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L'autorità di regolamentazione dei media in Iraq martedì 8 agosto ha ordinato a tutte le organizzazioni della stampa e dei social network "di non usare il termine 'omosessualità'". Al suo posto dovranno invece utilizzare la "dicitura corretta", ovvero "devianza sessuale". Lo si legge in una dichiarazione, in lingua araba, riportata dalla Cnn.
A confermare la novità anche un portavoce del governo, il quale ha dichiarato che la sanzione per la violazione della norma non è ancora stata stabilita, ma potrebbe includere una multa.
In Iraq le relazioni tra persone dello stesso sesso non sono criminalizzate esplicitamente, ma fino ad oggi i membri della comunità Lgbt sono stati ugualmente perseguiti penalmente. Negli ultimi due mesi, in particolare, i principali partiti iracheni hanno intensificato le critiche nei confronti dei diritti omosessuali, con bandiere arcobaleno che sono state spesso bruciate durante le proteste delle fazioni musulmane sciite contrarie ai recenti roghi del Corano in Svezia e Danimarca.
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La nuova misura è stata annunciata dall'autorità di regolamentazione dei media in Iraq
Vietati i termini "omosessualità" e "genere"
Il relativo documento della Commissione irachena per le comunicazioni e i media afferma che anche l'uso della parola "genere" è stato vietato. Le autorità governative hanno quindi proibito a tutte le società di telefonia e internet da essa autorizzate l'utilizzo di questo termine e della parola "omosessualità" in qualsiasi loro applicazione mobile. Un funzionario del governo ha poi sottolineato che la decisione deve ancora ricevere l'approvazione finale.La persecuzione contro la comunità Lgbt
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Alcuni cittadini iracheni bruciano le bandiere arcobaleno in risposta al rogo del Corano in Svezia