Karla Sofía Gascón nella bufera per i post razzisti. La star di “Emilia Pérez” si scusa

Messaggi e opinioni accese contro musulmani, George Floyd, la Cina in epoca Covid-19 e la diversità agli Oscar: l’attrice 52enne spagnola, prima transgender nominata agli Academy, nel 2020 e 2021 ha dato sfoggio di un lato intransigente che oggi non è più tollerabile

di MARIANNA GRAZI
31 gennaio 2025
Karla Sofia Gascon, 52 anni, è un attrice transgender spagnola candidata all'Oscar con "Emilia Pèrez"

Karla Sofia Gascon, 52 anni, è un attrice transgender spagnola candidata all'Oscar con "Emilia Pèrez"

Karla Sofía Gascón nella bufera: la star candidata agli Oscar per “Emilia Perèz” (13 nomination tra cui quella a miglior protagonista femminile per la 52enne spagnola) avrebbe pubblicato sui suoi profili social una serie di post dal sapore islamofobo e razzista, che esprimevano opinioni controverse su musulmani, George Floyd e l’assenza di diversità nell'assegnazione degli Academy Awards.

Un’ombra scura che rischia di macchiare l’ascesa di questa artista incredibile, simbolica esponente della nuova era degli Oscar, votata a politiche più rappresentative di Diversity e Inclusion, essendo la prima donna transgender a conquistare la candidatura. Poi però si scopre che se da un lato la comunità Lgbtq+ trova in lei la sua paladina, dall’altra quest’ultima avrebbe esternato pubblicamente opinioni discriminatorie e offensive verso altre comunità sottorappresentate. 

Travolta dalle polemiche montate in poche ore, l’Emilia Pérez dell’omonimo film ha rilasciato delle scuse pubbliche: “Voglio dare atto della discussione intorno ai miei post passati sui social media che hanno causato dolore – ha detto l'attrice in una dichiarazione a Variety –. Come persona appartenente a una comunità emarginata, conosco fin troppo bene questa sofferenza e sono profondamente dispiaciuta per coloro a cui ho causato dolore. Per tutta la vita ho lottato per un mondo migliore. Credo che la luce trionferà sempre sulle tenebre”.

I post islamofobi e contro le religioni 

Ma vediamo nello specifico quali sono i post ‘incriminati’: i messaggi risalgono al 2020 e 2021, pubblicati allora su Twitter, e ora sono spariti, probabilmente cancellati dopo essere stati ripresi e riportati da una giornalista del sito Variety. “Scusate, è solo una mia impressione o ci sono più musulmani in Spagna? Ogni volta che vado a prendere mia figlia a scuola ci sono sempre più donne con il capo coperto e le gonne fino ai talloni. L'anno prossimo, invece di inglese, dovremo insegnare l'arabo”, recitava uno dei post datato 22 novembre 2020, mentre già due mesi prima Gascon scriveva, sopra una foto di una famiglia musulmana in cui la mamma indossa il burqa: “L’Islam è meraviglioso, senza alcun maschilismo. Le donne sono rispettate, e quando lo sono così tanto, viene lasciato loro un piccolo quadrato sul viso per far vedere gli occhi e la bocca, ma solo se si comportano bene. Anche se si vestono in questo modo per il loro piacere. Che SCHIFO PROFONDO DELL'UMANITÀ”.

Ancora, come riportato su Variety, nel 29 gennaio 2021, nell'account di Gascón si legge che “l'Islam non rispetta i diritti internazionali”, e che "le religioni dovrebbero essere vietate finché non rispettano i DDHH", utilizzando l'abbreviazione spagnola per “diritti umani”. Le sue opinioni sembrano estendersi anche ad altre religioni. In un post del 16 agosto 2021, Gascón scrive: “Sono così stanca di tutta questa mer*a, dell'Islam, del cristianesimo, del cattolicesimo e di tutte le fottu*e credenze di idioti che violano i diritti umani”.

La vicenda George Floyd

Oltre ai post sull'Islam, Karla Sofia Gascon nel 202 aveva anche commentato la vicenda di George Floyd pochi giorni dopo la sua uccisione da parte di un agente di polizia, evento che ha scatenato proteste in tutti gli Stati Uniti. “Penso davvero che a pochissime persone sia mai importato di George Floyd, un truffatore tossicodipendente, ma la sua morte è servita ancora una volta a dimostrare che ci sono persone che considerano ancora i neri delle scimmie senza diritti e considerano i poliziotti degli assassini". E poi: “Hanno tutti torto”.

Un post delirante e razzista, offensivo sia nei confronti della vittima che del movimento BLack Lives Matter che si è formato dopo la sua morte, per rivendicare i diritti delle persone nere. In un post successivo, però ha aggiunto: “Forse non è più una questione di razzismo, ma di classi sociali che si sentono minacciate l'una dall'altra. Forse è questa l'unica vera differenza”. 

La diversità agli Oscar e il Covid-19

La 52enne spagnola è, come sappiamo, la prima attrice trans dichiarata a essere candidata nella cinquina per la statuetta come miglior attrice protagonista. Commentando la cerimonia degli Oscar del 2021, la prima dopo la pandemia di Covid-19, in cui “Nomadland” vinse come miglior film, postò: “Gli Oscar sembrano sempre più una cerimonia per film indipendenti e di protesta, non sapevo se stavo guardando un festival afro-coreano, una manifestazione di Black Lives Matter o l'8M", ha scritto, riferendosi alla Giornata Internazionale della Donna. "A parte questo, una serata brutta, brutta."

E in tweet dell'agosto 2020, durante la pandemia, diceva: "Il vaccino cinese, oltre al chip obbligatorio, include due involtini primavera, un gatto che muove la mano, 2 fiori di plastica, una lanterna a scatto, 3 linee telefoniche e un euro per il tuo primo acquisto controllato”, prendendo di mira la Cina: "Tanti scienziati nel mondo che costruiscono bombe, tanti studiosi che creano oggetti per lo spazio, tante aziende farmaceutiche e nessuno che riesce a fermare questa mer*a cinese. ‍Alla fine, è stato solo un grande spettacolo per una nuova variante dell'influenza, aviaria o coronavirus”.