
Una risonanza magnetica
Si chiama “Tobia” il servizio nato nel 2019 al Policlinico Camillo Forlanini di Roma per offrire a persone con disabilità intellettiva o relazionale la possibilità di accedere a procedure diagnostiche utili a prevenire e curare patologie non direttamente collegate alla malattia di base.
Spieghiamoci meglio: l’iniziativa si rivolge a pazienti di età compresa tra i 6 e i 65 anni, che spesso faticano a sottoporsi a esami impegnativi come risonanza magnetica, endoscopia gastrica, elettrocardiogramma o persino un semplice prelievo di sangue, proprio a causa della loro condizione di disabilità intellettiva e relazionale (parliamo per esempio di autismo, sindrome di Down). In alcuni casi è necessaria addirittura la sedazione profonda, ma in molte situazioni basterebbe adottare modalità e procedure adeguate, intese come un vero “tempo di cura”, affinché il paziente si senta consapevolmente tranquillo di fronte all’atto medico. Un approccio più umano, insomma, realmente a misura del paziente.
La diseguaglianza sanitaria per le persone con disabilità
Perché è così importante un approccio personalizzato? Cominciamo col dire che il “Rapporto globale sull’equità sanitaria per le persone con disabilità”, diffuso dall’OMS nel dicembre 2022, mostra che per chi ha una grave disabilità l’aspettativa di vita risulta ridotta fino a vent’anni a causa di disuguaglianze sanitarie sistemiche e persistenti. Un dato indubbiamente allarmante, che sottolinea l’urgenza di servizi come Tobia per garantire gli stessi standard di diagnosi e cura delle persone senza disabilità, ridurre il trauma dell’ospedalizzazione, limitare i ricoveri e i passaggi in Pronto Soccorso e, non ultimo per le famiglie con persone con disabilità intellettiva e relazionale, abbattere i tempi di attesa.
A tal proposito e sempre per volontà del Servizio TOBIA, è stata pubblicata una versione scaricabile del libro “Un tuffo nel blu – Un modello operativo di cura in situazioni complesse: il valore dell’ascolto, dell’accoglienza e dell’accompagnamento nella Sanità Pubblica”. In queste pagine sono raccolte testimonianze e riflessioni delle famiglie dei pazienti e degli operatori, che raccontano come la cura, se personalizzata e strutturata, possa abbattere barriere spesso considerate insormontabili. Intanto, dal 2019 a marzo 2024, il Servizio Tobia ha preso in carico oltre 1.071 pazienti, 250 dei quali negli ultimi 12 mesi. Il totale delle prestazioni effettuate finora è di circa 3.900.
Come accedere al Servizio TOBIA
L’accesso al Servizio TOBIA – che, si ricorda, è un servizio pubblico - avviene attraverso il Padiglione Antonini, dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini (06-58706099) ed è disponibile il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 8.00 alle 10.00 per il triage telefonico e per informazioni. Fuori orario è comunque possibile inviare un messaggio WhatsApp al numero 346/2337741 e si verrà ricontattati entro 24 ore. L’indirizzo email di riferimento è progettotobia@scamilloforlanini.rm.it.
Durante il triage telefonico vengono raccolti dati anamnestici e anagrafici, ma soprattutto le particolarità della persona, che permetteranno al team di Tobia di elaborare il piano di intervento individualizzato, coinvolgere le unità operative necessarie, accompagnare il paziente in ogni fase del percorso diagnostico e terapeutico e, non ultimo, occuparsi di facilitare le pratiche amministrative. L’obiettivo principale è ridurre il numero di accessi in ospedale, concentrando più prestazioni (come esami di laboratorio, strumentali o indagini di imaging) in un’unica seduta e agevolando i percorsi clinico-assistenziali. Il Servizio Tobia promuove anche la formazione di medici e altri professionisti sanitari, per migliorare le competenze nella gestione delle persone con disabilità intellettiva e si inquadra all’interno della Rete D.A.M.A. (Disabled Advanced Medical Assistance), nata all’Ospedale San Paolo di Milano nel 2002 e oggi presente in quasi 20 città italiane.
Soltanto nel Lazio, il servizio è presente in numerosi ospedali, riportati sotto forma di elenco con i relativi recapiti in questa pagina web. Ci si accorgerà subito che la diffusione del Servizio Tobia in tutta la regione è capillare e dimostra come un’idea di sanità vicina ai più fragili possa trasformarsi in un modello operativo concreto. Un modello che promuove l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento, riducendo disuguaglianze e barriere, e che garantisce, finalmente, cure e prevenzione anche a chi spesso ne è stato escluso. L’augurio è che questa esperienza possa continuare a crescere, offrendo soluzioni su misura e assicurando a chiunque la possibilità di ricevere l’assistenza adeguata alle proprie esigenze.