L’Iraq sta per approvare una legge che consente il matrimonio con bambine di almeno 9 anni. Qualche mese fa, ad agosto per la precisione, era uscita la notizia che l’età consentita per le nozze in quello Stato venisse abbassata da 18 a 9 anni, che la proposta era in discussione nel parlamento iracheno.
Una possibilità scongiurata dal mondo occidentale e dalle istituzioni internazionali, che condannano senza appello il fenomeno dei matrimoni precoci e delle spose bambine, ma che oggi sembra essere vicinissima a concretizzarsi.
I numeri dei matrimoni infantili e precoci
“È un attacco all'infanzia", dichiara il vice segretario generale delle Nazioni Unite, Amina Mohammed. I legislatori iracheni che discutono il disegno di legge non tengono conto delle conseguenze sulle vittime di questa pratica, che condiziona in modo indelebile la salute e lo sviluppo psicofisico di bambine e ragazze, costrette a diventare mogli ancor prima di essere donne a tutti gli effetti, con tutto ciò che ne comporta.
Basta guardare a pochi ma fondamentali numeri (raccolti da ActionAid e diffusi a settembre 2024, il report completo qui) per farci un’idea di quale sia la gravità del problema delle spose bambine a livello mondiale: oltre 250 milioni di donne in vita nel mondo si sono sposate prima dei 15 anni, spesso contro la loro volontà; ogni anno, 15 milioni di giovani donne e ragazze (sono quindi 28 al minuto!) sono costrette al matrimonio; infine il 17% delle spose bambine vive in Africa.
Cosa cambierebbe in Iraq
In Iraq la legislazione consentirebbe ai cittadini del Paese di scegliere di seguire le regole religiose per governare questioni relative al matrimonio e alla famiglia. Così modificata garantirebbe ai fedeli musulmani il diritto di finalizzare i contratti di matrimonio al di fuori del sistema giudiziario, consentendo potenzialmente i matrimoni infantili. I sostenitori affermano che questa proposta è conforme alla legge islamica, che permetterebbe il matrimonio una volta raggiunta la pubertà.
"Le ragazze non sono mogli: sono bambine che meritano il diritto di crescere protette e in dignità" replica invece Amina Mohammed. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per l'infanzia, Unicef, il 28% delle donne irachene si è sposato per la prima volta prima dei 18 anni, senza differenze tra donne urbane e rurali, mentre il 7% di queste donne si è sposato prima dei 15 anni.