Omofobia, l'odissea di Michael e William
"Buongiorno, scrivo questa email con il cuore in mano e sperando di diffondere un fatto disgustoso ed anacronistico. Una discriminazione che nel 2023 fa davvero arrabbiare". A parlare sono due giovani uomini,
Michael Ceglia (34 anni) e William Picciau (38): "Una coppia LGBT+ - come spiegano loro stessi", che vive a Milano".
Un’infanzia tra Milano e Brescia l’uno, e Cagliaritano l’altro
"Il 20 Agosto 2017 ci siamo uniti civilmente con una cerimonia molto sentita al tramonto delle coste sarde. Due lavoratori, due imprenditori, due persone che sognano di migliorare la propria qualità di vita. Assurdo vero? Stiamo cercando una nuova casa più grande perché a Ottobre ci scadrebbe il nostro 4 + 4 di un Bilocale di 45 mq che ci ha accolto durante la nostra stabilizzazione di vita, ma che ora è davvero troppo stretto per noi. Iniziamo una lunga ricerca, che dura da mesi, e finalmente ecco palesarsi un appartamento semplicemente PERFETTO: Vicino al lavoro, non troppo economico, ma con qualche sacrificio ce lo saremmo potuti permettere.
Andiamo a visitarlo e ce ne innamoriamo
Decidiamo di accettare la proposta economica che il proprietario chiede, senza negoziare. L’agente ci chiede di scrivere una mail di presentazione spiegando chi siamo, cosa facciamo e delle garanzie per le quali potremmo essere dei buoni affittuari. Oltre le buste paga, ci sentiamo di rassicurare i proprietari segnalando la possibilità dei nostri genitori, pronti a fare da garanti. Passano i giorni e nessuna risposta. Solo una chiamata dell’agente, sostenendo che il nostro profilo è perfetto e che i proprietari sembravano entusiasti. Iniziamo a fantasticare, a pensare su quando sarebbe meglio fare il trasloco, comunicare la disdetta, valutare se rinunciare a parte delle meritate vacanze per il trasloco.
Una foto della coppia tratta dal profilo Instagram di Michael Ceglia (34 anni)
La telefonata
Una settimana dopo, mia madre (che ci ha aiutato con la ricerca della casa e che ha preso il primo contatto con l’agente), riceve una telefonata nella quale le viene spiegato, con non poco imbarazzo, che “Non possiamo essere gli inquilini di quella casa,
perché siamo una coppia omosessuale e che – nonostante l’agente si dissociasse – volevano un
profilo più normale”. “Hanno già avuto un’esperienza con una coppia di donne in una loro casa in liguria ed il condominio ha fatto problemi e quindi chissà cosa avrebbero pensato i condomini con una coppia gay nel palazzo”. Non sta a me stabilire cosa sia la normalità, cosa richieda essere dei buoni affittuari per loro, ma scegliere di vietare una possibilità di affitto a due persone perché sono omosessuali, mi suona come una discriminazione bella e buona che nel 2023 è semplicemente inaccettabile.
Le lacrime
Sentire mia madre in lacrime per la rabbia al telefono, ricevere la chiamata subito dopo di mia sorella singhiozzando per questa ingiustizia ci ha fatto sentire male. Forse noi ci siamo abituati a questo tipo di discriminazioni, abbiamo le spalle larghe, ma quando anche le nostre famiglie vivono le angherie omofobe dettate da ignoranza, è semplicemente ignobile e non lo accettiamo. Vi chiedo gentilmente di poter diffondere questa storia, perché casi come questo non accadano più. Per non sentire più madri e sorelle in lacrime, per non essere più discriminati e perché soprattutto, l’unico modo che abbiamo per riscattarci e difenderci è raccontare la nostra storia.
Conclusioni
Questo é quello che accade oggi 30 giugno 2023 a Milano. Dopo una ricerca estenuante, finalmente la troviamo! La nostra casa perfetta. Facciamo la proposta, non negoziamo. Aspettiamo una mail per giorni. Una chiamata dall’agente che dice riguardo i proprietari che sembravano entusiasti. Passano i giorni e poi la chiamata definitiva. Non andiamo bene... siamo GAY".
Michael Ceglia e William Picciau