Paziente guarito dall’HIV grazie al trapianto di cellule staminali: è il settimo al mondo

Il “secondo” paziente di Berlino, un 60enne che ha scoperto di essere positivo nel 2009, oggi è libero dal virus. E fa compiere un altro importante passo avanti alla ricerca scientifica

di AMBRA NARDI
31 luglio 2024
Settimo paziente al mondo guarito dall'Hiv

Settimo paziente al mondo guarito dall'Hiv

Un uomo di 60 anni, positivo all’HIV dal 2009, non mostra più tracce del virus dal 2018. È il secondo a Berlino e settimo paziente al mondo guarito. Nella capitale tedesca infatti, già nel 2008, Timothy Ray Brown era passato alla storia come il “paziente di Berlino”, il primo al mondo a guarire dal virus. 

Il “secondo” paziente berlinese, così chiamato dalla comunità scientifica il nuovo paziente guarito a Charité – Universitätsmedizin Berlin – lo stesso ospedale tedesco che trattò Brown, porta con sé un’importante novità per il futuro della medicina. L’uomo, che non sta più assumendo nessun tipo di terapia antivirale e non presenta più tracce del virus nel sangue, è stato curato con un metodo leggermente diverso dai suoi predecessori. 

Il paziente era stato diagnosticato positivo il virus dell’HIV nel 2009 e con la leucemia mieloide acuta nel 2015, per cui si è sottoposto a un trapianto di midollo osseo. La procedura ha un rischio di morte del 10% e va essenzialmente a sostituire il sistema immunitario dell’individuo. 

I precedenti e la novità del caso 

NASTRO ROSSO
Il nastro rosso simbolo internazionale della lotto contro l'AIDS

Nei precedenti casi di guarigione, i pazienti hanno ricevuto cellule staminali da donatori con una rara mutazione in cui mancava una parte del gene CCR5, impedendo all'HIV di entrare nelle cellule del loro corpo. I donatori avevano ereditato due copie del gene mutato CCR5 – una da ciascun genitore – rendendoli sostanzialmente immuni all’HIV.

In questa occasione la ricerca di un donatore di cellule staminali le cui caratteristiche tissutali corrispondessero a quelle del ricevente (oltre ad essere portatore della mutazione Delta-32 del recettore CCR5 che conferisce immunità al virus) non ha dato esattamente gli esiti sperati. 

Il secondo paziente Berlinese è stato il primo a ricevere cellule staminali da un donatore avente ereditato solo una copia del gene mutato. Trovare un donatore con queste caratteristiche è meno raro rispetto a trovare un donatore con entrambe le copie mutate: in Europa si parla di un 15% contro un 1%. 

Una sorprendente scoperta

Quello che stupisce è come il trapianto abbia avuto successo non solo per la cura della leucemia mieloide acuta ma anche per l’HIV. Il paziente è stato monitorato attentamente e, nel 2018, ha interrotto di propria iniziativa la terapia antivirale raccomandata. Nei controlli approfonditi di follow-up, l’equipe sanitaria non ha trovato alcuna traccia del virus: il sistema immunitario del paziente è funzionante e non sono state trovate ulteriori cellule tumorali. 

È comunque importante specificare che se il caso del secondo paziente di Berlino sembra promettente per la ricerca di una cura per l’HIV, che funzioni su più individui possibili, il periodo di follow-up è ancora troppo breve per considerare il paziente ufficialmente guarito dal virus. Un’ulteriore eccezione tra i sette soggetti guariti è data dall’uomo di Ginevra che ha ricevuto un trapianto da un donatore senza mutazioni CCR5, ma ha comunque ottenuto una remissione a lungo termine.