Foto con occhi a mandorla, è razzismo: la tennista Badosa si scusa ma salta il torneo di Wuhan

L’ex numero 3 al mondo non partecipa al trofeo cinese, dopo il putiferio suscitato da una foto pubblicata sui suoi social e poi cancellata. “Mi dispiace davvero, non sapevo che fosse un gesto offensivo”, dice. Gli episodi precedenti

9 ottobre 2024
La tennista spagnola Badosa salta il torneo di Wuhan dopo il putiferio per la foto ritenuta razzista

La tennista spagnola Badosa salta il torneo di Wuhan dopo il putiferio per la foto ritenuta razzista

La foto su Instagram di un gesto ‘implicitamente’ razzista al ristorante è costata la partecipazione al torneo cinese di Wuhan alla tennista spagnola Paula Badosa. Nell’immagine, poi cancellata, si vede la ragazza mettersi le bacchette agli angoli degli occhi, come se stesse imitando un un volto asiatico coi caratteristici occhi a mandorla. La tennista si è poi scusata per il post, ma non è bastato perché gli organizzatori del trofeo accettassero di farla partecipare. 

Le scuse e il divieto di giocare al torneo di Wuhan

Un nuovo caso di discriminazione contro gli orientali nel mondo dello sport, come quello che due giorni fa ha portato alla squalifica di dieci giornate inflitta dalla Fifa al calciatore italiano Marco Curto per “comportamento discriminatorio" nei confronti dell'attaccante sudcoreano dei Wolverhampton Hwang Hee-chan durante un'amichevole estiva. “Mi dispiace davvero, non sapevo che fosse un gesto offensivo. È stato un mio errore – ha scritto Badosa per scusarsi, mostrando se non altro superficialità e poca attenzione per un tema delicato e noto –. Mi assumo la piena responsabilità. Questi errori mi faranno imparare per la prossima volta”.

L'ex numero 3 al mondo, che ufficialmente si è ritirata dal torneo per motivi di salute, non è riuscita con le sue parole a evitare che si sollevasse il putiferio per un comportamento ritenuto molto offensivo in Cina e altri Paesi asiatici e che la accomuna ad altri personaggi dello sport – e non solo –  già caduti nello stesso errore.

Gesto degli occhi a mandorla: gli episodi discriminatori 

Il gesto degli occhi a mandorla non è più ritenuto ammissibile e ormai tutti dovrebbero saperlo, anche se magari viene fatto senza alcun intento razzista ma semplicemente per un uso stereotipato di un luogo comune portato avanti troppo a lungo. Così fu, anni fa, nel caso dell’ex calciatore del Napoli Ezquiel Lavezzi in una foto alla sua presentazione per la squadra dell'Hebei China Fortune,e capitò allo stesso modo a due ciclisti olandesi arrivati in Cina per partecipare al Tour del Guangxi e subito rimandati indietro per un video che ritenevano spiritoso. Lo scherzo è bello finché dura poco e ormai è durato anche troppo. 

Altre volte dietro al gesto c'è però un intento meno innocente, come nel caso della pallavolista serba Sanja Djurdjevic, squalificata dalla federazione internazionale per aver mostrato gli occhi a mandorla ad un'avversaria thailandese, o al tennista brasiliano Clezar, che offese così un giudice arbitro giapponese, o al giocatore di baseball cubano Gurriel, che prese in giro in campo il giapponese Darvish.

In Italia, la Juventus si è dovuta scusare dopo le polemiche nate per una foto sul profilo della squadra femminile che ritraeva la calciatrice Cecilia Salvai con un cono di allenamento in testa, il cosiddetto 'cinesino', e mimando proprio gli occhi a mandorla.