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“Non è da maschio”, Ragazze ispiratrici contro gli stereotipi di genere

Cinque role model raccontano le loro storie per ispirare ragazze e ragazzi a seguire i propri sogni Tra questo il campione mondiale di nuoto sincronizzato Giorgio Minisini

7 febbraio 2024
Giorgio Minisini, 27 anni, nuotatore artistico

Giorgio Minisini, 27 anni, nuotatore artistico

Un’ingegnera e prima donna italiana ad aver guidato una spedizione internazionale in Antartide; una pilota automobilistica, oggi impegnata a correre con le macchine da rally nei campionati europei e italiani; la prima vigile del fuoco della storia della caserma di Sesto San Giovanni e del Comando provinciale di Catania; ma anche un ostetrico e un pluri-campione mondiale ed europeo di nuoto sincronizzato.

#nonèdamaschio, la campagna di Inspiring Girls Italia contro gli stereotipi di genere a scuola e sul lavoro, giunge alla terza edizione e amplia i propri confini, raccontando non soltanto le storie di donne che si sono affermate in lavori generalmente considerati “da maschio”, ma anche quelle di uomini impegnati a svolgere professioni tradizionalmente ritenute “da donna”.

Chiara Montanari, 48 anni, esploratrice, 5 volte in Antartide, 4 volte come capo spedizione
Chiara Montanari, 48 anni, esploratrice, 5 volte in Antartide, 4 volte come capo spedizione

Role model “Non è da maschio” 2024

Chiara Montanari, Rachele Somaschini, Cynthia Graci, Riccardo Federle e Giorgio Minisini sono i cinque modelli che Inspiring Girls – il progetto di innovazione sociale promosso in Italia da Valore D, con il supporto di Eni e Intesa San Paolo – ha voluto coinvolgere nell’edizione 2024 di #nonèdamaschio per ispirare le nuove generazioni a non lasciarsi influenzare dai pregiudizi e non limitare la propria libertà di scelta e i propri sogni.

Cinque punti di riferimento per le ragazze e i ragazzi che raccontano come sia possibile abbattere gli stereotipi a scuola e nel mondo del lavoro, credere nelle proprie passioni e seguire le proprie autentiche inclinazioni, per realizzarsi con successo in ambiti ancora troppo spesso considerati prerogativa dell’altro sesso.

Riccardo Federle, 31 anni, ostetrico
Riccardo Federle, 31 anni, ostetrico

Falcomer: “Anche gli uomini vittime di pregiudizi di genere”

“Valore D è da sempre impegnata per decostruire quei pregiudizi di genere che influenzano i sogni e le ambizioni delle giovani generazioni. Vogliamo ispirare ragazzi e ragazze a immaginare una visione non stereotipata del loro futuro.

Con il progetto Inspiring Girls da anni cerchiamo di portare nelle scuole modelli di successo alternativi e dimostrare che non esistono studi più adatti ai ragazzi o alle ragazze e professioni “da maschio” o “da femmina”. Dobbiamo far capire ai nostri giovani che possono fare e diventare tutto quello che desiderano”, dichiara Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D, che aggiunge:

“E’ un tema culturale che riguarda tutti, anche gli uomini sono soggetti a pregiudizi e stereotipi. Per questo, con la campagna “Non è da maschio” di quest’anno ci siamo voluti rivolgere non soltanto alle ragazze ma anche ai tanti ragazzi vittime dei preconcetti, che spesso si sentono dire ‘Ma questo non è un lavoro da maschio!’. C’è ancora bisogno di modelli che ispirino le ragazze e i ragazzi a seguire la propria strada abbattendo il muro dei pregiudizi affinché il “da maschio” o “da femmina” non esistano più”.

L’indagine Ipsos per Valore D

Come conferma una ricerca realizzata da Ipsos per Valore D tra gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di primo grado, il 50% dei ragazzi ritiene di essere più portato delle proprie coetanee allo studio di materie come informatica, tecnologia ed educazione fisica, mentre il 40% delle ragazze considera materie come italiano, storia, geografia, lingue, educazione artistica e musicale più adatte al genere femminile.

Il lavoro del medico è quello più ambito da studenti (14%) e studentesse (15%) in egual misura. Ma le differenze emergono a partire dalle posizioni successive: se tra i ragazzi troviamo l’ingegnere (9%), il calciatore (8%), seguiti da militare (6%), veterinario (5%) e informatico (5%); per le ragazze, invece, la preferenza ricade su insegnante (9%), seguita da artista (9%) e veterinaria (8%).

Infine, per i ragazzi il padre si conferma come maggiore fonte di ispirazione per il futuro (53%), a seguire la madre (35%), i personaggi dello sport (18%), gli scienziati famosi (13%) e gli imprenditori (13%) di successo. Per le ragazze, invece, è la madre al primo posto (49%), seguita dal padre (45%), insegnanti (15%), artisti e scrittori (11%).

L’esempio di Minisini

Ha iniziato a praticare il nuoto sincronizzato dall'età di 6 anni. Nel 2009 ha fatto il suo debutto nei campionati italiani di categoria. Dal 2015 è tesserato presso l'Unicusano Aurelia Nuoto e dal 2016 anche per il Gruppo sportivo delle Fiamme oro.

Ai campionati mondiali di nuoto di Budapest 2017 ha vinto la medaglia d'oro nel duo misto programma tecnico, gareggiando in coppia con Manila Flamini e ha vinto la medaglia d'argento nel duo misto programma libero, gareggiando in coppia con Mariangela Perrupato.

Il 21 dicembre 2017 ha ricevuto il Premio CILD per le libertà civili. Ai campionati mondiali di nuoto di Budapest 2022 si conferma ancora una volta campione del mondo sia del duo misto tecnico sia del duo misto a programma libero, questa volta in coppia con Lucrezia Ruggiero. Nel 2023 pubblica il suo primo libro “Il maschio. Come inseguire i sogni senza perdere se stessi: la mia vita nel nuoto artistico” edito da Sperling & Kupfer.

Giorgio Minisini, 27 anni, nuotatore artistico
Giorgio Minisini, 27 anni, nuotatore artistico

A “Non è da maschio” ha detto: “Ho iniziato la carriera di nuotatore artistico per gioco. Il mio percorso è stato facile all'inizio, perché i bambini hanno la mentalità molto aperta e quindi c'era molta più curiosità che pregiudizio. Ed è stato più difficile crescendo , intorno agli anni delle medie e del liceo. Mentre ci si costruiva la propria identità, qualcuno lo faceva a scapito degli altri.

Sicuramente per molti anni ho dovuto convincere le persone che avevano diritto a fare lo sport che avevo scelto e solo dopo essere stato giudicato come atleta.

Da quando questo diritto mi è stato consegnato dalla Federazione Internazionale, faccio di tutto affinché nessun ragazzo che segua le nostre orme si deve trovare a combattere gli stessi mostri che abbiamo dovuto combattere noi della prima generazione. Va bene ciò essere che si è, va bene diventare ciò che si sente di essere”.