveva portata al Tramp nightclub di Londra, dove le aveva chiesto di ballare e «sudava tutto su di me». Secondo la sua versione, era stato Epstein ad accompagnarla nella capitale britannica presentandola al principe e quella sera nel locale c’erano anche il magnate e la sua allora fidanzata Ghislaine Maxwell. Il 61/enne terzogenito della regina Elisabetta, in una controversa intervista sempre alla Bbc nello stesso anno, aveva replicato di non ricordare di aver incontrato quella ragazza. E, come prova, aveva riferito che per molti anni non era stato capace di sudare perché aveva ricevuto una «overdose di adrenalina nella guerra della Falklands, dove fui ferito». Ora, in vista dell’udienza del 4 gennaio, gli avvocati della Giuffre hanno chiesto al principe Andrea di fornire documenti medici comprovanti la sua «presunta incapacità di sudare». Si tratta di una causa civile distinta dal recente processo contro la Maxwell, ritenuta colpevole da una giuria di traffico sessuale di minori a favore di Epstein, di cui il duca di York era diventato un amico comune proprio grazie alla socialite britannica, come attestano numerose fotografie. Tra queste figura anche quella dove il duca e la sua accusatrice si stringono reciprocamente per la vita, con Ghislaine sullo sfondo sorridente e compiaciuta. Il reale, come ulteriore alibi, aveva inoltre assicurato nell’intervista che quel giorno aveva accompagnato la figlia maggiore ad un party in un locale di Pizza Express. I legali della Giuffrè hanno anche chiesto anche molti altri documenti, tra cui tutte le informazioni sui programmi e gli incontri del principe nel 2001, nonché tutti i documenti legati ai suoi viaggi o alla sua presenza negli aerei di Epstein (il ‘Lolita Express’) e nelle sue residenze a Nyc, in Florida, in New Mexico e nelle isole Vergini americane, oltre alle frequentazioni del duca del Tramp nightclub e del Pizza Express. La difesa della Giuffre ha chiesto pure i documenti di tutti i regali o delle cose di valore ricevute dal reale da parte di Epstein o Maxwell, «inclusi, ma non solo, i pupazzi». Infine, ogni documento su «accuse di abusi sessuali» o «sesso extraconiugale» fatte contro il duca. Tutte istanze che la difesa del principe ha respinto, definendole «esagerate, gravose, opprimenti», e invocando il diritto alla privacy (nel caso della incapacità di sudare). L’obiettivo è far archiviare la causa. Ma incombe l’ipotesi che la Maxwell possa tentare di ottenere una riduzione di pena (rischia oltre 60 anni) diventando una testimone del governo Usa in una più ampia inchiesta sull’elite di persone coinvolte nel traffico sessuale di minorenni che gestiva per Epstein. Tra i frequentatori del miliardario figurano Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates. E il principe Andrea, che ora suda. Ma freddo.
Il Principe Andrea e Vrginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente da lui nel 2001

I termini dell’accordo e la “sostanziale donazione” del principe Andrea

La notizia dell’accordo è una svolta a sorpresa nella vicenda del principe Andrea. Virginia Giuffre, infatti, aveva dichiarato in precedenza che non avrebbe accettato alcuna somma di denaro in cambio del ritiro dell’accusa, e invece l’accordo extra-giudiziale è stato trovato. Il documento depositato alla corte di New York, che mette nero su bianco l’intesa, si limita a parlare di una “sostanziale donazione” all’associazione di beneficenza di Giuffre a sostegno delle vittime di violenze sessuali. Con l’accordo, Andrea non ammette nessuna delle accuse mosse nei suoi confronti dalla donna che, comunque, “loda per il coraggio” di essersi fatta avanti. Ha “sofferto come vittima di abuso e anche di ingiusti attacchi pubblici. È noto che Jeffey Epstein ha portato avanti per tre anni il traffico di giovani ragazze. Il principe Andrea si rammarica delle sue relazioni con Epstein” e si impegna “a dimostrare il suo rimorso”, sostenendo la battaglia contro gli abusi e le vittime.

La regina Elisabetta, 95 anni, ha da poco celebrato i festeggiamenti del Giubileo di Platino

La mossa della Regina Elisabetta e il pressing della Famiglia Reale

Dopo l’annuncio dell’accordo, da Buckingham Palace non è arrivato alcun commento ufficiale. Anche se, secondo indiscrezioni, dietro l’accordo ci sarebbe proprio il pressing della famiglia reale intenzionata a evitare un nuovo scandalo nell’anno segnato dalle celebrazioni del Giubileo di Platino dei 70 anni sul trono di Sua Maestà, la Regina Elisabetta. Il patteggiamento scongiura un processo pubblico estremamente imbarazzante per la corte britannica e per quel figlio – da molti indicato come il prediletto – della quasi 96enne Elisabetta, già sospeso in questi mesi da ogni incarico ufficiale di rappresentanza della dinastia dei Windsor e privato di recente di titoli, patronati e onori militari. La decisione della Regina era arrivata qualche settimana fa con un secco, ma tutt’altro che inatteso comunicato del Palazzo reale. Poche righe in cui si assicurava che il duca di York, il principe Andrea, si sarebbe dovuto difendere come un qualsiasi cittadino comune nell’imbarazzante battaglia legale. Una battaglia adesso scongiurata grazie a quella “sostanziale donazione” che il principe Andrea verserà a Virginia Giuffre. Una cifra che rimane top secret ma cui probabilmente il duca di York dovrà far fronte a proprie spese.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
La famiglia reale britannica tira un sospiro di sollievo. Il principe Andrea ha raggiunto un accordo con Virginia Giuffre, la donna che lo aveva accusato di violenza sessuale. Per evitare di finire sotto processo in tribunale con l'accusa di molestie su una minorenne e per chiudere il caso che aveva creato non poco imbarazzo a Corte, il duca di York pagherà alla sua accusatrice una somma, la cui entità è rimasta confidenziale, ma che secondo alcuni tabloid inglesi dovrebbe aggirarsi intorno ai 5-10 milioni di euro.
La corte di New York ha respinto la richiesta del Principe Andrea di bloccare la causa di risarcimento avviata da Virginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente nel 2001, quando aveva 17 anni, dal Duca di York. I legali del figlio piu’ giovane della Regina d’Inghilterra sostenevano che Giuffre, che vive da anni in Australia, dove si e’ sposata e ha tre figli, non avesse piu’ i titoli per rivendicare un domicilio in Usa e dunque appellarsi a una corte americana. Il giudice Lewis Kaplan ha respinto la richiesta, togliendo un ostacolo alla causa civile da parte di Giuffre. Il 4 gennaio il giudice decidera’ se indire il processo. In quel caso il procedimento potrebbe svolgersi nella seconda meta’ dell’anno. La donna e’ una delle cosiddette “schiave del sesso” che hanno rivelato l’esistenza dell’harem di minorenni creato, una ventina di anni fa, dal milionario newyorkese Jeffrey Epstein, trovato impiccato in cella nell’estate 2019, e dalla sua ex fidanzata e complice Ghislaine Maxwell, dichiarata colpevole, tre giorni fa, per il reato di traffico sessuale di minorenni. Giuffre ha sostenuto di essere stata abusata piu’ volte da Andrea, nel corso di una serie di incontri avvenuti tra Londra, New York, la Florida e l’isola caraibica di Little St James. Virginia Giuffre, una delle vittime del defunto finanziere americano Jeffrey Epstein, sfida il principe Andrea anche sul bizzarro alibi del sudore alla vigilia dell’udienza della causa pendente a New York in cui lo accusa di averla sessualmente aggredita in tre occasioni quando era minorenne, 20 anni fa. In una intervista alla Bbc nel 2019, la donna aveva raccontato che una sera del 2001 - quando aveva 17 anni - il duca di York l’aveva portata al Tramp nightclub di Londra, dove le aveva chiesto di ballare e «sudava tutto su di me». Secondo la sua versione, era stato Epstein ad accompagnarla nella capitale britannica presentandola al principe e quella sera nel locale c’erano anche il magnate e la sua allora fidanzata Ghislaine Maxwell. Il 61/enne terzogenito della regina Elisabetta, in una controversa intervista sempre alla Bbc nello stesso anno, aveva replicato di non ricordare di aver incontrato quella ragazza. E, come prova, aveva riferito che per molti anni non era stato capace di sudare perché aveva ricevuto una «overdose di adrenalina nella guerra della Falklands, dove fui ferito». Ora, in vista dell’udienza del 4 gennaio, gli avvocati della Giuffre hanno chiesto al principe Andrea di fornire documenti medici comprovanti la sua «presunta incapacità di sudare». Si tratta di una causa civile distinta dal recente processo contro la Maxwell, ritenuta colpevole da una giuria di traffico sessuale di minori a favore di Epstein, di cui il duca di York era diventato un amico comune proprio grazie alla socialite britannica, come attestano numerose fotografie. Tra queste figura anche quella dove il duca e la sua accusatrice si stringono reciprocamente per la vita, con Ghislaine sullo sfondo sorridente e compiaciuta. Il reale, come ulteriore alibi, aveva inoltre assicurato nell’intervista che quel giorno aveva accompagnato la figlia maggiore ad un party in un locale di Pizza Express. I legali della Giuffrè hanno anche chiesto anche molti altri documenti, tra cui tutte le informazioni sui programmi e gli incontri del principe nel 2001, nonché tutti i documenti legati ai suoi viaggi o alla sua presenza negli aerei di Epstein (il ‘Lolita Express’) e nelle sue residenze a Nyc, in Florida, in New Mexico e nelle isole Vergini americane, oltre alle frequentazioni del duca del Tramp nightclub e del Pizza Express. La difesa della Giuffre ha chiesto pure i documenti di tutti i regali o delle cose di valore ricevute dal reale da parte di Epstein o Maxwell, «inclusi, ma non solo, i pupazzi». Infine, ogni documento su «accuse di abusi sessuali» o «sesso extraconiugale» fatte contro il duca. Tutte istanze che la difesa del principe ha respinto, definendole «esagerate, gravose, opprimenti», e invocando il diritto alla privacy (nel caso della incapacità di sudare). L’obiettivo è far archiviare la causa. Ma incombe l’ipotesi che la Maxwell possa tentare di ottenere una riduzione di pena (rischia oltre 60 anni) diventando una testimone del governo Usa in una più ampia inchiesta sull’elite di persone coinvolte nel traffico sessuale di minorenni che gestiva per Epstein. Tra i frequentatori del miliardario figurano Bill Clinton, Donald Trump, Bill Gates. E il principe Andrea, che ora suda. Ma freddo.
Il Principe Andrea e Vrginia Giuffre, la donna che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente da lui nel 2001

I termini dell'accordo e la "sostanziale donazione" del principe Andrea

La notizia dell'accordo è una svolta a sorpresa nella vicenda del principe Andrea. Virginia Giuffre, infatti, aveva dichiarato in precedenza che non avrebbe accettato alcuna somma di denaro in cambio del ritiro dell'accusa, e invece l'accordo extra-giudiziale è stato trovato. Il documento depositato alla corte di New York, che mette nero su bianco l'intesa, si limita a parlare di una "sostanziale donazione" all'associazione di beneficenza di Giuffre a sostegno delle vittime di violenze sessuali. Con l'accordo, Andrea non ammette nessuna delle accuse mosse nei suoi confronti dalla donna che, comunque, "loda per il coraggio" di essersi fatta avanti. Ha "sofferto come vittima di abuso e anche di ingiusti attacchi pubblici. È noto che Jeffey Epstein ha portato avanti per tre anni il traffico di giovani ragazze. Il principe Andrea si rammarica delle sue relazioni con Epstein" e si impegna "a dimostrare il suo rimorso", sostenendo la battaglia contro gli abusi e le vittime.
La regina Elisabetta, 95 anni, ha da poco celebrato i festeggiamenti del Giubileo di Platino

La mossa della Regina Elisabetta e il pressing della Famiglia Reale

Dopo l'annuncio dell'accordo, da Buckingham Palace non è arrivato alcun commento ufficiale. Anche se, secondo indiscrezioni, dietro l'accordo ci sarebbe proprio il pressing della famiglia reale intenzionata a evitare un nuovo scandalo nell'anno segnato dalle celebrazioni del Giubileo di Platino dei 70 anni sul trono di Sua Maestà, la Regina Elisabetta. Il patteggiamento scongiura un processo pubblico estremamente imbarazzante per la corte britannica e per quel figlio - da molti indicato come il prediletto - della quasi 96enne Elisabetta, già sospeso in questi mesi da ogni incarico ufficiale di rappresentanza della dinastia dei Windsor e privato di recente di titoli, patronati e onori militari. La decisione della Regina era arrivata qualche settimana fa con un secco, ma tutt'altro che inatteso comunicato del Palazzo reale. Poche righe in cui si assicurava che il duca di York, il principe Andrea, si sarebbe dovuto difendere come un qualsiasi cittadino comune nell'imbarazzante battaglia legale. Una battaglia adesso scongiurata grazie a quella "sostanziale donazione" che il principe Andrea verserà a Virginia Giuffre. Una cifra che rimane top secret ma cui probabilmente il duca di York dovrà far fronte a proprie spese.
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