Scampata alla morte a 25 anni, Anna Rita Calavalle: "Ho cercato delle strade per raccontare e aiutare"

Oggi è consulente della Commissione bicamerale contro la violenza di genere e il femminicidio, nel 1981 l'ex partner le sparò al volto. "Il giudizio esterno arrivava come una staffilata"

di FRANCESCO PIERUCCI -
12 gennaio 2024
Anna Rita Calavalle

Anna Rita Calavalle

Si può trasformare il dolore in una missione o è semplice retorica? Una domanda enigma, ma ci sono tante storie che ci insegnano che si può. Anna Rita Calavalle, professoressa universitaria, ginnasta e giudice di gara, lo fa da oltre 40 anni. Precisamente dal 1981, quando l’ex fidanzato le sparò un colpo di fucile in volto. Dopo una carriera da insegnante, prima al liceo classico e poi all’Università di Urbino, oggi fa parte della componente ‘laica’ nella Commissione bicamerale contro la violenza di genere e il femminicidio. Un gruppo di lavoro all’interno del Governo per trovare strumenti e soluzioni contro la violenza.

Il lavoro in Commissione

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La presidente eletta della Commissione bicamerale contro la violenza di genere e il femminicidio è la deputata Martina Semenzato di Noi moderati

"Solo da alcuni mesi è bicamerale e oltre al femminicidio tratta di violenza di genere. A febbraio saranno formate le sotto-commissioni dove, concordando con la presidente, l’onorevole Martina Semenzato, mi occuperò di educazione e sport. Ho diverse idee, nate negli anni che ho passato a scuola e nello sport. Intanto stiamo facendo audizioni online alle maggiori associazioni associazioni anti violenza, sia su territorio nazionale che estero". A quali progetti sta pensando? "Azioni che a costo zero potrebbero portare grandi contributi nelle scuole e nelle società sportive. Specie in questo ultimo settore c’è grande richiesta di parametri contro la violenza e la disparità. Ma anche a programmi per contrastare alcol e violenza".

L'esperienza terribile di Anna Rita Calavalle

Lei incontrò la violenza da vicino in tempo ben diversi, quando ancora non c’era sensibilità sul tema. "Sono una superstite di femminicidio. Avevo 25 anni quando mi è stato sparato un colpo di fucile al viso. È un caso se sono ancora qui. L’autore ha fatto poi la stessa cosa su se stesso. Ho avuto il peso di una situazione che riguardava la morte di questa persona.
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Scampata alla morte per l'aggressione dell'ex fidanzato, da 40 anni parla alle scuole, come docente e ora anche come consulente della commissione (Facebook)

A questo andava aggiunto il giudizio esterno, che arrivava come una staffilata, specie in una piccola realtà. Non so se sia più difficile così o aver dovuto affrontare un processo". Cosa c’era di diverso nel racconto dell’epoca rispetto ad oggi? "Al tempo non se ne parlava molto, specie sui media. A me è successo nel dicembre del 1981 e ricordo che il Resto del Carlino fece un paio di articoli e un servizio al Tg3. Tutto il rimbalzo che c’è adesso con le possibili supposizioni me lo sono risparmiato. All’epoca le chiacchiere, pesanti, arrivavano dalla piazza che era il nostro media. Come spirito di sopravvivenza ho cercato delle strade per raccontare e aiutare".

Raccontare e aiutare contro la violenza di genere 

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Calavalle durante un incontro pubblico

  Come? "Iniziando dagli studenti e le loro storie di adolescenti, e poi negli istituti scolastici stessi. Mi sono capitate diverse confidenze, il confronto con i giovani è stata una grande risorsa e mi ha permesso di capire diverse situazioni dove i ragazzi potevano tornare indietro. Ho sfruttato la mia esperienza in ‘positivo’. Chi ha avuto una esperienza forte, estrema, o viene schiacciato o rinasce. Una mia alunna è stata Lucia Annibali che mi ha cercata dopo quello che le è successo, ci siamo parlate molto. Lei ha fatto un grande lavoro con Maria Elena Boschi e dopo avermi citato nel suo libro tante scuole in Italia mi hanno chiamato. A Monza, in una casa circondariale dove erano presenti anche alunni, quattro anni portai la mia storia e ne rimase colpito il senatore Massimiliano Romeo, della Lega, che mi ha proposto per la Commissione". Oggi che situazione vede? "Vedo molta fragilità e smarrimento tra i giovani. Bisogna fare ancora tanto e continuare a seminare, anche se il terreno di oggi è molto mobile".