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Home » Attualità » Statua dell’amicizia tra Ucraina e Russia demolita, a Kiev si decapita la storia

Statua dell’amicizia tra Ucraina e Russia demolita, a Kiev si decapita la storia

Il monumento sotto l'Arco dell'amicizia dei popoli nella capitale ucraina è stato smantellato. Il sindaco Vitaly Klitschko: "Questo posto sarà dedicato alla libertà dell'Ucraina". Nella capitale saranno abbattuti altri 60 monumenti e le strade saranno rinominate

Remy Morandi
27 Aprile 2022
A Kiev demolita la statua dell'amicizia tra Ucraina e Russia (Foto Ansa)

A Kiev demolita la statua dell'amicizia tra Ucraina e Russia (Foto Ansa)

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Insieme sorreggevano la stella dell’Ordine dell’Amicizia tra i popoli, quella che un tempo era l’onorificenza sovietica che veniva assegnata per aver compiuto sforzi di cooperazione e amicizia internazionale. Oggi, a circa tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, i due amici operai di bronzo, uno russo e l’altro ucraino, non ci sono più. La statua simbolo dell’amicizia tra Ucraina e Russia a Kiev è stata infatti decapitata e poi demolita.

A Kiev demolita la statua simbolo dell’amicizia tra Ucraina e Russia (Foto Ansa)

La statua, costruita nel 1982, era alta otto metri e si trovava sotto l’Arco dell’amicizia dei popoli a Kiev. Il monumento raffigurava un lavoratore ucraino e uno russo mentre sorreggevano la stella dell’Ordine dell’Amicizia tra i popoli. Ma adesso, come ha spiegato il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko, “questo posto non rappresenta più l’amicizia tra la Russia e l’Ucraina”. “La Russia – ha spiegato il primo cittadino della capitale ucraine mentre la statua veniva demolita – ci vuole distruggere, distrugge le relazioni, e dimostra che razza di amicizia sia”. Per questo motivo, il sindaco di Kiev ha deciso di dedicare “questo luogo alla libertà dell’Ucraina. Spero che il consiglio comunale di Kiev mi sostenga”, ha riferito all’Ansa Klitschko. La decisione è stata presa in seguito “alle uccisioni brutali e al desiderio (della Russia, ndr) di distruggere il nostro Stato”, ha aggiunto il primo cittadino.

Nel 2017 in occasione dell’Eurovision Song Contest l’Arco dell’amicizia dei popoli di Kiev fu dipinto come un arcobaleno e ribattezzato “Arco della diversità” (Foto Eurovision Song Contest)

Con l’abbattimento della statua degli operai russo-ucraino, ha inizio la demolizione dell’Arco dell’amicizia dei popoli eretto per celebrare il 60° anniversario dell’Unione Sovietica (fu costruito nel 1982). Già nel maggio del 2016 il governo ucraino aveva annunciato l’intenzione di smantellare l’arco. Al suo posto era stato previsto un memoriale dedicato ai reduci della guerra del Donbass. Fa strano pensare che in occasione dell’Eurovision Song Contest del 2017 quell’arco fu dipinto come un arcobaleno e ribattezzato Arco della diversità, che divenne tra l’altro simbolo della comunità Lgbt dell’Ucraina. Un anno dopo, nel 2018, su quell’arco alcuni attivisti posero un adesivo di una crepa, in segno della rottura dei rapporti tra Russia e Ucraina e in segno di sostegno ai prigionieri politici detenuti in Russia e in Crimea.

The statue under the “Friendships Arch” being taken down in Kyiv. Mayor told me Russia no longer a friend of Ukraine. Says here he would like to something that addresses Ukrainian freedom & independence. pic.twitter.com/tOYYNsQlvk

— Crystal Goomansingh (@cgoomansingh) April 26, 2022

Via altri 60 monumenti e strade rinominate a Kiev

Il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ha quindi comunicato che saranno smantellati altri 60 monumenti legati alla Russia e all’Unione Sovietica. Le autorità si stanno anche preparando a rinominare le strade i cui nomi sono associati alla Russia e alla Bielorussia. Volodymyr Bondarenko, segretario del Consiglio comunale di Kiev citato dal quotidiano Ukrayinska Pravda, ha dichiarato: “Sono stati identificati 279 elementi legati al Paese aggressore e ai suoi alleati che devono essere rinominati. Ma probabilmente ce ne sono di più. Attualmente siamo in attesa di suggerimenti da parte dei cittadini”. Il segretario del Consiglio comunale della capitale ucraina ha evidenziato che i progetti per la modifica dei toponimi dovrebbero essere pronti entro il prossimo 9 maggio. La città ha già compilato un elenco di 460 strade e testimonianze da rinominare per cancellare ogni memoria dell’invasore russo. Alla Reuters una giovane donna ucraina ha così commentato l’abbattimento della statua sotto l’Arco dell’amicizia dei popoli: “Non dovremmo avere alcuna relazione con la nazione degli aggressori. Nessuna amicizia, nessuna relazione, niente”.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Insieme sorreggevano la stella dell'Ordine dell'Amicizia tra i popoli, quella che un tempo era l'onorificenza sovietica che veniva assegnata per aver compiuto sforzi di cooperazione e amicizia internazionale. Oggi, a circa tre mesi dall'inizio della guerra in Ucraina, i due amici operai di bronzo, uno russo e l'altro ucraino, non ci sono più. La statua simbolo dell'amicizia tra Ucraina e Russia a Kiev è stata infatti decapitata e poi demolita.
A Kiev demolita la statua simbolo dell'amicizia tra Ucraina e Russia (Foto Ansa)
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Nel 2017 in occasione dell'Eurovision Song Contest l'Arco dell'amicizia dei popoli di Kiev fu dipinto come un arcobaleno e ribattezzato "Arco della diversità" (Foto Eurovision Song Contest)
Con l'abbattimento della statua degli operai russo-ucraino, ha inizio la demolizione dell'Arco dell'amicizia dei popoli eretto per celebrare il 60° anniversario dell'Unione Sovietica (fu costruito nel 1982). Già nel maggio del 2016 il governo ucraino aveva annunciato l'intenzione di smantellare l'arco. Al suo posto era stato previsto un memoriale dedicato ai reduci della guerra del Donbass. Fa strano pensare che in occasione dell'Eurovision Song Contest del 2017 quell'arco fu dipinto come un arcobaleno e ribattezzato Arco della diversità, che divenne tra l'altro simbolo della comunità Lgbt dell'Ucraina. Un anno dopo, nel 2018, su quell'arco alcuni attivisti posero un adesivo di una crepa, in segno della rottura dei rapporti tra Russia e Ucraina e in segno di sostegno ai prigionieri politici detenuti in Russia e in Crimea.

The statue under the “Friendships Arch” being taken down in Kyiv. Mayor told me Russia no longer a friend of Ukraine. Says here he would like to something that addresses Ukrainian freedom & independence. pic.twitter.com/tOYYNsQlvk

— Crystal Goomansingh (@cgoomansingh) April 26, 2022

Via altri 60 monumenti e strade rinominate a Kiev

Il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ha quindi comunicato che saranno smantellati altri 60 monumenti legati alla Russia e all'Unione Sovietica. Le autorità si stanno anche preparando a rinominare le strade i cui nomi sono associati alla Russia e alla Bielorussia. Volodymyr Bondarenko, segretario del Consiglio comunale di Kiev citato dal quotidiano Ukrayinska Pravda, ha dichiarato: "Sono stati identificati 279 elementi legati al Paese aggressore e ai suoi alleati che devono essere rinominati. Ma probabilmente ce ne sono di più. Attualmente siamo in attesa di suggerimenti da parte dei cittadini". Il segretario del Consiglio comunale della capitale ucraina ha evidenziato che i progetti per la modifica dei toponimi dovrebbero essere pronti entro il prossimo 9 maggio. La città ha già compilato un elenco di 460 strade e testimonianze da rinominare per cancellare ogni memoria dell'invasore russo. Alla Reuters una giovane donna ucraina ha così commentato l'abbattimento della statua sotto l'Arco dell'amicizia dei popoli: "Non dovremmo avere alcuna relazione con la nazione degli aggressori. Nessuna amicizia, nessuna relazione, niente".
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