Riforma dei consultori in Toscana: includere anche le persone Lgbtq

La presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, Francesca Basanieri: "Saranno presenti in tutti i territori e con servizi per una platea più ampia"

di SANDRA NISTRI -
9 giugno 2023
La Regione Toscana è al lavoro per riorganizzare il servizio dei consultori

La Regione Toscana è al lavoro per riorganizzare il servizio dei consultori

In questi giorni la Regione Toscana sta varando la riforma dei Consultori. Un atto importante con l’obiettivo di portare una visione diversa di questi strumenti che saranno aperti anche alle esigenze di una platea più ampia e alle diverse sensibilità, compresa quella gender fluid. Ne parliamo con la presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, Francesca Basanieri.
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La presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, Francesca Basanieri (Facebook)

Come giudica la riorganizzazione che sta per essere varata? "Credo che sia una buona riforma in cui la Regione tiene in qualche modo conto di quelle che sono le indicazioni ministeriali, in particolare del Decreto Ministeriale 77 del 2022, riguardo la sanità territoriale. Quindi, la Regione ha preso atto di questa nuova legge per riformare anche i consultori. Come commissione siamo soddisfatti di questo passaggio: questi servizi sono sempre stati un fiore all’occhiello per la nostra regione e devono continuare a esserlo".
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La Commissione Regionale Pari Opportunità della Toscana

Riforma consultori: le questioni di genere

Da parte di alcune realtà e associazioni sono emerse alcune critiche sul fatto che la riorganizzazione rischia di nascere già vecchia perché non terrebbe in considerazioni il dibattito e le nuove sensibilità sulle questioni di genere: che ne pensa? "In realtà più che di critiche e polemiche si è trattato di osservazioni rispetto al fatto che oggi questi sportelli non devono essere più per le sole donne ma per la famiglia, come era una volta quando il centro era familiare. L’idea di base è che debbano essere per tutti e per tutte le età, dai bambini agli adulti: maschi, femmine e anche persone Lgbtqia+.
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In questi giorni la Regione Toscana sta varando la riforma dei Consultori

Quindi ampliare il termine dei centri non solo alle donne e non solo alle donne per forza in età fertile ma a tutti: sia alle bambine che alle donne in menopausa, ma anche ai ragazzi, ad esempio, per i quali i dati evidenziano un aumento dell’infertilità e anche di alcuni tipi di tumori. Una volta, per assurdo, certe problematiche potevano essere individuate attraverso la visita militare, oggi invece dopo il pediatra i ragazzi vanno dal medico solo quando stanno male. Invece negli uffici sanitari potrebbero esserci diverse figure professionali anche in chiave prevenzione". Quali potrebbero essere gli strumenti, all’interno dei centri per le persone Lgbtqia+ e per chi non si riconosce in una precisa identità di genere? "Molte sollecitazioni in questo senso sono venute anche dal giro, gli Stati Generali delle Pari Opportunità, che, come Commissione Pari Opportunità, abbiamo effettuato tra le province toscane. Da questa iniziativa di ascolto, tra gli altri argomenti era venuta fuori la necessità che il servizio fosse il primo punto di appoggio per giovani Lgbtqia+.
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Un momento della tappa ad Arezzo (la prima) degli Stati generali della Pari Opportunità (Instagram)

Da questo primo approccio poi poteva arrivare una riposta multidisciplinare, quindi eventualmente, ad esempio, un endocrinologo, un ginecologo, uno psicologo e altri professionisti. Come accaduto in passato, lo sportello deve tornare a essere l’elemento centrale della medicina del territorio per poi instradare le persone, tutte, verso quelli che sono i loro bisogni. Un ascolto delle necessità per poi poter fornire percorsi e assistenza".

La riorganizzazione degli sportelli

Come dovrebbero essere distribuiti i nuovi consultori? "Una cosa sicuramente positiva della riorganizzazione della Regione che sarà varata a brevissimo termine è quella dell’uniformità di servizi sul territorio. Fino a oggi le diverse province non erano servite nello stesso modo mentre la riforma prevede che i servizi di base siano uguali per tutti i territori della regione, la cosa migliore sarebbe che questi strumenti fossero all’interno delle costituende Case della Comunità. Un aspetto che giudico importante è che la Regione, nella delibera che sarà approvata, chiede alle Asl di fare una prima ricognizione per capire quali sono i bisogni del territorio coperto che dipendono anche da come è formata la popolazione di riferimento. È chiaro, solo per fare un piccolo esempio, che una popolazione costituita prevalentemente da anziani avrà necessità di servizi diversi da una più giovane".