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Padri separati, anche i comici piangono. L'appello social di Maurizio Battista: "Noi, genitori di serie B"

L'attore si era sfogato su Facebook: "Le feste sono passate senza neanche un abbraccio". Poi il lieto fine e il video con Anna. La presidente Aps: “I figli hanno diritto a crescere con entrambe le figure genitoriali

di GERALDINA FIECHTER -
1 gennaio 2023
Il comico romano Maurizio Battista con la figlia

Il comico romano Maurizio Battista con la figlia

Anche i comici piangono. E’ quello che è successo a Maurizio Battista, artista romano noto al pubblico Rai, che nei giorni natalizi si è sfogato sui social contro la sua ex compagna, Alessandra Moretti, che “per ragioni vere o non vere mi ha impedito di stare con mia figlia”, una bimba di 6 anni. Prima la scuola, poi la febbre, e così il Natale è passato senza neanche un abbraccio. “E quando le ho chiesto di prenderla almeno il 31 e il primo - continua nel video di fine anno - mi ha detto che la bambina si sarebbe potuta stancare al mio spettacolo e che a lei sarebbe toccato riprendersela. Ma chi ti ha detto che si stanca? E, semmai, non sono in grado di gestirla? Non dico una settimana, come sarebbe previsto, ma almeno 2 giorni sì. Allora levagli il mio cognome, se non posso fare il padre. Devo fare l’elemosina per stare con mia figlia? Appena apre il tribunale chiedo l’intervento tecnico (Ctu) e il parere legale. Ma a rimetterci sarà solo la bambina: è questo che vuoi?”. Alla fine la compagna ha ceduto, e Battista ha festeggiato il primo dell’anno postando un video insieme con la bimba, sorridenti e felici. Il comico romano non è il primo personaggio pubblico che ha deciso di mettere in piazza il suo personale dramma familiare sperando di sbloccare la situazione. Il più tenace e rumoroso è stato Tiberio Timperi, giornalista Rai di lungo corso, che ai diritti negati ai padri separati ha dedicato nel passato trasmissioni, interviste, libri e tante battaglie pubbliche. Ma nonostante l’avvento dell’affido condiviso, sancito ormai quasi sempre negli atti di separazione, “se una madre collocataria decide di ostacolare l’ex compagno o marito nel rapporto con i figli - spiega la presidente dell’ Aps Associazione italiana padri separati Tiziana Franchi - purtroppo riesce ancora a farlo”. Basta inventare scuse, dire che il figlio è malato o ha impegni sportivi o qualunque altra emergenza, “ e il padre non ha altre armi se non rivolgersi alle forze dell’ordine o avviare lunghe azioni legali che hanno costi altissimi dal punto di vista psicologico ed economico”.
Maurizio Battista con la figlia Anna (foto Instagram)

Maurizio Battista con la figlia Anna (foto Instagram)

Da oltre trent’anni Tiziana Franchi, una delle prime figlie di genitori separati dopo la legge sul divorzio, lavora in questa storica associazione che aiuta i padri separati. Lei stessa fu vittima di un conflitto triste e dilaniante da cui scelse di uscire - ancora adolescente - andando a stare con il papà. “So cosa vuol dire - racconta Franchi, ora presidente dell’associazione - e ancora soffro quando ricevo le telefonate di Sos da parte degli uomini a cui di punto in bianco viene impedito di svolgere la loro funzione paterna”. Uomini talvolta così depressi e arresi di fronte alla determinazione e alle ingiustizie subite da parte dell’ex , “che a chiamarci sono spesso le figure femminili che gli stanno accanto: la nonna, la nuova compagna, una zia”. Se questo non succede, se la spirale non si ferma, “il tempo passa e per i padri diventa sempre più difficile recuperare il rapporto con i figli”. “Nei conflitti vince sempre la mamma, denunciava Timberi nelle sue battaglie, e i padri non hanno diritti”. Ma che madre è quella che nega la figura paterna al proprio figlio o figlia? “Molte donne approfittano della visione ormai superata dei padri disattenti per giustificare il loro possesso sulla prole - dice la presidente dell’Associazione padri separati - ma basta andare davanti a una scuola o in un supermercato per vedere quanti papà si prendono cura dei loro figli esattamente come le madri, a volte meglio”. Anche l’aumento dell’attenzione sui femminicidi può giocare a favore delle “madri alienanti”: “Ci capitano di frequente accuse infondate di violenze per sostenere che l’ex marito non può tenere i figli, ma quello che ottengono è solo danneggiare per sempre i loro bambini”. Per Maurizio Battista, separato dalla mamma di sua figlia da un anno, questa privazione era così dolorosa da decidere di smontare la cameretta che aveva allestito per la sua bambina nella nuova casa. “Entrare e vederla sempre vuota - diceva in uno dei video della vigilia di Natale - è una sofferenza troppo grande. Preferisco regalarla e sapere che forse posso fare felice un altro bambino”.
I padri separati in Italia sono circa 4 milioni

I padri separati in Italia sono circa 4 milioni

La sindrome di alienazione parentale

“I figli hanno diritto a crescere con entrambe le figure genitoriali - dice la presidente dell’Associazione padri separati - e negando il padre, si pregiudica non solo il tempo presente dei figli ma anche quello futuro. Che sviluppo emotivo può avere, per esempio, un bambino che già a 4 anni impara ad assecondare la madre per non scontentarla fingendo di non voler vedere il padre? Questo succede spessissimo, ad esempio, nelle storie che raccogliamo. E sono danni psicologici enormi per quei futuri adulti”.
Richard Alan Gardner (New York, 28 aprile 1931 – Tenafly, 25 maggio 2003) è stato uno psichiatra forense statunitense, ideatore della controversa sindrome da alienazione genitorial

Richard Alan Gardner (New York, 28 aprile 1931 – Tenafly, 25 maggio 2003) è stato uno psichiatra forense statunitense, ideatore della controversa sindrome da alienazione genitorial

Negli anni ottanta lo psichiatra forense Richard Alan Gardner coniò il termine “PAS” (Parental Alienation Syndrome), ovvero sindrome da alienazione parentale, per definire il disturbo psicologico-disfunzionale riscontrato nei figli minori di coppie conflittuali a causa di separazioni o divorzi. Il fenomeno consiste in un vero e proprio “lavaggio del cervello” dei figli perpetrato dal genitore alienante ai danni del genitore alienato con una campagna denigratoria fatta di odio, disprezzo e rabbia verso l’ex coniuge. Con il risultato che il minore, senza un giustificato motivo, comincia a fare lo stesso, a screditare, infamare ed allontanare il genitore alienato fino a non volerlo vedere più. Gardner definisce la PAS (che può essere lieve, moderata o grave) come “una forma di abuso emotivo che si pone all’inizio di una cascata di eventi psichici dovuti al trauma dell’esposizione continuata dei figli al genitore indottrinante, il quale gli trasmette un vissuto di minaccia incombente per l’avvicinarsi dell’altro genitore, nonché il suo odio patologico”. Una situazione, spiega lo psichiatra, che “può predisporre allo sviluppo di problematiche evolutive come scarsa autostima, disturbo d’ansia da separazione, disorientamento affettivo-emotivo, fobie e/o paranoie”. E che, in età adulta, “può condurre a disturbi psicopatologici di varia natura come, ad esempio, forti stati depressivi e/o patologie narcisistiche, o abuso di droga/alcol”.

Le conseguenze giuridiche

In Italia la sindrome di PAS è stata riconosciuta da varie sentenze che hanno sancito il principio di diritto secondo cui, tra i requisiti di responsabilità genitoriale, figura anche la capacità di mantenere il legame con l’altro genitore, a tutela dell’interesse e del diritto del figlio alla bigenitorialità. La condotta del genitore collocatario o affidatario che “allontani materialmente o moralmente il figlio dall’altro genitore, e che dunque mantenga un comportamento alienante volto all’emarginazione e alla neutralizzazione dell’altro genitore”, si legge in una delle più recenti sentenze, è giudicato incostituzionale.
Patrizio Cossa, improvvisatore teatrale, scrittore, formatore aziendale, chef me papà di una splendida bambina, è il promotore del progetto Bar pap

Patrizio Cossa, improvvisatore teatrale, scrittore, formatore aziendale, chef e padre di una bimba, è il promotore del progetto Bar papà

Il Tribunale può dunque intervenire e arrivare perfino ad allontanare il minore da uno o entrambi i genitori. Ma è una soluzione auspicabile? Quanti genitori “alienati” hanno la forza o il coraggio di intraprendere percorsi giudiziari e psicologici così dolorosi per tutti? Ecco perché Maurizio Battista, come altri personaggi pubblici, usano le loro tribune per rivendicare diritti così difficili da rispettare. I video del comico hanno ricevuto moltissimi messaggi di sostegno e solidarietà da parte di altri papà. E anche qualche critica per aver reso pubbliche questioni private. Ma giudicare, in casi così dolorosi, non è semplice.