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Ilaria Salis in catene, l'urlo corale: "Riportatela a casa"

Le immagini di Ilaria Salis con le catene a mani e piedi ha suscitato orrore generale. Mentre la politica chiede un intervento del governo, in migliaia firmano la petizione per il rimpatrio

di EDOARDO MARTINI -
30 gennaio 2024
L'entrata in aula di Ilaria Salis per la prima udienza del processo (Ansa)

L'entrata in aula di Ilaria Salis per la prima udienza del processo (Ansa)

Con le manette attaccate a una catena che proseguiva fino alle caviglie, chiusa con due lucchetti e con una guardia che la tratteneva con un'altra catena di ferro. E' stata questa l'entrata choc in aula di Ilaria Salis, la 39enne milanese accusata di aver aggredito due estremisti di destra e detenuta da quasi un anno nel carcere di Budapest, per la prima udienza del processo. Nelle ore in cui le immagini del processo a Ilaria Salis in Ungheria hanno raggiunto l’Italia, ha superato le 50mila firme (il contatore ne segna adesso 53.660) la petizione online lanciata su Change.org dal “Comitato Ilaria Salis libera” che chiede al Governo italiano e al Presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento Europeo di attivarsi per riportare in Italia la donna italiana di 39 anni che dallo scorso febbraio è rinchiusa in carcere a Budapest.
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"Vederla così è stato scioccante, un'immagine pazzesca", ha dichiarato l'avvocato in aula Eugenio Losco (Ansa)

La rabbia del padre Roberto

"E' stato scioccante, un'immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione", ha riferito all'ANSA Eugenio Losco, uno dei suoi avvocati presenti in aula. Poi ci ha pensato il papà Roberto a rincarare la dose: "Mia figlia viene trattata come un animale e i politici, il governo e i giornali fanno finta di non vedere". La donna, che si è dichiara innocente fin da subito, intanto dovrà rimanere ancora a lungo in cella, visto che la prima udienza è stata aggiornata al 24 maggio.

Perché Ilaria Salis è finita in carcere

Salis, docente milanese e militante antifascista, è accusata di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti, lesioni che sono guarite in 5 e 8 giorni, ma che per i magistrati ungheresi sarebbero stati "atti potenzialmente idonei a provocarne la morte". Per questo la procura della capitale, che rappresenta l'accusa, ha chiesto una condanna a 11 anni di carcere.   Il fatto che ha portato la donna in carcere è avvenuto nel "Giorno dell'onore", cioè l'11 febbraio, in cui i neonazisti di tutta Europa commemorano le truppe tedesche e ungheresi che nel febbraio del '45 affrontarono l'Armata Rossa, all'epoca impegnata a liberare la città dalla morsa del nazismo.
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La docente milanese incatenata ai piedi (Ansa)

Tajani all'Ungheria: "Rispettate i suoi diritti"

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha dichiarato: "E' una fotografia molto dura. Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, così come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta". Nel caso di Ilaria Salis "Siamo in presenza di una palese violazione del diritto europeo relativo alle persone sottoposte a processo". Lo dice in un'intervista a La Stampa Emma Bonino, ex ministra degli Esteri. "Vergogna. Non si fa. Ma non in Europa, in nessuna altra parte del mondo. Vedere qualcuno in catene è orrendo e non ha senso. Ho pensato che Orban lo abbia fatto come provocazione...La cosa è in sé è ributtante, sono stupito che sia avvenuto, la nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier con Orban". Lo ha detto l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi. Ora sembra che qualcosa si stia muovendo: il ministro degli Esteri Antonio Tajani infatti ha incontrato a Bruxelles il suo omologo ungherese Peter Szijjarto. "Questa volta mi sembra che si sia ecceduto: si tratta di violazione delle norme comunitarie e non è in sintonia con la nostra civiltà giuridica. Gli avvocati devono chiedere gli arresti domiciliari in Italia", lo ha ribadito il politico in un'intervista a Radio Anch'io. Lo stesso ministro degli Esteri aveva già commentato il caso su X: "Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio".
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Le manifestazioni per riportare la donna ai domiciliari in Italia (Ansa)

Il possibile spiraglio

"Adesso lo Stato italiano non può davvero più continuare a ignorare una situazione carceraria e processuale che vìola le nostre leggi", ha proseguito l'avvocato Losco. Poi ha aggiunto: "Anche perché Ilaria si è dichiarata non colpevole ma ha spiegato di non aver mai potuto leggere gli atti, che non le sono stati mai tradotti, e di non aver ancora visto le immagini su cui sostanzialmente si fonda l'accusa. E quindi ha riferito di non poter presentare nessuna memoria, cosa che è ammessa nel processo ungherese". Per questo, ha insistito, "Ilaria deve essere trasferita ai domiciliari in Italia e il governo deve fare subito qualcosa perché questa situazione deve finire subito". Un possibile spiraglio c'è e viene dall'Ue: il commissario alla Giustizia Didier Reynders ha fatto sapere che "la Commissione è sempre disponibile ad aiutare nel quadro di questi contatti bilaterali che sono stati presi dall'Italia con l'Ungheria".