Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Matrimoni in ripresa: 2mila nel 2021 le unioni civili tra persone dello stesso sesso

Matrimoni in ripresa: 2mila nel 2021 le unioni civili tra persone dello stesso sesso

Secondo gli ultimi dati Istat, con la contestuale attenuazione di alcune misure restrittive, si osserva un significativo recupero dei matrimoni rimandati a causa del lockdown

Lucia Lapi
14 Marzo 2022
Duemila le unioni civilitra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021

Se avrà esito positivo, il Paese si unirà agli altri sette che in America Latina già prevedono l’unione legale di due persone dello stesso sesso: Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Uruguay e Cile

Share on FacebookShare on Twitter

Istat: matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Nella fase di transizione (giugno-settembre 2021), con la contestuale attenuazione di alcune misure restrittive, si osserva un significativo recupero dei matrimoni rimandati a causa del lockdown, prosegue Istat.

Matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sesso
Istat: matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021

Durante l’estate, l’aumento dei matrimoni non solo è consistente rispetto al 2020 (+113,1%) ma mostra anche valori percentuali più elevati rispetto allo stesso periodo del 2019 (+9,0%). Il picco si registra nei mesi di luglio (+232,1% sul 2020; +41,8% sul 2019) e agosto (+80,2% sul 2020; +22,2% sul 2019). In un Paese come l’Italia, dove oltre i due terzi dei nati sono all’interno del matrimonio, sarà interessante vedere se tale aumento avrà ripercussioni su un recupero di nascite a partire dalla primavera del 2022. Con il sopraggiungere della terza ondata e il conseguente inasprimento delle misure di contenimento dell’epidemia, nell’ultimo trimestre dell’anno la crescita delle nozze rallenta, solo il 22% circa in più rispetto al 2020, con un calo del 4,2% dei matrimoni religiosi rispetto al 2019.

Unioni civili

Anche le 2mila unioni civili tra persone dello stesso sesso costituite nel 2021 mostrano una tendenza alla diminuzione rispetto al 2019 (-6,2% sul 2019), subendo l’effetto delle varie ondate in modo simile ai matrimoni.
Secondo i dati provvisori, nel 2021 sono stati celebrati circa 179mila matrimoni: rispetto al 2020 si tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente; rispetto al 2019 i matrimoni sono infatti inferiori del 2,7%.

Duemila le unioni civilitra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021
Duemila le unioni civilitra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021

Il rapporto

Lo rileva l’Istat nel rapporto “Dinamica demografica – Anno 2021”, pubblicato il 14 marzo 2022. Un ritorno ai livelli del 2019 si osserva solamente per i matrimoni civili (+0,7% nel 2021 rispetto al 2019), che sembrano essere stati meno penalizzati dalle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia. Tale tipologia di matrimonio, pur avendo subito un calo consistente nei primi mesi del 2020, aveva già mostrato in piena pandemia una variazione negativa più contenuta rispetto ai matrimoni religiosi.

Le misure di contenimento del contagio, introdotte in concomitanza della seconda ondata tra gennaio e maggio 2021 (limitazioni alla mobilità delle persone, regole rigide per l’organizzazione di eventi), hanno continuato ad avere effetti diretti sulle celebrazioni dei matrimoni producendo un calo del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019 (-68,9% i matrimoni religiosi, -16,1% quelli civili).

Potrebbe interessarti anche

Matilde Gioli in "Fernanda", il film in onda su Raiuno il 31 gennaio in prima serata
Spettacolo

Fernanda Wittgens, la storia della prima direttrice della Pinacoteca di Brera diventa un film tv

31 Gennaio 2023
Nina Rima è una modella, influencer e conduttrice televisiva alla quale è stata amputata una gamba in seguito ad un incidente stradale in scooter
Lifestyle

Nina Rima, l’influencer disabile si racconta e risponde agli haters: “Stica…”

1 Febbraio 2023
Il cielo stellato viene progressivamente cancellato dalle luci (Ansa)
Scienze e culture

Inquinamento luminoso, “e quindi non usciremo più a riveder le stelle”

26 Gennaio 2023

Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Istat: matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Nella fase di transizione (giugno-settembre 2021), con la contestuale attenuazione di alcune misure restrittive, si osserva un significativo recupero dei matrimoni rimandati a causa del lockdown, prosegue Istat.
Matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sesso
Istat: matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021
Durante l’estate, l’aumento dei matrimoni non solo è consistente rispetto al 2020 (+113,1%) ma mostra anche valori percentuali più elevati rispetto allo stesso periodo del 2019 (+9,0%). Il picco si registra nei mesi di luglio (+232,1% sul 2020; +41,8% sul 2019) e agosto (+80,2% sul 2020; +22,2% sul 2019). In un Paese come l’Italia, dove oltre i due terzi dei nati sono all’interno del matrimonio, sarà interessante vedere se tale aumento avrà ripercussioni su un recupero di nascite a partire dalla primavera del 2022. Con il sopraggiungere della terza ondata e il conseguente inasprimento delle misure di contenimento dell’epidemia, nell’ultimo trimestre dell’anno la crescita delle nozze rallenta, solo il 22% circa in più rispetto al 2020, con un calo del 4,2% dei matrimoni religiosi rispetto al 2019.

Unioni civili

Anche le 2mila unioni civili tra persone dello stesso sesso costituite nel 2021 mostrano una tendenza alla diminuzione rispetto al 2019 (-6,2% sul 2019), subendo l’effetto delle varie ondate in modo simile ai matrimoni. Secondo i dati provvisori, nel 2021 sono stati celebrati circa 179mila matrimoni: rispetto al 2020 si tratta di un raddoppio, anche se questo aumento non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno precedente; rispetto al 2019 i matrimoni sono infatti inferiori del 2,7%.
Duemila le unioni civilitra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021
Duemila le unioni civilitra persone dello stesso sesso in Italia nel 2021

Il rapporto

Lo rileva l’Istat nel rapporto “Dinamica demografica - Anno 2021”, pubblicato il 14 marzo 2022. Un ritorno ai livelli del 2019 si osserva solamente per i matrimoni civili (+0,7% nel 2021 rispetto al 2019), che sembrano essere stati meno penalizzati dalle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia. Tale tipologia di matrimonio, pur avendo subito un calo consistente nei primi mesi del 2020, aveva già mostrato in piena pandemia una variazione negativa più contenuta rispetto ai matrimoni religiosi. Le misure di contenimento del contagio, introdotte in concomitanza della seconda ondata tra gennaio e maggio 2021 (limitazioni alla mobilità delle persone, regole rigide per l’organizzazione di eventi), hanno continuato ad avere effetti diretti sulle celebrazioni dei matrimoni producendo un calo del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019 (-68,9% i matrimoni religiosi, -16,1% quelli civili).
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto