In un’epoca in cui la sensibilità ambientale dovrebbe essere una priorità, sono ancora in troppi a ignorare ogni regola di buon senso e rispetto per l’ambiente.
Gli episodi di inciviltà e attacco all’ambiente
L’episodio avvenuto al largo dell’Isola delle Femmine, dove un gruppo di persone – filmate dall’obiettivo di uno smartphone – ha gettato bottiglie di birra in mare per poi postare il video su TikTok, è solo l’ultimo di una serie di accadimenti che raccontano senza nulla celare l’arroganza crescente e il disprezzo nei confronti del patrimonio comune che covano nella società. Atteggiamenti, questi, spesso motivati da una assurda e instancabile ricerca di visibilità sui social media che non fa altro che denotare una totale mancanza di consapevolezza e coscienza.
Attenzione però a considerarli casi isolati. Per comprendere le dimensioni di un fenomeno ormai divenuto transgenerazionale, è sufficiente pensare a quanto sta accadendo in Salento, dove il turismo, che dovrebbe essere una risorsa, si è letteralmente trasformato in un problema ormai ampiamente sfuggito di mano. Le spiagge di Gallipoli, ad esempio, un tempo incontaminate, oggi sono prese d’assalto da visitatori pronti ad allestire, senza colpo ferire, “tendopoli” improvvisate, con annessi rifiuti abbandonati e segni tangibili di una mancanza di rispetto che va ben oltre l'incuria.
I danni del turismo di massa
Una cosa è certa: tali episodi rappresentano molto di più di un fastidio estetico o di natura logistica, ma piuttosto costituiscono un vero e proprio attacco senza quartiere all'ambiente. I danni causati dall’aggressività di un turismo di massa ormai fuori controllo sono spesso irreparabili e dimostrano chiaramente – se mai ce ne fosse stato bisogno – che la prepotenza degli esseri umani nei confronti della natura è tra le cause dei guasti ambientali con cui stiamo facendo i conti.
Katy Perry tra le dune protette di Formentera
Come se non bastasse, a peggiorare le cose ci si mettono anche i vip. A danneggiare l’ambiente, dandone sfoggio in ogni dove sono anche i personaggi famosi, che dovrebbero farsi modello di comportamenti giusti e che invece si dimostrano tutt’altro che immuni da questo tipo di arroganza. È il caso di Katy Perry, al centro di una controversia in Spagna per presunti danni ambientali causati durante le riprese del suo ultimo video musicale in mezzo alle dune protette dell'isola di S'Espalmador a Formentera. Quando anche una celebrità si permette di ignorare le normative ambientali per realizzare un prodotto commerciale, il messaggio che passa è devastante: la fama e il successo giustificano tutto, persino il disprezzo per il nostro pianeta.
Serve una presa di coscienza collettiva
Il problema è evidentemente profondo e travolge in pieno la nostra società e la sua relazione con l’ambiente. Viviamo in un’epoca in cui il consumo e la spettacolarizzazione dominano e il rispetto per la natura è relegato in secondo piano rispetto al desiderio di apparire o di soddisfare i propri capricci. L’ambiente, però, non è una risorsa infinita né uno scenario da usare e gettare. Ogni gesto di incuria, ogni atteggiamento irrispettoso, ha conseguenze reali, spesso devastanti.
C'è bisogno di una presa di coscienza collettiva che parta dall’educazione e arrivi fino ai vertici della società, compresi i personaggi pubblici che hanno il potere di influenzare milioni di persone. Non possiamo più permetterci di trattare il pianeta come un oggetto a nostra disposizione. L’arroganza di chi pensa di poter fare tutto senza conseguenze deve essere contrastata con forza, perché la salvaguardia dell’ambiente non è solo una responsabilità, ma una necessità impellente. Non si tratta solo di reprimere i comportamenti sbagliati, ma di promuovere una cultura del rispetto, della consapevolezza e della sostenibilità. Soltanto così potremo sperare di lasciare alle future generazioni un mondo ancora vivibile, in cui l’arroganza e il disprezzo per la natura non trovino più spazio.