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Home » Attualità » Parma, la madre non biologica ottiene l’adozione della figlia con il doppio cognome

Parma, la madre non biologica ottiene l’adozione della figlia con il doppio cognome

Per i giudici anche la compagna di chi ha materialmente messo alla luce la bambina ha diritto ad esserne genitore, come "Parte essenziale e irrinunciabile della personalità"

Marianna Grazi
5 Settembre 2022
coppia omogenitoriale
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Una bambina con due mamme, non solo a casa ma ora anche di fronte alla legge. Il Tribunale dei minorenni di Bologna, con la sentenza di adozione e il doppio cognome attribuito alla bimba, mette la parola fine al lungo percorso legale di una coppia di donne di Parma, insieme da 11 anni e unite civilmente dal 2018, poco prima della nascita della figlia. Una fine attesa e desiderata, che vede finalmente soddisfatto il diritto delle due madri, in particolare di quella non biologica, di sentirsi – ed essere vista – come genitore della piccola. Ma è soprattutto è stato nell’interesse di quest’ultima che le due si sono battute per ottenerne il pieno e paritario riconoscimento.

Il Tribunale dei minorenni di Bologna ha approvato l’adozione con doppio cognome di una bambina figlie di una coppia di donne di Parma

I giudici emiliani hanno scritto infatti che l’adozione da parte della compagna della madre biologica risponde “pienamente al superiore interesse della minore, consentendole di godere della continuità affettiva, educativa ed emotiva di una famiglia solida e stabile, nella quale la stessa ha potuto costruire la propria identità”. E l’assunzione del doppio cognome “è una parte essenziale e irrinunciabile della personalità“. La decisione riguarda la bambina che ora ha tre anni e mezzo, nata con procreazione eterologa da donatore. Un caso esemplare, che segue altre vicende simili, ancora molto poche, e che è stato seguito da quelli di  altre due coppie, che quattro anni fa avevano ottenuto l’iscrizione con doppio cognome, poi cancellato, e hanno ottenuto il medesimo via libera nella stessa occasione.

La vicenda della bimba a Parma

Un mese dopo la nascita della bambina, figlia di una coppia di donne sposate lo stesso anno ma unite dal 2011, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti l’aveva iscritta all’anagrafe, riportando entrambi i cognomi delle due, madre biologica e compagna. Una scelta non gradita alla Procura di Parma che ha fatto ricorso dando il via a un procedimento giudiziario che, dopo due anni, ha portato alla cancellazione del cognome della seconda. Ma ora il tribunale, dopo quasi altri due anni, sancendo la ‘stepchild adoption‘, cioè l’adozione del figlio del partner (grande esclusa dalla Legge Cirinnà del 2016 sulle unioni civili e tema di costante scontro tra attivisti e mondo politico), ha ridato alla piccola il doppio cognome. “La relazione affettiva tra due persone dello stesso sesso che si riconoscano come parti di un medesimo progetto di vita” costituisce “a tutti gli effetti una ‘famiglia’ – osservano i giudici – luogo in cui è possibile la crescita di un minore, senza che il mero fattore ‘omoaffettività’ possa costituire un ostacolo formale”. “Siamo soddisfatte – commentano le due donne alla Gazzetta di Parma, che ha raccontato la loro storia a lieto fine – nonostante questo percorso ci sia costato tempo, energie e soldi. Speriamo che ora, per altri, sia più semplice – aggiungono -. È fondamentale però avere chi ti indica la strada e ti supporta, e noi abbiamo potuto fare affidamento sui nostri avvocati, Valentina Migliardi e Massimo Molé”. La bambina “è stata ignara di tutto, fortunatamente. Devo dire che non c’è mai stato un atteggiamento ostile. Una volta, all’asilo, un bambino ha detto una frase del tipo ‘lei ha due mamme’, ma la maestra è stata molto brava, è intervenuta e il tutto si è risolto senza particolari problemi”.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Una bambina con due mamme, non solo a casa ma ora anche di fronte alla legge. Il Tribunale dei minorenni di Bologna, con la sentenza di adozione e il doppio cognome attribuito alla bimba, mette la parola fine al lungo percorso legale di una coppia di donne di Parma, insieme da 11 anni e unite civilmente dal 2018, poco prima della nascita della figlia. Una fine attesa e desiderata, che vede finalmente soddisfatto il diritto delle due madri, in particolare di quella non biologica, di sentirsi - ed essere vista - come genitore della piccola. Ma è soprattutto è stato nell'interesse di quest'ultima che le due si sono battute per ottenerne il pieno e paritario riconoscimento.
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