Niente Divina Commedia per due studenti di religione musulmana di una scuola media di Treviso. Il motivo è presto detto: la famosa opera dantesca scredita Maometto, che nel 28esimo canto viene menzionato dal sommo poeta all’Inferno, nella nona bolgia dell’ottavo cerchio, in quanto “cristiano apostata” e come seminatore di discordie, motivi per cui viene sottoposto a dure mutilazioni corporee.
I due studenti di terza media sono stati quindi esentati dal seguire le lezioni sulla Divina Commedia, trattandosi di un'opera a sfondo religioso in contrasto con la fede dei due ragazzi. Tutto sarebbe nato dallo scrupolo di un docente che, prima di avviare i suoi studenti allo studio e all’analisi dell’opera, ci ha tenuto ad avvertire le famiglie dei due ragazzi, già esentati dall’ora di religione, per chiedere il consenso. Di fronte alla possibilità di scegliere (non scontata), le famiglie l’hanno colta chiedendo l’esonero per i figli. Niente compiti in classe, quindi, né tanto meno interrogazioni sulla Divina Commedia. Come degno sostituto, per loro ci sarà un programma parallelo su Boccaccio.
Ma non è la prima volta che il capolavoro della letteratura italiana per antonomasia finisce al centro delle polemiche. Tre anni fa, in Olanda e in Belgio una nuova traduzione eliminava ogni riferimento al profeta islamico proprio per le stesse ragioni, ovvero per non offendere i cittadini di fede musulmana. Stessa sorte per le pubblicazioni destinate ai paesi islamici. E poi, ancora più indietro nel tempo, nel 2012 Gherush92, organizzazione di ricercatori consulente dell’Onu, aveva proposto di non farlo studiare nelle scuole proprio per il modo irrispettoso in cui trattava il fondatore dell’Islam.
Se nella scuola di Treviso la questione si è risolta in pochi giorni, senza troppe polemiche, siamo sicuri che la notizia farà discutere molto all’esterno: tra i sostenitori dell’inclusione e dell’integrazione e gli accaniti difensori del made in Italy che probabilmente grideranno alla cancel culture.