Robert McElroy, il “cardinale eretico” è il nuovo arcivescovo di Washington

Il porporato, già contestato dalle frange tradizionaliste a stelle e strisce, sostituisce il cardinale Wilton Gregory. Il suo impegno a favore dei migranti, del cambiamento climatico, dell’accoglienza alla comunità Lgbt e le critiche a Trump

di MARCO PILI
6 gennaio 2025
Robert McElroy assieme a Papa Francesco (ANSA)

Robert McElroy assieme a Papa Francesco (ANSA)

Si prospettano nubi scure e minacciose sull’arcidiocesi di Washington dopo che, nelle scorse ore, Papa Francesco ha nominato il cardinale Robert McElroy nuovo arcivescovo di Washington. La comunità, che conta oltre 680mila battezzati, è una delle più importanti degli Stati Uniti, soprattutto in funzione della sua centralità e vicinanza ai luoghi di potere della capitale. Un fattore che, se associato all’impopolarità di McElroy tra i fedeli più ortodossi, ha scatenato fin da subito moltissime polemiche. Obiezioni che, sulle pagine della stampa italiana di settore, sono valse allo stesso cardinale l’etichetta di “eretico”.

Chi è Robert McElroy

Nato nel 1954 in California, McElroy diviene ordinato a sacerdote nel 1980, a 26 anni. La sua formazione, particolarmente variegata e di ampie vedute, gli permette di spaziare abilmente tra storia, scienze politiche e teologia. Competenze che, in funzione della rinnovata attenzione di Papa Francesco verso una comunità più inclusiva, gli hanno consentito di divenirne uno dei principali interlocutori negli Stati Uniti.

Radicatosi a San Diego, dove ha ricoperto per anni la carica di arcivescovo, si è contraddistinto per la realizzazione di una delle realtà più inclusive – per quanto concernono, ovviamente, gli evidenti limiti imposti dal cattolicesimo – della realtà religiosa americana. Aspetti che hanno favorito, negli anni, la sua nomina a cardinale, occorsa nel 2022. Gli aspetti cardine della sua attività religiosa, ad oggi, sono stati una rinnovata attenzione nei confronti dei migranti, del cambiamento climatico, dell’accoglienza delle persone appartenenti alla comunità Lgbt e, infine, le ferventi critiche a Donald Trump.

Tutti fattori che lo allontanano, ovviamente, da un’ortodossia conservatrice e limitante che, tanto sul piano politico quanto su quello sociale, sembra pronta a prendere sempre più piede in molte aree del mondo. La sua “inclusione radicale”, come definita dai canali comunicativi religiosi, entrerebbe così in contrasto con i principi dei testi sacri del cattolicesimo, aprendo ad una pericolosa – per coloro che supportano queste posizioni – inclusione nei confronti di chi, ad esempio, ha praticato o sostiene l’aborto, o di chi è omosessuale. Linee di pensiero che, auspicabilmente, diverranno al più presto anacronistiche, concedendo ai fedeli e alle fedeli un luogo dove poter esprimere il proprio credo senza venire giudicati e giudicate da dogmi millenari.