Morte dell’orsa Amarena, chiuse le indagini. Oipa: “Era innocua, non è stato un errore”

L’organizzazione internazionale protezione animali fa sapere che si costituirà parte civile nel processo e che la perizia avrebbe appurato l’intenzionalità di chi ha sparato: “Chi l’ha uccisa deve pagare”

26 giugno 2024
L'orsa Amarena (Parco Abruzzo Lazio Molise)

L'orsa Amarena (Parco Abruzzo Lazio Molise)

Uccisione di animali aggravata da crudeltà ed esplosioni pericolose in un luogo abitato. Questi i reati che la procura di Avezzano contesterebbe al 57enne di San Benedetto dei Marsi accusato di aver ucciso l'orsa Amarena, mettendo in fuga i suoi due cuccioli. Lo fa sapere l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che subito dopo l’accaduto aveva presentato denuncia alla Procura per uccisione di animale e che oggi commenta: “La giustizia farà il suo corso, anche se non restituirà Amarena ai suoi figli e a questa vita. Ma chi l’ha uccisa deve pagare”.

Cosa è successo

L’orsa Amarena, uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), è stata uccisa a fucilate nella notte del 31 agosto scorso alla periferia di San Benedetto dei Marsi (AQ). L’autore del reato fu subito identificato. Il 5 settembre il Pnlalm informò che i due cuccioli di Amarena erano vivi e, dopo essersi divisi per un breve periodo, si erano ricongiunti e che sembravano essere in buona forma. Il 3 novembre il Parco annunciò che i due orfani, di circa 10 mesi, stavano bene.

Approfondisci:

Amarena è morta per mano dell'uomo: "Vittima dell'odio fomentato dalla politica"

Amarena è morta per mano dell'uomo: "Vittima dell'odio fomentato dalla politica"

L'avviso di chiusura indagini arriva dopo che il pm Cerrato ha esaminato la perizia balistica, che avrebbe confermato come l’indagato abbia sparato per uccidere, non per errore o per spaventare l'animale. Secondo la perizia si sarebbe quindi trattato di una fucilata intenzionale ed esplosa da una distanza ravvicinata. L'orsa Amarena è stata raggiunta da un colpo di carabina con un proiettile calibro 12 che l'ha colpita a un fianco perforandole un polmone.

“La Procura ha confermato che l'orsa al momento dello sparo era innocua – sottolinea l’Oipa – Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui, cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare nei confronti dell’inquisito. Noi ci costituiremo parte civile nel processo”.