La protesta rumorosa invade le strade. Palermo, Napoli, Roma, Bologna, Firenze e, soprattutto, Torino per un giorno si sono trasformate in una discoteca a cielo aperto. Migliaia di persone si sono ritrovate con un solo scopo: ballare e divertirsi, un gesto così semplice che è anche estremamente politico. Il gigantesco flash mob nasce proprio per protestare contro il decreto recentemente varato dal governo Meloni contro gli ormai noti rave party.
musica e a divertirsi in spazi autogestiti senza scopo di lucro protestando “contro un provvedimento che prevede per gli organizzatori di free party con più di 50 persone pene tra i 3 e i 6 anni di carcere”. Le manifestazioni hanno paralizzato le città e creato disagi per il traffico e la circolazione dei mezzi pubblici. In particolare, nel capoluogo piemontese un corteo composto da otto furgoni che mettevano musica e distribuivano cibo e bevande ha attraversato la città raccogliendo persone in tutto il suo percorso, ma non sono risultati danni rilevanti alle persone o alla proprietà pubblica e privata. La manifestazione era organizzata con delle regole precise: attenzione alla pulizia e all’assistenza reciproca. Tutto per dimostrare che la cultura dei free party non rappresenta un pericolo per la comunità. Le forze dell’ordine, presenti in gran numero lungo tutto il percorso, non sono mai dovute intervenire.
Su uno dei carri alla coda del corteo era presente anche Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo, producer, dj e cantautore di Ivrea che ha sostenuto la protesta insieme alla sua crew Ivreatronic, e ne ha diffuso il messaggio sui social. Cosmo porta avanti un discorso politico che non è scindibile dal suo lavoro come artista e cerca di sensibilizzare il pubblico sulla cultura dei free party e dell’importanza della musica come momento di aggregazione. A settembre del 2021 il cantautore aveva pubblicato una lettera aperta sulle pagine di "Quotidiano Nazionale" per chiedere il permesso di organizzare una tre giorni di musica a Bologna quando ancora le restrizioni Covid permettevano solo piccoli eventi con posti seduti e distanziati. Annunciata come una Street Parade, la manifestazione si è mossa sul ritmo della techno, del punk, della musica latina e della world music. Le manifestazioni erano collegate tra loro tramite le frequenze di radio libere. "Questo governo non propone soltanto un controllo del tempo libero – afferma Cosmo durante la manifestazione – la repressione è generale e ce ne stiamo accorgendo già dai primi mesi del suo insediamento".
“Siamo qui in piazza per dire no al decreto che reprime momenti di aggregazione e di libertà d’espressione, autogestione ed arte – così si legge nel volantino distribuito al corteo di Torino –. Tutto ciò che caratterizza da anni i free party. Vedendoci come criminali stanno concependo leggi che paragonano le nostre pratiche a reati molto più gravi come associazione a delinquere, sequestro di persona e tentato omicidio”. Il cuore della protesta è tutto nel finale: “Il free party non è un crimine”. A Torino il corteo ha sfilato da piazza Statuto al parco del Valentino dalle 13 di sabato 17 dicembre fino alle 23. Migliaia i manifestanti che hanno rivendicato il diritto alla Main Partner
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