Oggi, 25 aprile, in Italia ricorre la
Festa della Liberazione. Settantotto anni fa la Resistenza iniziò a riconquistare la nazione occupata dalle truppe nazifasciste. Ma questa data non viene celebrata solo nel Belpaese, ma anche in un altro Stato europeo, il Portogallo. Qui si festeggia l'anniversario della cosiddetta
Rivoluzione dei Garofani, che nel 1974 permise al Paese di avviare la sua transizione verso la democrazia. Ma di che si tratta?
La Festa della Liberazione in Italia
Questa giornata "segna evidentemente
uno spartiacque per l'Italia: la fine della Seconda guerra mondiale, dell'occupazione nazista, del Ventennio fascista, delle persecuzioni anti ebraiche, dei bombardamenti e di molti altri lutti e privazioni che hanno afflitto per lungo tempo la nostra comunità nazionale". A dirlo è stata la presidente del Consiglio,
Giorgia Meloni, in una lettera al Corriere della Sera per l'occasione.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagnato dalla presidente del consiglio Meloni, dal ministro della Difesa Crosetto e dai presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa, depone una corona d'alloro al Milite Ignoto all'Altare della Patria a Roma
Questa mattina la premier ha accompagnato il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella durante le celebrazioni per il 78° anniversario, durante le quali il Capo dello Stato ha deposto la corona di alloro al
Milite Ignoto all'Altare della Patria a Roma. Al suo fianco anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il ministro della Difesa Crosetto. Meloni, nel suo primo 25 aprile da presidente del Consiglio, nella lettera al Corriera ha auspicato anche una "ritrovata concordia nazionale", sottolineando che la destra in Parlamento ha dichiarato la sua incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo. "
Tener viva la memoria della lotta per la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo" è il monito pronunciato alla vigilia della ricorrenza da Mattarella, quando ha incontrati al Quirinale le associazioni dei combattenti alla vigilia dei 78 anni dal 25 Aprile.
La Rivoluzione dei Garofani in Portogallo
Come spesso accade in Italia, anche in Portogallo in questa data le strade delle principali città si riempiono di persone, con
cortei e manifestazioni. L'evento da ricordare è lo stesso, la fine dell'occupazione fascista nei due Paesi, mentre gli anni sono diversi: se gli italiani ricordano il 1945, i portoghesi, invece, celebrano la Rivoluzione dei Garofani, che mise fine alla
dittatura avviatasi con il regime di Salazar nel 1933 e poi portata avanti da Marcelo Caetano.
In Portogallo in 25 aprile si celebra l'anniversario della Rivoluzione dei Garofani
Oggi, quindi, in Portogallo ricorre il
49°anniversario dell'evento che segnò l'inizio della transizione verso la democrazia. A Lisbona sono previste almeno una quindicina di manifestazioni e il dispositivo di vigilanza delle forze di polizia è stato rafforzato. Oltre alla tradizionale sfilata che nel pomeriggio attraverserà il centro della capitale e alla sessione solenne in Parlamento, in mattinata i deputati hanno anche incontrato il presidente del
Brasile Lula da Silva. Una visita che ha però diviso sia i gruppi parlamentari che l'opinione pubblica, a causa soprattutto delle dichiarazioni polemiche del leader sudamericano sulla guerra in Ucraina e le responsabilità di Usa ed Europa. Nel
Largo do Carmo, il luogo simbolico dove 49 anni fa il dittatore Marcello Caetano accettò la resa dinanzi ai militari ribelli, è prevista infine una manifestazione di professori, che da mesi chiedono aumenti salariali.
L'esperienza della dittatura
Tra le più durature di tutto il Novecento, la dittatura portoghese trova origine in un golpe militare del 1926, con cui si decretò, dopo 16 anni, la fine della Prima Repubblica nel Paese. Fu il generale António Óscar de Fragoso Carmona a guidare la rivolta militare, affidando poi ampi poteri politici (e finanziari) ad
Antonio de Oliveira Salazar. Diventato capo del Governo nel 1932, poco prima dell’ascesa di Hitler in Germania, fu lui l'uomo chiave negli anni a venire, colui che ideò l'
Estado Novo, introducendo una nuova Costituzione, che gli diede i pieni poteri ed il controllo totale dello Stato. In pratica, quindi, fu lui a fondare il fascismo portoghese, ispirato e analogo a quello di Benito Mussolini in Italia.
I soldati del Movimento delle Forze Armate che guidarono il golpe contro la dittatura fascista in Portogallo
Negli anni successivi l'obiettivo principale delle autorità totalitarie fu
reprimere il dissenso politico, in ogni sua forma. Sebbene ideologicamente la dittatura di Salazar fosse vicina al fascismo italiano e non ostile alle potenze dell'Asse, se ne distanziò presto, rendendo illegali sul territorio portoghese il movimento fascista e nazista, oltre a dichiarare la neutralità durante la Seconda Guerra Mondiale. La morte del Primo Ministro, avvenuta nel 1970 (due anni prima era stato colpito da un ictus cerebrale invalidante), non segnò tuttavia la fine della dittatura: al suo posto arrivò al potere
Marcelo Caetano, figura più debole del predecessore anche se le cose sembrarono inizialmente andare allo stesso modo di prima. A far scaturire la scintilla della Rivoluzione, oltre alla
crisi economica, fu un malcontento generale diffuso tra la popolazione e il fatto che le
guerre coloniali avevano distrutto le casse del Paese, provocano troppi morti e mutilati perché la popolazione continuasse a sopportare lo status quo.
Perché si chiama Rivoluzione dei Garofani
Fu proprio dalla volontà di ribellarsi al fascismo portoghese nel 1973 venne fondato il
Movimento delle Forze Armate con l'obiettivo dichiarato di abbattere l'
Estrado Novo ed instaurare la democrazia. Dopo vari tentativi falliti il
25 aprile 1974 le truppe ribelli riuscirono a portare a termine un colpo di Stato, annunciando in radio e in televisione di aver preso il controllo del Paese, al grido - o meglio al canto - di "Grandola, Vila Morena" di José Afonso, canto della rivolta che ricorda molto la nostra "
Bella Ciao".
Il simbolo della Liberazione in Portogallo furono i garofani rossi messi nelle canne dei fucili
Il governo decise di arrendersi: nella serata il generale Antonio de Spinola, che era stato incaricato di trattare con il presidente Caetano dopo il golpe, firmò la legge numero 1, con cui decretò la Destituzione dei dirigenti fascisti e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e del Consiglio di Stato. Il potere passò in quindi alla
Giunta di Salvezza Nazionale. Dopo 45 anni di regime il Portogallo riconquistò la sua libertà. Il
simbolo di quella storica giornata - poi diventata festa nazionale - furono proprio i
garofani rossi (da qui il nome con cui la Rivoluzione è passata alla storia): secondo una leggenda locale, la fioraia Celeste Caeiro offrì questi fiori ai soldati riuniti nella piazza della Capitale, per ringraziarli della Liberazione dalla dittatura; questi, simbolicamente, decisero quindi di infilarlo nelle canne dei loro fucili, a testimonianza che il tempo delle armi e della violenza era ormai finito.