Le scuse del Bambubar a Capasso: gli era stato vietato l'ingresso con le stampelle

I titolari del noto locale a Marina di Pietrasanta hanno incontrato l'associazione Luccasenzabarrie e il calciatore azzurro della nazionale amputati

di CAMILLA PRATO
26 giugno 2023
i titolari il giovane atleta e i rappresentanti dell'associazione luccasenzabarriere

i titolari il giovane atleta e i rappresentanti dell'associazione luccasenzabarriere

Dopo la tempesta torna sempre il sole: finalmente pace è stata fatta tra Paolo Capasso e i gestori del locale "Bambubar" di Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Dopo lo spiacevole episodio della scorsa settimana, dove all'atleta della Nazionale di calcio amputati era stato impedito l'ingresso, il calciatore e i titolari si sono incontrati per chiarire l'accaduto. A dare notizia del chiarimento e delle scuse rivolte al giovane giocatore è stata l'associazione Luccasenzabarriere, che riferisce sui social di aver parlato con i proprietari del Bambubar e che le cose sono quindi tornate a posto.

L'incontro tra titolari e associazione Luccasenzabarriere

Uno scambio cordiale, dicono, per "chiarire quanto avvenuto la settimana scorsa a Paolo Capasso, testimonial dell'associazione e giocatore della nazionale di calcio amputati, a cui era stato negato l'accesso dall'addetto alla sicurezza". I titolari si sono scusati per quanto accaduto, dicono dall'associazione, e hanno anche precisato "di voler porre in essere tutti gli accorgimenti e tutta la sensibilizzazione necessari per fare in modo che situazioni di questo tipo non si ripetano più". E dalla foto tra i membri di Luccasenzabarriere, Capasso e gli stessi gestori del locale sembra suggellare la pace e questo impegno verso una maggiore attenzione all'accessibilità e all'inclusione.

L'episodio al Bambubar

L’episodio aveva immediatamente scatenato la polemica e lo sdegno della cittadinanza, che lo aveva visto come un gesto di discriminazione bella a buona, un rifiuto ingiustificato e ingiustificabile di esclusione di una persona disabile.
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Paolo Capasso, giocatore della nazionale di calcio amputati e testimonial dell’associazione Luccasenzabarriere Odv

In effetti la scelta dell'addetto alla sicurezza era apparsa fin da subito assurda: "Con le stampelle qui non entri". Categorico aveva lasciato fuori il giovane calciatore proprio a causa dei dispositivi che lo aiutano a camminare. Troppo pericolose per camminare in mezzo alla folla del locale, avrebbero rischiato di farlo cadere mettendo nei guai gli stessi gestori. E la 'pezza' che lo staff aveva cercato di mettere sul buco, date le proteste di Capasso in merito al rifiuto, era stata ancora peggio e se possibile ben più umiliante: "Va bene, ti diamo un tavolo ma lo paghi 200 euro e rimani seduto tutta la sera".

Le proteste e le scuse

Un'ingiustizia, una delle tante che purtroppo le persone con disabilità si trovano ogni giorno ad affrontare a causa di barriere architettoniche fisiche e ideali – che impediscono loro una vita quanto più possibile normale.
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I titolari del locale di Marina di Pietrasanta hanno incontrato l'associazione e il calciatore a cui hanno rivolto le loro sincere scuse per l'accaduto (Facebook)

Per fortuna, una volta che la notizia è stata resa nota, sono immediatamente scattate le proteste dell'associazione Luccasenzabarriere, che non ha lasciato correre l'incidente, minacciando anche iniziative di natura giudiziaria, tra cui una querela nei confronti del Bambubar. Alle quali avevano risposto i gestori del locale e del retrostante bagno Gioconda, che fin da subito hanno manifestato il desiderio di incontrare il giocatore disabile per risolvere pacificamente l'inconveniente. "I titolari – spiega il presidente della Odv Domenico Passalacqua – si sono scusati e hanno chiarito di volersi impegnare con tutti gli accorgimenti e la sensibilizzazione necessari per fare in modo che situazioni di questo tipo non si ripetano più". Inoltre, conclude il numero uno di Luccasenzabarriere, da parte del responsabile alla sicurezza del locale di Marina di Pietrasanta è arrivata anche la richiesta all'associazione per fare formazione ai dipendenti sui temi dell'accoglienza e della disabilità. C'è da augurarsi che l'impegno preso non rimanga solo una promessa fatta sul momento e mai mantenuta, e che la volontà di abbattere le barriere architettoniche si estenda sempre più, perché Paolo e tutte le persone che hanno una qualsiasi disabilità possano godersi appieno la loro vita.