Giovedì pomeriggio, una giuria di New York ha dichiarato
Kevin Spacey non colpevole di aggressione sessuale per l'accusa di aver 'abbordato'
Anthony Rapp e di essersi brevemente sdraiato su di lui in un letto dopo una festa nel 1986, quando quest'ultimo
aveva solo 14 anni. La Corte ha deliberato per circa un'ora concludendo infine che l'accusa
non ha fornito prove valide e sufficienti che Spacey abbia "toccato una parte sessuale o intima" del 50enne, anch'egli attore. Il giudice Lewis Kaplan ha quindi formalmente archiviato il caso. Gli avvocati del premio Oscar, dopo la lettura del verdetto, hanno abbracciato il loro assistito, felici per la vittoria: "Siamo molto grati alla giuria per aver riconosciuto queste
false accuse", ha dichiarato Jennifer Keller, una dei legali, uscendo dal tribunale.
L'accusa di aggressione sessuale
Conosciuto principalmente per il suo
ruolo in "Star Trek: Discovery", Anthony Rapp ha denunciato che nel 1986 Spacey, all'epoca 26enne, lo aveva invitato a una festa a casa sua a Manhattan, dove lo aveva preso di peso, lo aveva fatto sdraiare sul letto, gli aveva afferrato il sedere e aveva premuto l'inguine sul suo corpo senza il suo consenso. "Ero consapevole che stava
cercando di avere rapporti sessuali con me", ha detto nel 2017 in un'intervista a Buzzfeed. Per questo, nel settembre 2020 ha intentato un'azione legale, chiedendo circa
40 milioni di dollari di danni. La star di "
American Beauty" ha sempre
negato le accuse a suo carico. Il processo, che si è svolto
un tribunale federale di Manhattan, è durato tre settimane; prendendo la parola in sua difesa durante gli ultimi giorni di discussione Kevin Spacey ha detto di essere rimasto scioccato quando il collega Rapp ha reso pubbliche le sue accuse, cinque anni fa. "Non capivo come potesse essere vero", ha detto il 63enne, aggiungendo che non sarebbe stato interessato sessualmente al signor Rapp perché era minorenne.
La decisione della Corte di New York
Kevin Spacey è stato ritenuto non responsabile delle accuse di aggressione sessuale nei confronti di Rapp. Uno sketch del processo di giovedì 20 ottobre
Nella sua arringa finale, l'avvocato dall'accusa Richard Steigman, ha suggerito che
Spacey ha distorto la sua testimonianza al processo per adattarla alla sua difesa, sottolineando le scuse di Spacey del 2017 a Rapp, quando la storia è venuta alla luce per la prima volta. Secondo il legale la testimonianza è stata "preparata" rispetto a quella del suo cliente. Keller invece, avvocata di Spacey, ha paventato
l'ombra del movimento MeToo sul caso, affermando che Rapp ha "attaccato il suo carro" al movimento quando si è fatto avanti. "Questo non è uno sport di squadra in cui o si è dalla parte del
MeToo o si è dall'altra parte", ha detto rivolgendosi alla giuria. "Questo è un luogo molto diverso. Il nostro sistema richiede prove, evidenze, supporto oggettivo per le accuse fornite a una giuria imparziale. Per quanto la società di oggi possa essere polarizzata, qui non dovrebbe trovare spazio".
La Corte dunque ha stabilito che il signor Rapp non aveva fornito alcuna prova a supporto dell'accusa contro Spacey. Il giudice ha anche respinto la richiesta di inflizione intenzionale di stress emotivo. Secondo la legge di New York, infatti, la violenza sessuale consiste nell'avere contatti con un'altra persona, senza il suo consenso, in un modo che una persona ragionevole troverebbe offensivo.
Carriera rovinata
Ma la vittoria del 20 ottobre si potrebbe definire una
"vittoria di Pirro" per Kevin Spacey, viste le altre cause che "pendono su di lui, comprese le
accuse penali nel Regno Unito", commentano dalla CNN. L'attore ha infatti ottenuto
due vittorie nei processi per abusi sessuali contro di lui, in questo caso e quello precedentemente archiviato a Nantucket. Tuttavia, si trova di fronte ad una lunga battaglia ancora tutta da decidersi. Sono
cinque le accuse di aggressione sessuale in cui è imputato nel Regno Unito, per le quali si è sempre dichiarato non colpevole. Il processo, in questa caso, dovrebbe iniziare nel giugno 2023. Intanto però le molteplici cause hanno letteralmente fatto deragliare la carriera della star di Hollywood. Netflix lo ha
escluso dalla serie drammatica "
House of Cards" e Christopher Plummer lo ha sostituito nel ruolo di J. Paul Getty in "
Tutti i soldi del mondo". In agosto, un giudice ha stabilito che Spacey dovrà pagare 31 milioni di dollari ai produttori di "House of Cards" per le spese sostenute dopo il suo licenziamento.