Sovraffollamento carceri: l'Associazione Luca Coscioni diffida le ASL per garantire il diritto alla salute

Con 102 diffide ha denunciato le gravi carenze nelle condizioni igienico-sanitarie degli istituti penitenziari. La stessa associazione annuncia anche un podcast, “Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe”

di AMBRA NARDI -
22 agosto 2024
Marco Cappato, Associazione Luca Coscioni

Marco Cappato, Associazione Luca Coscioni

L’Associazione Luca Coscioni ha denunciato le gravi carenze nelle condizioni igienico-sanitarie delle carceri. La segnalazione è stata lanciata nei giorni scorsi, con 102 diffide alle Direzioni Generali delle ASL delle città che ospitano i 189 istituti penitenziari italiani.

Si tratta di una serie di richiami presentati con l’intento di far rispettare alle aziende sanitarie gli obblighi legali: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie con l’obiettivo di controllare le condizioni relative all’igiene, la distribuzione dei servizi socio-sanitari e di agire qualora esse non fossero a norma. 

Un’iniziativa lanciata alla luce della pressoché totale mancanza – nel recente decreto carceri – di misure strutturali che abbiano il fine di garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia. Le diffide, tra le altre cose, ricordano come al 31 luglio 2024, 64 persone si siano tolte la vita negli istituti di pena. I suicidi, spesso, sono motivati dallo stress per le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari stracolmi, in situazioni esistenziali precarie e fuori norma: pulci e cimici nelle celle, nidi di piccioni negli spazi aperti non puliti, pessima qualità del servizi igienici, inadeguata ventilazione dei locali, mancanza di acqua calda, docce in comune con muffa e zone destinate al passeggio non adatte a creare condizioni di riparo dagli agenti atmosferici. 

Oltre a questi drammatici dati, devono aggiungersi i suicidi dei sette agenti della polizia penitenziaria per motivi legati al loro lavoro, appesantito e reso frustrante dalla cronica mancanza di personale.

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Il portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, al termine della visita alla casa circondariale di Perugia-Capanne dopo le diffide a 102 Asl da parte dell'associazione Coscioni (ANSA / Danilo Nardoni)

Un podcast sul sovraffollamento carcerario 

L’Associazione Luca Coscioni lancia il podcast “Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe”, prodotto in collaborazione con Eumans, per esplorare l'impatto del proibizionismo sul sovraffollamento carcerario e sulle condizioni di vita dei detenuti. Il progetto nasce con l’intento di offrire una lettura critica di questa tragica situazione: su 61.133 detenuti totali, 12.946 – pari al 34,1% del totale – sono in carcere per violazioni della legge sulle droghe del 1990, una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea del 18%.

Non solo, 17.405 detenuti sono registrati come tossicodipendenti, il 28,9% del totale, un ulteriore record negativo dai tempi della legge Fini-Giovanardi. L'articolo 73 del Testo unico sulle droghe ha causato 10.697 ingressi in carcere nel 2023, il 26,3% del totale, contribuendo in maniera significativa al sovraffollamento.

"Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe” riflette sulle gravi pressioni sul sistema penitenziario, analizzando statistiche, interventi di riduzione del danno, condizioni penitenziarie e le proposte legislative su cui costruire alternative alla ‘War on Drugs’. 

Carceri: sovraffollamento al 130% 

La diffida dell’Associazione Luca Coscioni arriva dopo il contestuale peggioramento delle situazioni carcerarie. Il 31 luglio è stato registrato un sovraffollamento al 130%, con punte che arrivano al 231,15% – come nel caso del carcere di San Vittore – a causa dell'inagibilità di diverse aree di detenzione. Sono 150 (pari al 79%) gli istituti con un indice di affollamento superiore al consentito che in 50 Istituti risulta superiore al 150%. 

La situazione di sovraffollamento risulta disomogenea su tutto il territorio nazionale, dove solo tre regioni si collocano al di sotto della soglia regolamentare. Questo divario è dovuto innanzitutto all’esigenza di salvaguardare la prossimità del collegamento tra detenuto e proprio nucleo familiare di provenienza, impedendo l'automatico trasferimento dei detenuti in regioni come il Trentino Alto Adige (il cui indice di sovraffollamento si attesta al 91%), la Sardegna (83%), la Valle d'Aosta (80%).

  • Regione Puglia - 144% (4.037 uomini e 220 donne)
  • Regione Lombardia - 143% (8.349 uomini e 464 donne)
  • Regione Friuli-Venezia Giulia - 140% (651 uomini e 27 donne)
  • Regione Veneto - 135% (2.513 uomini e 131 donne)
  • Regione Lazio - 129% (6.409 uomini e 433 donne)
  • Regione Molise - 129% (355 uomini)
  • Regione Basilicata - 125% (460 uomini)
  • Regione Emilia-Romagna - 124% (3.541 uomini e 172 donne)
  • Regione Campania - 120% (7.200 uomini e 331 donne)
  • Regione Liguria - 120% (1.268 uomini e 66 donne)
  • Regione Umbria - 119% (1.531 uomini e 69 donne)
  • Regione Calabria - 110% (2.918 uomini e 67 donne)
  • Regione Marche - 110% (905 uomini e 21 donne)
  • Regione Piemonte - 109% (4.186 uomini e 160 donne)
  • Regione Sicilia - 104% (6.497 uomini e 252 donne)
  • Regione Abruzzo - 101% (1.602 uomini e 88 donne)
  • Regione Toscana - 99% (3.059 uomini e 85 donne)
  • Regione Trentino-Alto Adige - 91% (426 uomini e 46 donne)
  • Regione Sardegna - 83% (2.128 uomini e 50 donne)
  • Regione Valle d’Aosta - 80% (146 uomini)