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Pride month, il 9% degli adulti si identifica come Lgbt+

E' quanto emerge da un sondaggio Ipsos effettuato in 30 paesi del mondo. In Italia il 61% è favorevole al matrimonio egualitario

di BARBARA BERTI -
6 giugno 2023
Il sondaggio Ipsos rileva che il 9% degli adulti si identifica come Lgbt+

Il sondaggio Ipsos rileva che il 9% degli adulti si identifica come Lgbt+

In Italia il 9% della popolazione si dichiara Lgbtqia+ e il 61% degli Italiani è favorevole al matrimonio egualitario. E’ quanto emerge dal sondaggio Ipsos (sulla sua piattaforma online Global Advisor), pubblicato per il Pride Month e condotto in 30 nazioni del mondo.
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In Italia il 9% della popolazione si dichiara Lgbtqia+, il 61% degli Italiani è favorevole al matrimonio egualitario

Nel dettaglio, tra febbraio e marzo scorso sono state intervistate 22.514 persone adulte di età compresa tra 18 e 74 anni in Canada, Sudafrica, Turchia e Stati Uniti, di età compresa tra i 20 e i 74 anni in Thailandia, di età 21-74 a Singapore e di età 16-74 negli altri paesi (Italia compresa). Il sondaggio rileva che il 9% degli adulti si identifica come Lgbt+ e c’è una maggior visibilità delle persone Lgbt+ rispetto ai dati registrati nel 2021 anche se con ampie variazioni da paese a paese. La maggior parte degli intervistati si dice favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso così come alle adozioni. Risulta, poi, un ampio sostegno alla protezione delle persone transgender dalle discriminazioni in ambito lavorativo e abitativa.

Orientamento sessuale e identità di genere

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In media, nei 30 paesi esaminati, il 3% degli adulti si identifica come lesbica o gay, il 4% come bisessuale, l'1% come pansessuale o omnisessuale e l'1% come asessuale.

In Italia il 2% si è definito omosessuale, il 3% bisessuale, l’1% pansessuali/omnisessuale e l’1% asessuato. C’è poi un 4% che si è definito transgender/genderfluid/non-binario. Complessivamente, quindi, siamo al 9% di autoidentificazione Lgbtqia+.
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Complessivamente, la quota media della popolazione queer autoidentificata è dell’8%, con il picco del Brasile al 14%

I membri della Generazione Z (ovvero i nati dal 1997 in poi) hanno il doppio delle probabilità dei Millenials (nati tra il 1981 e il 1996) e il quadruplo delle probabilità dei membri della generazione X o dei baby boomer (nati dal 1980 in giù) di identificarsi come omosessuali, bisessuali, pansessuali/omnisessuale o asessuali. Gli uomini hanno maggiori probabilità delle donne di identificarsi come gay/lesbiche/omosessuali (4% contro l'1% in media a livello globale), ma entrambi hanno la stessa probabilità di identificarsi come bisessuali, pansessuali/omnisessuali o asessuali. La Spagna è il paese dove gli intervistati hanno più probabilità di dichiararsi di essere gay o lesbiche (6%), mentre Brasile e Paesi Bassi sono i paesi con la maggior percentuale di bisessuali (entrambi 7%).
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Il Giappone è il paese dove gli intervistati hanno meno probabilità di identificare come gay o lesbiche (meno dell'1%) e come bisessuali (1%)

Il Giappone è il paese dove gli intervistati hanno meno probabilità di identificare come gay o lesbiche (meno dell'1%) e come bisessuali (1%). Alla domanda sulla propria identità di genere, a livello globale, l’1% si descrive come transgender, l'1% come non binario, non conforme al genere o fluido di genere e l'1% come nessuno dei due, ma in modo diverso da maschio o femmina. Complessivamente, la quota media della popolazione queer autoidentificata è dell’8%, con il picco del Brasile al 14% e il punto più basso di Perù e Giappone fermi al 4%.

Pride Month: aumenta la visibilità Lgbt+

pride-month-sondaggio-lgbt La visibilità delle persone Lgbt+ è aumentata rispetto al precedente sondaggio di due anni fa. In media, nei 30 paesi esaminati quest'anno, il 47% afferma di avere un parente, un amico o un collega di lavoro che è lesbica/gay/omosessuale, con un aumento di 5 punti rispetto al 2021. Il 26% dichiara di conoscere qualcuno che è bisessuale, con un aumento di 2 punti, mentre il 13% afferma di conoscere qualcuno che è transgender, con un aumento di 3 punti. Il 12% afferma di conoscere qualcuno che è non binario, non conforme al genere o fluido di genere, con un aumento di 3 punti.
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La diversità di genere è più visibile in tutta l'Anglosfera (tutte le nazioni di lingua inglese), in Brasile e soprattutto in Thailandia

Avere un parente, un amico o un collega di lavoro che è lesbica/gay o bisessuale è più comunemente segnalato in America Latina, Spagna, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. La diversità di genere è più visibile in tutta l'Anglosfera (tutte le nazioni di lingua inglese), in Brasile e soprattutto in Thailandia. Al contrario, la visibilità della comunità queer è più bassa in Giappone, Corea del Sud, Turchia, Romania, Ungheria e Polonia.

Il matrimonio tra persone dello stesso sesso

pride-month-sondaggio-lgbt In media, nei 30 paesi presi in esame, il 56% dichiara che le coppie dello stesso sesso dovrebbero potersi sposare legalmente. Il 16%, invece, afferma che dovrebbero essere autorizzate a ottenere un riconoscimento legale, ma non a sposarsi. Solo il 14% sostiene che non dovrebbero essere autorizzate a sposarsi o a ottenere nessun tipo di riconoscimento legale. In Italia, ben il 61% si è detto favorevole al matrimonio egualitario, con la Turchia unico Paese dei 30 dove la maggioranza si è detta contraria. Nel 2021 in Italia il picco di favorevoli aveva toccato il 63%.
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In media, nei 30 paesi presi in esame, il 56% dichiara che le coppie dello stesso sesso dovrebbero potersi sposare legalmente

Genitorialità tra persone dello stesso sesso

A livello globale, il 65% afferma che le coppie dello stesso sesso hanno la stessa probabilità degli altri genitori di crescere figli con successo e il 64% afferma che dovrebbero avere gli stessi diritti di adottare bambini delle coppie eterosessuali. Queste opinioni sono sostenute dalla maggioranza in 26 paesi su 30, compresi quelli dove le coppie dello stesso sesso non possono adottare bimbi (come l'Italia). I paesi dove gli intervistati si dichiarano contrari alle famiglie omogenitoriali sono Polonia, Turchia, Romania e Corea del Sud. In Italia, anche sul fronte adozioni per le coppie Lgbt+, la maggioranza si è detta a favore, arrivando al 64%, con un +5% rispetto al 2021.

Discriminazioni di genere

pride-month-sondaggio-lgbt A livello globale, il 67% afferma che le persone transgender affrontano almeno una “discreta” quantità di discriminazione, rispetto al 19% che afferma di subire discriminazioni scarse o nulle. La percezione di discriminazioni è più alta nei paesi di lingua spagnola e portoghese e più bassa in Svizzera, Germania e Giappone. La maggioranza degli intervistati in ciascuno dei 30 paesi esaminati (76% in media) concorda sul fatto che le persone transgender dovrebbero essere protette dalla discriminazione in ambito lavorativo, abitativo e nell'accesso ad attività commerciali come ristoranti e negozi. In media, il 60% degli intervistati concorda sul fatto che gli adolescenti transgender dovrebbero poter ricevere cure che affermino il genere con il consenso dei genitori.
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Il 53% concorda sul fatto che i documenti rilasciati dal governo, come per esempio i passaporti, dovrebbero avere opzioni diverse da "maschio" e "femmina" per le persone che non si identificano come nessuno dei due

Il 55% concorda sul fatto che le persone transgender dovrebbero essere autorizzate a utilizzare strutture per persone dello stesso sesso (per esempio bagni pubblici che corrispondono al loro genere). Il 53% concorda sul fatto che i documenti rilasciati dal governo, come per esempio i passaporti, dovrebbero avere opzioni diverse da "maschio" e "femmina" per le persone che non si identificano come nessuno dei due. Il 47% sostiene, poi, che i sistemi di assicurazione sanitaria dovrebbero coprire i costi della transizione di genere nello stesso modo in cui coprono i costi di altre situazioni mediche. Tra i 30 paesi esaminati dal sondaggio Ipsos, il sostegno a varie misure pro-transgender è costantemente alto in Thailandia, Italia, Spagna e in tutta l'America Latina mentre tende ad essere più basso in Corea del Sud, nell’Europa orientale, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove i diritti e le tutele dei transgender sono diventati questioni politiche.