Le autorità russe hanno definito i due gestori di un bar Lgbtq “terroristi ed estremisti” dopo il loro arresto a inizio marzo ed in attesa del processo nei loro confronti, in quello che è il primo procedimento penale di questo genere seguito alla nuova ondata di repressione contro le minoranze sessuali nella Federazione russa.
A novembre la Corte suprema russa ha bandito il cosiddetto «movimento Lgbt internazionale» per «estremismo», che è stato il motivo per l'arresto dell'amministratore del bar Pose Diana Kamilianova, 28 anni, e del direttore artistico Alexandre Klimov, 21 anni, a Orenburg, nel sud-ovest della Russia all'inizio di questo mese. Rischiano fino a 10 anni di carcere con l'accusa di "estremismo” e di “promozione di rapporti sessuali non tradizionali tra i frequentatori del bar”, e il tribunale di Orenburg ha detto che rimarranno in custodia fino al 18 maggio.
Le forze dell'ordine avevano fatto irruzione nel bar il 9 marzo scorso. Gli arresti avvengono nel contesto di una svolta ultra-conservatrice che si è accelerata da quando il Cremlino ha lanciato l'offensiva in Ucraina, presentando il conflitto come una battaglia contro l'Occidente e i suoi valori liberali. Nel dicembre 2022, Putin ha ampliato la legge del 2013 che vieta la promozione di relazioni "non tradizionali” con i bambini, per criminalizzare qualsiasi menzione pubblica positiva delle persone o delle relazioni Lgbtq.