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La statua della donna che allatta bocciata dalla Commissione di esperti: “Non rappresenta valori condivisibili”. Polemica a Milano

Piazza Duse, Sala chiede una marcia indietro: «L’opera di Vera Omodeo non urta alcuna sensibilità”. I tecnici: “Starebbe meglio in un ospedale”. La figlia dell’artista: “Non rinchiuderemo la scultura”. Regione Lombardia disposta a ospitarla

5 aprile 2024

Non è stata ancora posizionata in piazza Duse ma ha già sollevato un vespaio, la statua in bronzo di una donna che allatta il suo bambino, perché “rappresenta valori certamente rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i cittadini, tali da scoraggiarne l'inserimento nello spazio pubblico”. Con questa motivazione la commissione di esperti del Comune di Milano, che ha il compito di valutare la posa di opere d'arte in spazi pubblici, ha bocciato all’unanimità la collocazione nella zona di Porta Venezia. Una motivazione che ha sollevato polemiche bipartisan da parte del centrodestra, ma anche del Pd che rappresenta la maggioranza in Consiglio comunale.

Il sindaco Beppe Sala
Il sindaco Beppe Sala

La statua della “discordia”

'Dal latte materno veniamo' è il titolo della statua che la famiglia dell'artista Vera Omodeo avrebbe voluto donare a Milano perché venisse esposta in una piazza, in particolare in quella dedicata ad un'altra donna, Eleonora Duse. Ma la commissione del Comune, non solo ha bocciato la proposta ma si è spinta a suggerire alla famiglia di donare la statua a “un istituto privato, ad esempio un ospedale o un istituto religioso, all'interno del quale sia maggiormente valorizzato il tema della maternità, qui espresso con delle sfumature squisitamente religiose”. Quelle della commissione comunale “sono motivazioni surreali – osserva la figlia dell'artista, Serena Omodeo –  Non ci interessa rinchiuderla, in città ci sono solo due statue dedicate a donne e questa è anche stata realizzata da un'artista donna. Inoltre una donna parzialmente nuda non mi sembra affatto un soggetto religioso. Grazie al sindaco e all'assessore se riusciranno a trovare una collocazione all'opera”.

Sala: “Non penso urti alcuna sensibilità”

Sorpreso dal parere della commissione il sindaco Giuseppe Sala, che promette: “Chiederò alla commissione stessa di riesaminare la questione, perlomeno ascoltando il mio giudizio perché non penso che urti alcuna sensibilità. Non voglio entrare nella logica della collocazione da una parte o dall'altra – aggiunge il primo cittadino – lascio all'assessore alla cultura Tommaso Sacchi di fare proposte, non so se sia la collocazione giusta, se ci sono altre idee. Però chiederò alla commissione di riesaminare, mi sembra un po’ una forzatura sostenere che non risponde a una sensibilità universale”. Sempre nel Pd, i consiglieri Alice Arienta e Luca Costamagna sottolineano come “la maternità come scelta di amore e libertà è un bene da tutelare e valorizzare. Non è cancellando la figura della maternità che si aiutano le donne”.

Regione Lombardia disponibile ad ospitare l’opera

Polemiche anche a destra, con Silvia Sardone, eurodeputata della Lega che spiega come “una mamma che stringe al petto un bambino non può offendere nessuno che sia dotato di un briciolo di cervello”. Mentre l'assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso osserva: "L'immagine della donna che allatta il figlio fa parte della nostra cultura identitaria e non può in alcun modo offendere la sensibilità delle persone. È bizzarro e incomprensibile – aggiunge – sostenere che tale decisione sarebbe motivata dal fatto che l'opera 'non risponda alla sensibilità universale’. L'allattamento è simbolo della maternità e di una sacralità che la storia dell'arte nel corso dei secoli ha saputo rappresentare con diversi capolavori. Auspico che il Comune possa fare una giusta valutazione. Regione Lombardia è e sarà sempre aperta a iniziative che valorizzino la cultura e l'arte in ogni sua forma e si rende disponibile, qualora il Comune non trovasse un luogo idoneo, ad ospitare l'opera.