Olga Karatch, attivista contro Lukashenko, condannata a 12 anni di carcere

Candidata al premio Nobel per la Pace 2024, da anni vive lontano dalla Bielorussia perché considerata una terrorista. Ieri la sentenza per lei e altri attivisti

9 luglio 2024
Cospe, incontro con la giornalista bielorussa Olga Karatch

Cospe, incontro con la giornalista bielorussa Olga Karatch

Attivista bielorussa e Premio Langer 2023, direttrice dell’organizzazione “Our House”. In Bielorussia è praticamente una condannata a morte da quando è stata inserita nella lista nera come terrorista e infatti vive in esilio in Lituania. Olga Karatch porta avanti la battaglia contro il regime di Lukashenko senza mai fermarsi neppure davanti all’arresto e alla tortura. 

Con la campagna lanciata “No means No” difende il diritto all’obiezione di coscienza del servizio militare e offre assistenza anche ai disertori. Noi l’avevamo intervistata a febbraio scorso, durante un tour di incontri per l’Italia, e in quell’occasione eravamo rimasti colpiti dalla forza d’animo che veniva fuori da uno sguardo profondo e una voce delicata. (rivedi qui l’intervista)

Approfondisci:

Olga Karatch: “Ho paura ma non smetto di lottare per la democrazia”

Olga Karatch: “Ho paura ma non smetto di lottare per la democrazia”

Torniamo su di lei con notizie negative. Come riporta Azione nonviolenta, ieri, 8 luglio 2024, il tribunale regionale di Brest ha emesso il verdetto nei suoi confronti, condannandola a 12 anni di carcere e a una multa di 600.000 rubli bielorussi (170.000 euro).

Insieme a lei, Veranika Tsepkala, Yauhen Vilski, Anatoli Kotau e Vadzim Dzmitrenak hanno ricevuto 12 anni di carcere ciascuno. Veranika Tsepkala e Yauhen Vilsky hanno ricevuto rispettivamente una multa di 11.300 e 135.400 euro mentre Anatoli Kotov ha ricevuto una multa di 170.000 euro. Infine Vadzim Dzmitrenak ha ricevuto una multa di 124.000 euro.

Olga Karatch è stata accusata di “cospirazione o tentato colpo di stato per impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali”, “aiuto ad attività estremiste”, “creazione di una formazione estremista”, “screditamento della Repubblica di Bielorussia” e “diffamazione di Aliaksandr Lukashenka”.