Scherma donne, nei titoli di giornale niente nomi ma generici ruoli. Scoppia la polemica

Alberta Santuccio, Giulia Rizzi, Mara Navarria e Rossella Fiamingo sono professioniste. Non ‘l’amica di’ o ‘la mamma’, come sono state definite dopo l’impresa nella gara a squadre a Parigi 2024

di CHIARA CARAVELLI -
31 luglio 2024
titoli repubblica - 1

I titoli di Repubblica sulla vittoria della gara a squadra femminile di spada

“Italia oro nella spada squadre, francesi battute in casa. Le 4 regine: l’amica di Diletta Leotta, la francese, la psicologa e la mamma”. Sta facendo discutere e non poco – sarebbe stato strano il contrario – il titolone col quale il quotidiano la Repubblica è uscito poco dopo la vittoria di Alberta Santuccio, Giulia Rizzi, Mara Navarria e Rossella Fiamingo nella gara a squadra della spada femminile da martedì 30 luglio.

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Le quattro spadiste italiane hanno compiuto ieri sera un’impresa storica, vincendo all’ultima stoccata contro le padrone di casa sulla pedana caldissima del Gran Palais. Un’impresa storica tutta al femminile che, come purtroppo molto spesso succede, viene cancellata da titoli di giornale che si ‘dimenticano’ nomi e cognomi delle atlete in gara.  Alle donne, ancora una volta, vengono affibbiati dei ruoli familiari, privati o professionali, ma sempre nel più completo anonimato. 

Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi e Mara Navarria sono campionesse olimpiche nella spada
Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi e Mara Navarria, campionesse olimpiche nella spada

Il titolo entrato al centro delle polemiche è stato poi corretto e il risultato è stato ancora peggio. Come si dice, la toppa è peggio del buco. Infatti ‘l’amica di Diletta Leotta’ è diventata ‘la musicista’ e ‘la mamma’ è diventata ‘la veterana’. Già tanto se per l’etnea Fiamingo non hanno scritto direttamente ‘la fidanzata di Paltrinieri’, tanto c’erano.

Se la stessa identica impresa fosse stata compiuta dagli uomini, i titoli avrebbero esaltato l’impresa non solo con nome e cognome, ma anche con aggettivi che, a differenza di quanto succede per le donne, non riguardano la sfera dell’estetica. Insomma è di nuovo una questione di sessismo e non solo, di gender gap, di maleducazione.  

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Da ricordare, in questo senso, l’aggettivo ‘bellissima’ apparso sulla Rosea Gazzetta dello Sport dopo che Jasmine Paolini aveva raggiunto la sua prima finale a Wimbledon, qualche settimana fa. Tornando alle nostre spadiste, anche l’ex schermitrice Margherita Granbassi (che si è commossa dopo la stoccata vincente di Santuccio che ha regalato l’oro all’Italia) si è espressa rispetto al titolo di Repubblica: “Brave ragazze, volevo solo fare un piccolo accenno – le sue parole – a una cosa che ho visto appena finita la gara. Il primo titolo che mi è capitato sott’occhio è stato quello di Repubblica sul sito online. Le atlete vengono descritte come l’amica di Diletta Leotta, la psicologa, la francese, la veterana. No, loro si chiamano Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Alberta Santuccio e Giulia Rizzi”.