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Smog killer: l'inquinamento uccide 68mila italiani l’anno. I dati parlano chiaro

Al via campagna ‘One healthon’: obiettivo realizzare azioni concrete per promuovere benessere dei cittadini anche con tutela ambiente. “Prevenire i tumori e invecchiare bene”

di DOMENICO GUARINO -
22 agosto 2023
Salute, lo smog uccide 68mila italiani l’anno

Salute, lo smog uccide 68mila italiani l’anno

Smog killer: 68mila in Italia (80mila secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale-Sima), 7 milioni nel mondo (secondo stime Oms): sono i numeri della strage silenziosa che si consuma ogni anno a causa dello smog. Morti premature o evitabili, rese drammaticamente reali dall’ inquinamento atmosferico. Nonostante le campagne dei misteri competenti e delle associazioni ambientaliste, malgrado il tema si sia fatto ormai massicciamente strada anche nel dibattito pubblico, i dati ci dicono che nel nostro Paese i livelli di PM 2.5 restano ben al di sopra dei limiti sanitari stabiliti dall’Oms nelle Linee Guida 2021 per la Qualità dell’Aria.

Smog killer, la campagna

Italia poco attenta dunque. E anche Italia maglia nera in Europa, visto che gli altri Paesi stanno compiendo passi avanti tangibili. Come la Germania, ad esempio, dove le stime di decessi prematuri da PM2.5 sono passate da 58.600 del 2016 a soli 28.900 del 2020. Per avere un termine di paragone, nello stesso periodo, lungo lo Stivale, siamo passati da 58.600 a 52.300 morti premature (dati Sima).

Secondo i dati, nel nostro Paese i livelli di PM 2.5 restano ben al di sopra dei limiti sanitari stabiliti dall’Oms nelle Linee Guida 2021 per la Qualità dell’Aria

“Serve un nuovo approccio alla promozione della salute della popolazione che deve sempre più tenere conto anche dei fattori ambientali” dice Rossana Berardi, docente di oncologia medica all’Università Politecnica delle Marche e coordinatrice della campagna One Healthon: la rete della salute, appena partita.

Gli obiettivi

Obiettivo, realizzare azioni concrete, e avviare nuove campagne d’informazione e sensibilizzazione, per promuovere il benessere dei cittadini anche attraverso una maggiore tutela dall’ambiente. Fino al 24 settembre sarà possibile sostenere l’iniziativa donando al 45598, con Sms o chiamando da rete fissa. Il network che ha lanciato l’iniziativa riunisce medici, ricercatori, scienziati dell’ambiente, professionisti ed esperti insieme uniti per progettare azioni concrete per la nostra salute e quella delle nuove generazioni. “Un nuovo approccio alla promozione della salute della popolazione deve sempre più tenere conto anche dei fattori ambientali”, spiega la coordinatrice Berardi anche in riferimento all’alto numero di morti premature legate all’inquinamento. In generale, quello degli effetti dell’inquinamento sulla salute dell’uomo è un tema ancora troppo sottovalutato. Eppure, stando all’allarme lanciato oramai 7 anni fa dall’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), sono ben 467mila le morti premature causate ogni anno in Europa dalle polveri sottili, 71mila le vittime del biossido di azoto (NO2), 17mila e quelle dell’ozono (O3). Dati allarmanti anche se le tre cifre non possono essere sommate a causa di numerose sovrapposizioni fra i tre inquinanti.
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Combustibili fossili: la principale fonte di inquinamento da particolato

I dati

Nel nostro continente l’85% della popolazione urbana è stato esposto alle cosiddette 'polveri sottili' (il particolato PM2.5) a livelli ritenuti dannosi per la salute dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. E a livello globale le cose vanno anche peggio: per il 99% della popolazione del mondo ogni singolo respiro contiene sostanze inquinanti che danneggiano la salute. Tanto da spingere il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un video diffuso via social n occasione della giornata designata dall’Onu come “International Day of Clean Air”, ad affermare “ abbiamo bisogno di pulire la nostra aria e di farlo in fretta”.
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Una recente ricerca ha nuovamente analizzato il legame tra inquinamento e demenza

Ben vengano dunque le attività di prevenzione e diffusione della necessaria consapevolezza presso i cittadini. Anche al fine di adottare degli stili di vita più sani. Considerato che cattive abitudini alimentari o pessimi stili di vita (eccessivo consumo di alcol, poso movimento, fumo) rappresentano altrettanti fenomeni di rischio che si vanno ad aggiungere alle condizioni ambientali. “In questi primi mesi di attività progettuale - continua Berardi - abbiamo già effettuato oltre 3.000 visite gratuite di screening alla cittadinanza e promosso una nuova cultura del benessere attraverso webinar informativi. Sono state condotte anche iniziative locali in presenza nelle Marche e in Calabria e sono in cantiere eventi simili in altre Regioni. Il nostro è dunque un progetto in forte crescita, ogni giorno, grazie al contributo di tanti specialisti che dedicano la loro professionalità allo sviluppo dello stesso”.