"Cari omosessuali, normali non lo siete": il generale Roberto Vannacci al centro della polemica

Nel volume autoprodotto "Il mondo al contrario" l'attuale comandante dell'Istituto Geografico Militare di Firenze attacca "la dittatura delle minoranze". Ma l'Esercito prende le distanze

di EDOARDO MARTINI -
17 agosto 2023
Il generale Roberto Vannacci (Instagram)

Il generale Roberto Vannacci (Instagram)

È bufera sulle dichiarazioni del generale Roberto Vannacci pubblicate sul libro autoprodotto Il mondo al contrario. Nonostante i pesanti attacchi agli omosessuali, al femminismo, all'ambientalismo, ai clandestini, ritenuti delinquenti e stupratori per antonomasia, il volume, uscito il 10 agosto, sta riscuotendo un discreto successo (è in terza posizione della saggistica su Amazon e il più venduto di oggi), simbolo purtroppo di un sentimento condiviso.

Gli attacchi del generale Roberto Vannacci

"Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!", è solo il primo dei pesanti attacchi contenuti nelle 357 pagine del Mondo al Contrario. Poi, parlando di legittima difesa, l'ex generale della Folgore non usa mezzi termini. Se un ladro entra in casa "perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani", "se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?". L'ufficiale di alto grado passa quindi in rassegna quelle che, a suo avviso, sono le afflizioni della società. Dagli "occupanti abusivi delle abitazioni che prevalgono sui loro legittimi proprietari – si legge nella quarta di copertina -; a chi spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale; a quando veniamo obbligati ad adottare le più stringenti e costosissime misure antinquinamento, ma i produttori della quasi totalità dei gas climalteranti se ne fregano e prosperano".
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Nel mirino del 54enne sono finiti anche gli ambientalisti, gli immigrati clandestini e le famiglie arcobaleno (Instagram)

E ancora: "Quando definirsi padre o madre diventa discriminatorio, scomodo ed esclusivo perché urta con chi padre o padre non è; a quando si inneggia a larga voce per l'adozione di sempre più disparati diritti senza prevedere un altrettanto fitta schiera di doveri". "Quando non sai più come chiamare una persona di colore perché qualsiasi aggettivo riferito all'evidentissima e palese tinta della sua pelle viene considerato un'offesa (l'esempio di Paola Enogu che è italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità'); a quando nei bar si incontrano persone che portano al guinzaglio maiali vestiti con cappottini rosa". Infine la dedica: "Molti chiamano questa condizione Civiltà e Progresso. Ecco, questo libro è dedicato a tutti gli altri!".

L'Esercito prende le distanze

L'Esercito Italiano, attraverso una nota, ha preso immediatamente le distanze dal volume e dal suo autore: "La Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall'Ufficiale". "Si precisa che l'Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso l'Esercito si riserva l'adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine", le parole nella nota.
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L'uomo con la Brigata paracadutisti Folgore (Instagram)

Nardella: "Firenze città impegnata per i diritti". Ministro Crosetto: "Farneticazioni personali"

"Le parole espresse da Roberto Vannacci nel suo libro, stando a quanto riportato dai mezzi di informazione, sono di una gravità inaudita e mi lasciano sconcertato, anche perché espresse da un servitore dello Stato, un alto ufficiale dell'Esercito italiano nonché comandante di una storica e prestigiosa istituzione di Firenze come l'Istituto geografico militare". Così il sindaco di Firenze Dario Nardella. "Firenze è città universale, da sempre impegnata per i diritti delle persone contro ogni discriminazione - aggiunge il primo cittadino in una nota -. Per noi è inaccettabile che una Istituzione della nostra città sia guidata e rappresentata da una persona che manifesta idee così aberranti e offensive. Mi chiedo sommessamente che giudizio diano e cosa pensino di fare a riguardo le autorità governative". Arriva immediata anche la replica del ministro della Difesa Crosetto, il quale sostiene che quelle del generale sono "farneticazioni personali", che "non vanno in alcun modo utilizzate" per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Ribadendo quanto già espresso su Twitter a proposito del libro autopubblicato, in cui si insultano minoranze, migranti femministe, ambientalisti, omosessuali, la comunità Lgbtq+. Nella nota si ricorda che Vannacci non è più Comandante della Brigata Folgore da tempo e che oggi guida dell`Istituto Geografico Militare. "Il Generale Vannacci ha espresso opinioni personali che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione repubblicana - ha sottolineato ancora Crosetto -. Per questo sarà avviato dalla Difesa l'esame disciplinare previsto".

Chi è Roberto Vannacci

Vannacci è un Generale italiano, già comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. Ha ricoperto i ruoli di comandante del 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", della Brigata Paracadutisti "Folgore" e del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq.
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"Cari omosessuali, normali non lo siete", il pesante attacco del comandante (Ansa)

Con il grado di tenente ha assunto il comando del Distaccamento incursori e ha partecipato alla Missione Ibis in Somalia (1992-1994). Successivamente ha diretto una Compagnia incursori e, dal 2004 al 2006, ha assunto il comando del Battaglione incursori. Nel 2009, viene inviato in Afghanistan come assistente militare del capo di stato maggiore della International Security Assistance Force (ISAF), il generale Marco Bertolini, primo ufficiale italiano a ricoprire tale incarico. In seguito, dal 2014 al 2016, ha assunto l'incarico di capo ufficio relazioni internazionali del III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, dove ha consolidato la rete di cooperazione internazionale militare tra l'Italia e le nazioni alleate e amiche. Nel 2016, viene promosso come comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore". Successivamente, ha assunto l'incarico di capo di stato maggiore della Divisione "Vittorio Veneto". Da comandante di distaccamento operativo incursori ha preso parte alle operazioni in Somalia, Rwanda e Yemen. Dal gennaio 2020 è stato addetto per la Difesa per la rappresentanza diplomatica italiana a Mosca, con accreditamenti in Bielorussia, Armenia e Turkmenistan. Sotto tale profilo ha gestito il periodo caratterizzato dall'inasprirsi dei rapporti tra l'Italia e la Federazione Russa, a causa dell'invasione russa dell'Ucraina.
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Vannacci, a capo dell'Istituto geografico militare, ha pubblicato il 10 agosto il libro "Mondo al contrario"

Dichiarato "persona non grata" dalle autorità russe, come rappresaglia per le espulsioni decise dal Ministro degli esteri italiano a seguito delle vicende belliche tra Russia e Ucraina, ha concluso l'incarico nel settembre del 2022. Nel 2023 ha assunto il comando dell'Istituto Geografico Militare di Firenze.

La questione dell'uranio impoverito

Il generale Vannacci è stato al centro di un acceso dibattito in merito all'esposizione dei militari italiani ai rischi dell'Uranio impoverito e dei metalli pesanti in zona d'operazione. Sulla base di quanto riportato da alcune testate giornalistiche, durante il comando della missione Prima Parthica in Iraq (2017-2018), il comandante ha presentato due esposti alla Procura militare e alla Procura ordinaria di Roma denunciando gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano. L'uomo, nominato datore di lavoro negli ultimi mesi del suo comando in Iraq, ha denunciato il pericolo di esposizione alle particelle di uranio impoverito all'interno del suo Documento di valutazione dei rischi (DVR) smentendo, de facto, i vertici del Ministero della Difesa che, per anni, hanno sostenuto l'inesistenza di tale minaccia per la salute.