Non c’è solo il
Covid: sono
4 milioni gli italiani che soffrono di
broncopneumopatia cronico ostruttiva alla quale si aggiungono
asma, tumori al polmone e oltre
200 diverse patologie delle vie respiratorie. A causa, in larga parte, di quello che immettiamo nei nostri alveoli. Insomma, se è vero come è vero che “siamo l'aria che respiriamo”,
la cura dell’ambiente è cura del respiro. E quindi della vita. E' quanto sottolinea la
Società italiana di pneumologia (Sip), che si è riunita a congresso a Catania nei giorni scorsi.
Il professor Luca Richeldi, past president della Sip e presidente della Federazione italiana di pneumologia
Le due strade da percorrere per salvare le nostre vie respiratorie
Per intervenire positivamente su questo che si delinea come una vera e propria emergenza sanitaria abbiamo
due strade. La prima riguarda la
cura. E innanzitutto la
prevenzione. Sia che si tratti di un tumore ai polmoni, uno dei big killer del nostro tempo, o di una delle più di 200 patologie che possono colpire l'apparato respiratorio, una diagnosi tardiva infatti può pregiudicare la capacità del polmone di guarire infliggendo danni permanenti ove non minacciando direttamente la vita. Per questo, come spiega il professor
Luca Richeldi, past president della Sip e presidente della Federazione italiana di pneumologia, "
l'esame ai polmoni deve divenire una
routine come quello del sangue: quando si cominciano a sentire i primi sintomi può essere già troppo tardi". E poi c’è la questione dell
’ambiente, che va curato esattamente come il corpo. Non a caso la
Fip, Federazione italiana della pneumologia onlus, con Sip e Aipo, Associazione italiana pneumologi ospedalieri, per supportare un progetto di piantumazione che prevede la messa a dimora di un totale di
300 alberi a Catania e Bari con l'obiettivo di riqualificare l'ambiente, trasformare luoghi abbandonati o inutilizzati in aree riqualificate destinate a diventare polmoni verdi e spazi di aggregazione, e migliorare l'aria che respiriamo. L'iniziativa vedrà coinvolta anche
Legambiente nel piantare i 300 alberi nel lasso di tempo compreso tra il congresso di Catania a quello organizzato il 9 giugno 2023 a Bari dall'Aipo. Un fatto simbolico, che serve a far crescere la consapevolezza di come un
ambiente salubre è la prima garanzia di salute per l’uomo. Si pensi infatti che un solo albero può compensare la produzione di
700 kg di CO2.