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Pescara, signora sorda insultata e invitata ad uscire dalle Poste. La denuncia e la replica

Una donna di 76 anni sarebbe stata prima umiliata e poi allontanata da un'impiegata dell'l'ufficio postale. A raccontare la vicenda le associazioni Carrozzine determinate e Accessibilità & eventi deaf Aps

di MARIANNA GRAZI -
20 agosto 2022
Poste Italiane

Poste Italiane

Un atto di inciviltà a dir poco vergognoso. "Prima derisa, umiliata e invitata ad andarsene, ora accanimento e crudeltà. Succede a una signora sorda di 76 anni" in un ufficio delle Poste Italiane a Pescara. A denunciare la vicenda sono la presidente dell'associazione Accessibilità & eventi deaf Aps Donatella Ruggieri e quello dell'associazione Carrozzine determinate, Claudio Ferrante,  ricordando il primo episodio di luglio, quando la signora si recò nell'ufficio postale di cui è cliente dal 1982 per ritirare la pensione di invalidità, ma fu "invitata ad andarsene con uno sgraditissimo gesto delle mani. L'impiegata, nonostante le barriere protettive di plexiglass, non ha voluto abbassarsi la mascherina per far comprendere quanto comunicato attraverso la lettura labiale". Per le persone sorde, come abbiamo raccontato anche su Luce! attraverso le voci di Chiara Bucello e Ludovica Billi, creatrici della pagina "The Deaf Soul" su Instagram, la possibilità di leggere le labbra delle persone con cui parlano è indispensabile e l'utilizzo delle mascherine, pur indispensabile, ha reso questo semplice gesto molto più problematico. Basterebbe poco, in effetti, soprattutto adesso che l'obbligo di mascherina è stato tolto quasi ovunque e che, soprattutto negli uffici pubblici, ci sono altri tipi di protezione in grado di mantenere la giusta distanza di sicurezza tra impiegati e clienti. Tanto che, abbassare la mascherina per favorire la comprensione per le persone sorde o ipoudenti è un'azione tanto semplice quanto gratuita, che non toglie nulla a chi la compie ma permette ai cittadini con problemi di udito di aver accesso a servizi indispensabili.

Il presidente dell'associazione Carrozzine determinate Claudio Ferrante

La nuova discriminazione

Ma, come riportano le due stesse associazioni, l'incidente non si è concluso con l'allontanamento della signora. "A seguito della nostra denuncia pubblica - racconta Ferrante in una nota - Poste italiane chiede scusa per l'accaduto e veniamo convocati dal direttore dell'ufficio postale e dal responsabile provinciale della gestione tecnica operativa. Ci viene comunicato che sono state avviate verifiche interne per accertare responsabilità ed eventuali provvedimenti. Eravamo stati tranquillizzati sulla risoluzione del caso per la signora e per tutte le persone sorde e, in quella circostanza, avevamo regalato mascherine trasparenti per tutti i dipendenti". Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi; poi però, come dice il proverbio, "il lupo perde il pelo ma non il vizio" e la 76enne è di nuovo vittima di una "gravissima discriminazione: un'altra impiegata non abbassa la mascherina, nonostante in passato, anche nella fase emergenziale del Covid, tutti si erano abbassati la mascherina per consentire la lettura labiale". "Venerdì 12 agosto incontriamo nuovamente i dirigenti che - proseguono i presidenti - con educazione e sensibilità ci accolgono, ma nonostante il loro impegno ci hanno comunicato che non potevano garantire le pari opportunità alla signora sorda perché le impiegate rivendicavano il diritto alla sicurezza e che quindi, in futuro, non si sarebbero abbassate le mascherine e non avrebbero nemmeno indossato quelle trasparenti se pur per qualche secondo". Insomma una scelta di parte, delle impiegate, ingiustificata viste le barriere in plexiglass o in vetro che le separano dagli utenti degli uffici postali, ma accettata dall'azienda senza tenere minimamente conto del disagio arrecato, oltre che dell'evidente discriminazione.

Le associazioni, dopo il primo episodio di discriminazione di cui è stata vittima la donna a luglio, hanno donato mascherine trasparenti a tutti gli impiegati dell'ufficio postale

La replica di Poste Italiane

Dopo la denuncia, però, arriva la smentita di Poste Italiane, che in una nota fa sapere che "in relazione all'episodio segnalato dalle associazioni Carrozzine Determinate e Accessibilità & Eventi Deaf Aps, verificatosi nei giorni scorsi presso l'ufficio postale di via Nazionale Adriatica Nord di Pescara, comunica che la signora Di Martino, cliente abituale e conosciuta da tutto il personale dell'ufficio, è stata regolarmente servita e ha portato a termine tutte le sue operazioni presentate allo sportello". Nulla di quanto riportato nella nota da Ruggieri e Ferrante in merito al secondo episodio discriminatorio sarebbe insomma vero, almeno secondo l'azienda. La quale, inoltre, precisa come "in questi due ultimi anni e mezzo il personale, in ottemperanza alle disposizioni di sicurezza governative e alle indicazioni aziendali, ha sempre indossato le mascherine e la signora Di Martino ha comunque svolto le sue operazioni relazionandosi in modo ottimale attraverso modalità di comunicazione alternative come i messaggi scritti e, nelle operazioni più complesse, con l'intervento del direttore dell'ufficio postale. Nessuna discriminazione nei confronti della nostra cliente, quindi, ma grandi disponibilità e rispetto per tutti cittadini che frequentano gli uffici postali e per il personale che opera a stretto contatto con il pubblico al fine di garantire le operazioni a sportello contemperando la necessità di tutelare la sicurezza e la salute di chi frequenta le sedi di Poste Italiane e dei loro famigliari". Dove sia la verità o chi abbia ragione, tra coloro che denunciano un atto vergognoso e incivile e quelli che invece si difendono dicendo che non sia mai stata compiuta alcuna discriminazione, fatto sta che la signora Di Martino è la vera vittima, la persona che andrebbe tutelata e supportata, perché possa sentirsi parte di una comunità inclusiva, solidale e soprattutto civile.