"Ogni anno un'insegnante di sostegno diversa per mia figlia autistica"

La denuncia di Andrea Laurenzi, referente del Coordinamento Toscano Associazioni per l’autismo. Al ministro Valditara: "La continuità educativa è fondamentale"

di REDAZIONE -
30 agosto 2023
Un corso per insegnanti per favorire l'inclusione scolastica di bimbi con autismo

Un corso per insegnanti per favorire l'inclusione scolastica di bimbi con autismo

Cambiare ogni anno insegnante di sostegno, a volte anche due diverse in dodici mesi. È l'esperienza scolastica a dir poco travagliata di una ragazzina di Firenze, oggi 17enne, con autismo, che in quattordici anni ha dovuto relazionarsi con ben diciassette insegnanti di sostegno. A denunciare la vicenda è il padre dell'adolescente, Andrea Laurenzi, che racconta la sua battaglia personale al Corriere Fiorentino dopo aver scritto direttamente al ministro Giuseppe Valditara, anche in qualità di presidente dell’Associazione Autismo Arezzo, nonché referente del Coordinamento Toscano Associazioni per l’Autismo.

L'esperienza con il sostegno

All'età di due anni e mezzo le viene diagnosticato l'autismo. Quando la bambina inizia la scuola materna, non parla. Lo farà intorno ai sei anni. Il turnover delle insegnanti comincia fin dall'asilo, dove in quattro anni la bimba viene assistita da quattro docenti diverse. Il passaggio alle elementari e poi alle medie non migliora la situazione, tutt'altro. "Ogni anno un’insegnante di sostegno diversa — racconta Andrea Laurenzi — Ma quasi sempre, a causa dei costanti ritardi nelle nomine, arrivava a novembre inoltrato. E già sono mesi persi. Poi, la copertura delle ore non è mai totale, così a spese in parte del Comune, in parte di tasca nostra, abbiamo fatto ricorso ad operatori di cooperative esterne, sempre diversi. E in tutto questo, siccome la bambina non può stare senza sostegno, un giorno non la mandi a scuola per spalmare le ore negli altri giorni, una volta la vai a prendere un’ora prima". A breve la ragazzina inizierà il terzo anno di liceo artistico. Qui è seguita da tre insegnanti a rotazione (solo durante il secondo anno ne sono cambiate due su tre) oltre ai vari operatori chiamati a colmare i vuoti.

Le conseguenze sulla crescita

Inutile, o forse no a questo punto, sottolineare quanto avere una continuità didattica sia importante per qualsiasi bambino in fase di crescita e quanto, diversamente, possa essere decostruttivo e destabilizzante non avere un punto di riferimento costante. Per non parlare poi dell'impegno di risorse e di tempo che comporta l'inizio di un nuovo approccio tra insegnanti e studenti. Se poi si parla di ragazzi e bambini che hanno bisogno di un sostegno particolare, tutto si amplifica, comprese le conseguenze e le difficoltà.
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Al 59% degli studenti disabili, nello scorso anno, non è stata garantita una continuità didattica

"La continuità didattica è importante per qualunque bambino, di fronte all’autismo diventa fondamentale - continua il padre della 17enne - Non solo si affezionano all’insegnante, ma per chi è affetto da autismo, che è molto legato alla routine, passare da una donna bionda a un maschio moro nell’arco di un’ora è un problema. Per ognuno di questi bambini non c’è una regola o una legge scientifica su come doversi comportare. Ogni gesto, ogni segnale, va imparato caso per caso. E invece ogni volta si riparte daccapo. Ogni volta, di fronte a una nuova insegnante, noi dovevamo spiegare tutto: la diagnosi e le sue caratteristiche, le esigenze di nostra figlia, il suo piano terapeutico, i numeri degli specialisti". E non sempre l'interlocutore aveva la giusta preparazione. "Abbiamo trovato tante insegnanti motivate, ma non sempre competenti - conclude Andrea Laurenzi -Tante volte si tratta di persone che, comprensibilmente, partono dal sostegno per poi fare punteggio e finire a insegnare una materia". 

La lettera al ministro Valditara

Poche righe, ma dirette al punto, quelle che Andrea Laurenzi dedica, a nome delle tante famiglie di persone autistiche e con disabilità intellettiva, al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, con l'obiettivo e la speranza di riuscire ad aprire un confronto sul tema.
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Autismo, la lettera delle associazioni al ministro dell'Istruzione Valditara

"In questi giorni le istituzioni scolastiche stanno definendo gli organici - si legge - e si ripresentano come da anni gli stessi problemi di assegnazione e soprattutto di spostamento di insegnanti di sostegno che tanta importanza hanno per la formazione e la crescita dei ragazzi/e disabili. In questi anni sono intervenute più volte norme, delibere, indicazioni di legge, purtroppo quasi sempre disattese. Noi conosciamo bene questi atti, come sono sicuro anche Lei, e credo non sia il caso di fare l’elenco delle normative che hanno investito questo settore negli ultimi 30 anni. Vorrei ricordare solo due date, la prima è quella del 6 agosto 2020, quando il Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali avevano sottoscritto un protocollo d’intesa in cui veniva riconosciuta l’importanza di garantire in sede di reclutamento la necessaria continuità didattica, con particolare attenzione all’insegnante di sostegno. Ad oggi molti uffici scolastici regionali non hanno ancora diramato le direttive per dare attuazione a tale accordo. La seconda risale a pochi mesi fa, ed è stato lei stesso Ministro a fare una comunicazione con la quale ha reso nota la percentuale di alunni con disabilità che si sono visti cambiare l’insegnante di sostegno nell’anno scolastico appena chiuso, arrivata al 59%. Considerato che, secondo il Focus ministeriale nell’anno scolastico 2022-23, nelle scuole statali gli alunni con disabilità erano 290.000, questo ci dice che più di 171 mila sono quelli privati della continuità didattica". "Non garantire continuità didattica agli alunni disabili è una decisione grave - si legge ancora nella lettera - la continuità educativa nel processo di integrazione degli alunni portatori di handicap è uno di quei diritti garantiti dalla Costituzione e non rispettati. Si tratta di un disservizio pesante, che danneggia in modo particolare le figure più deboli, quelle che maggiormente avrebbero bisogno di relazioni stabili e sicure". Poi lancia un appello finale. "Siamo alle porte di un nuovo anno scolastico e per i ragazzi/e disabili la scuola è veramente il luogo dove crescere e condividere. Sappiamo benissimo che fuori dal pianeta scuola per una persona autistica si aprono solo le porte dei Centri Diurni e dell’emarginazione. E’ nella scuola che dobbiamo costruire la vera inclusione".