“Non studio, non lavoro, non guardo la TV, non vado a cinema, non faccio sport”: così cantavano i CCCP nel lontano 1983 (nel brano
Io sto Bene). Il tema dei
NEET (acronimo inglese che sta per Neither in Employment nor in Education or Training) non era all’ordine del giorno ma, come spesso accade agli artisti, Giovanni Lindo Ferretti and co. sentivano che qualcosa stava capitando. Erano gli anni ’80, quelli dell’edonismo 'reaganiano', dei look, delle comitive e della
Milano da bere. Eppure qualcosa cominciava a scricchiolare.
In Italia il 24% del totale dei giovani è classificabile come Neet
Oggi
i NEET in Italia sono il
24% del totale dei giovani. Un numero enorme, peer altro in crescita rispetto al 2020: secondo l'Istat più di
97 mila ragazzi nell'ultimo anno sono usciti da percorsi lavorativi o di studio. E, come se non bastasse, quello italiano è il dato peggiore in
Europa dopo Turchia, Montenegro e Macedonia. Più nel dettaglio, le
ragazze se la cavano peggio (è
inattivo il 25% ) dei ragazzi (percentuale Neet del 21,3% ) anche perché, come risulta da una ricerca Ocse (2021) le giovani donne hanno meno probabilità di trovare un impiego rispetto ai loro coetanei uomini. Nel nostro Paese solo il 30% delle donne tra i 25 e i 34 anni con un diploma di istruzione secondaria
ha trovato un impiego nel 2020, rispetto al 64% degli uomini. Il
divario di genere è evidente anche rispetto al fenomeno. Ovviamente durante
la pandemia da Covid la situazione non ha fatto che peggiorare. Le restrizioni, i lockdown e la crisi economica hanno aumentato
l'insicurezza nello studio e nel lavoro, i problemi legati alle relazioni sociali e
la salute mentale.
Lavoro di squadra
Solo il 30% delle donne tra i 25 e i 34, con un diploma, ha trovato un lavoro nel 2020, contro il 64% degli uomini
Per aiutare questi giovani
Action Aid Milano (con il contributo di Z Zurich Foundation e in collaborazione con Afol Metropolitana, Istituto Italiano di Fotografia e LaFabbrica) ha ideato
“Lavoro di squadra”, un progetto rivolto in particolare a ragazze e giovani che si identificano con il genere femminile, comprese tra i 16 e i 25 anni, che rientrano nella condizione di NEET. L’obiettivo è quello di accompagnarle in un percorso finalizzato alla loro
personale realizzazione lavorativa o formativa, attraverso la
valorizzazione dei singoli talenti individuali, nel rispetto delle competenze e dei desideri personali. Le partecipanti al progetto seguiranno laboratori partecipativi ed attività creative, sessioni di empowerment, orientamento alla formazione e al lavoro, laboratori di alfabetizzazione digitale e anche un corso di fotografia, realizzato dall'Istituto Italiano di Fotografia. "La condizione di NEET deriva da e porta a situazioni di
disagio sociale. Ma sono le giovani a vivere situazioni di
marginalizzazione maggiore e più in generale a soffrire di una minore soddisfazione rispetto alla propria vita. Questa situazione più dura nel tempo e più è dannosa. Diventa quindi fondamentale promuovere politiche e progetti sul territorio che possano dare nuova fiducia alle ragazze NEET per aiutarle a uscire da questa condizione di fragilità e diventare di nuovo protagoniste del loro futuro", afferma
Chiara Parapini, project manager di "Lavoro di Squadra" per ActionAid.
Action Aid Milano lancia il progetto "Lavoro di squadra" rivolto proprio alle ragazze Neet
Il progetto è nato nel 2014 per prevenire e contrastare la
povertà giovanile. Negli anni è stato implementato in diverse città – fra cui Bari, Reggio Calabria e Torino – intercettando complessivamente oltre
650 ragazzi e ragazze. A Milano, il progetto viene realizzato dal 2015, prima nel quartiere Gratosoglio e dal 2018 al 2021 nel quartiere Comasina, grazie al contributo di Z Zurich Foundation. Negli ultimi tre anni sono stati coinvolti in totale 102 ragazzi e ragazze e oltre il 70% di loro, al termine del percorso, ha trovato lavoro, cominciato un tirocinio, iniziato un corso di formazione o istruzione.