In un Paese solitamente ospitale come il Portogallo, dove vivono tantissime persone provenienti dalle nazioni soprattutto africane che fino al 1975 facevano parte di un vasto impero coloniale, il pericolo del razzismo e della xenofobia si è accentuato nell’ultimo periodo con fatti di cronaca violenta che hanno riguardato soprattutto le periferie di Lisbona e Porto, le due città più grandi, dove si sono scontrate con ferite e arresti persone di varia etnia con baby gang del posto.
Una sorta di razzismo culturale, se consapevole o meno lo giudicherà la storia, si è verificato anche in una delle istituzioni accademiche più autorevoli, la Universidade Nova di Lisbona. Un corso post laurea proprio sul “Il fenomeno del razzismo e della xenofobia”, organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza – e dall’Osservatorio del Razzismo e della Xenofobia -, è stato bloccato perché i docenti invitati a tenerlo erano tutti bianchi.
La preside di Legge, professoressa Margarida Lima Rego, ha dovuto correre ai ripari con una dichiarazione di scuse. “L’inclusione e la diversità – ha dichiarato - sono condizioni indispensabili per compiere la missione dell’Osservatorio del Razzismo e della Xenofobia, un’iniziativa nazionale prevista nel Piano Discriminazione 2021-2025, varato dal precedente Governo di centrosinistra. Il corso post-laurea è stato approvato a luglio dal consiglio scientifico, ma con un programma diversificato e inclusivo, soprattutto per quanto riguarda l’origine etnico-razziale dei docenti. Tra il momento dell’approvazione e la sua messa in funzione si sono verificati diversi cambiamenti. Il principale è stata l’indisponibilità di alcuni a svolgere l’insegnamento. Ciò ha portato ad aggiustamenti nel programma che hanno finito per non riflettere i principi di diversità e inclusione e quindi il mancato inizio”.
Sono stati i social media a scatenarsi dopo che erano apparsi i termini del master, soprattutto quando nel programma è apparso un corso dal titolo: “Esiste davvero il razzismo?”, considerato esso stesso razzista. “La comunità portoghese di origine africana – diceva uno dei commenti – si deve lamentare una volta di più di essere considerata invisibile”.
Molto duro il commento di Paula Cardoso, una delle maggiori attiviste nere del Portogallo, ideatrice della rete Afrolink. “Il corso e l’Osservatorio – ha dichiarato – non hanno alcun senso. E’ come una organizzazione che combatte la discriminazione contro le donne essendo composta da soli uomini”. Ma è proprio sulla formazione dell’Osservatorio del Razzismo e della Xenofobia che la giornalista si dichiara “scioccata” e “offesa”. Secondo lei, la “composizione dei formatori e l’approccio agli argomenti da dibattere formano una struttura che è di per sé razzista”.
La professoressa Lima Rego parla di “fallimento interno” e promette misure “affinché non possa accadere di nuovo”. Affermando altresì che “la facoltà e l’Osservatorio non hanno inteso minimizzare temi importanti e rilevanti per alcuna società, né discriminare le persone, per questo hanno deciso di sospendere il corso post-laurea che non procederà in questa direzione”. Ma rilanciando l’importanza dell’istituzione: “Formando l’Osservatorio, il consiglio scientifico della facoltà si è preso una grossa responsabilità: questo incidente ci aiuterà a riflettere su di esso e farlo crescere”. Su questo tema ha detto la sua anche Cardoso: “Sfideremo in modo ancora più forte l’esistenza dell’Osservatorio finché la sua composizione e la sua leadership non risponderanno a quanto espresso nel Piano di lotta al razzismo e alla discriminazione”.
Da parte governativa nessuna reazione. L’esecutivo minoritario di centrodestra guidato da Luis Montenegro non ha alcuna intenzione di alzare i toni su temi così delicati, anche perché per sopravvivere ha bisogno che il Partito socialista si astenga su alcune leggi che considera determinanti – come la prossima manovra economica – non fidandosi dell’appoggio di Chega, la forza di destra guidata da Andre Ventura che anche su immigrazione e integrazione si ispira al suo grande idolo...Matteo Salvini.