Stupro di gruppo a Caivano, violentano due cugine di 13 anni: mostri di casa nostra

Dopo la violenza sessuale a Palermo nel napoletano, il caso delle adolescenti abusate da 6 ragazzi (solo uno è maggiorenne). L'allarme di Valente: "Frutto della cultura maschilista, non basta indignarsi"

di LETIZIA CINI
25 agosto 2023
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La cultura dello stupro. Un’ombra che si sta allargando sul nostro Paese, sulla quale è doveroso porre attenzione e sollevare interrogativi. Perché dopo gli ultimi episodi qualche domanda dobbiamo farcela. E sentirci chiamati in causa, dato che ad aver cresciuto questi adolescenti disperati, emuli dei protagonisti dei peggiori filmacci di serie Z, siamo noi.
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Mentre sono in corso le indagini sui 7 giovani che hanno violentato una 19enne e le loro chat dell’orrore, dal napoletano arriva notizia di un nuovo episodio allucinante

Mentre sono in corso le indagini sui 7 giovani che hanno violentato una 19enne e le loro chat dell’orrore (“Voleva farsi tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio. Come 100 cani sopra una gatta”), dal napoletano arriva notizia di un nuovo episodio allucinante.

Stuprano le cugine di 13 anni a Caivano

Due 13enni sarebbero state violentate da un gruppo di adolescenti: sei ragazzi, quasi tutti minori. Solo uno era maggiorenne: è stato individuato e stato fermato. Le hanno portate con l’inganno in un capannone isolato e poi hanno abusato di loro a turno, con una violenza inaudita. È successo al Parco Verde di Caivano, una delle zone più volente del Napoletano, tra le piazze di spaccio più grandi d’Italia in mano alla camorra. Quando un gruppo di adolescenti decide - e lo fa insieme, pensandoci, scrivendone in chat, parlandone - di portare due poco più che bambine, creature da difendere e tutelare, in un luogo nascosto per abusare di loro, vuol dire che il livello di infezione ha oltrepassato il livello d’allarme. Ancora rimbomba nelle coscienze l’episodio di Palermo e del branco di giovanissimi ’cani’ capaci di sbranare per puro divertimento il corpo e l’anima di una ragazza di 19 anni, colpevole di essersi fidata di chi conosceva. Le cronache e i social sono piene di reazioni indignate e sembra surreale emerga un episodio temporalmente più ’vecchio’ (risalirebbe all'inizio del luglio scorso) di violenza sessuale di gruppo da parte di giovanissimi su creature indifese, eppure è così.

Vittime e carnefici

La preoccupazione dev’essere doppia, quindi: per le vittime, naturalmente. Alle quali le ali sono state spezzate e passeranno la vita a ricostruire chiedendosi perché. E per i carnefici, ragazzini che hanno perso ogni valore e che gli stessi detenuti - vedi il caso dei 7 giovani siciliani - rifiutano. Eppure sono gli stessi bambini che abbiamo cresciuto a vitamine, aerosol, cibi biologici e buoni propositi. Cos’è andato storto? Chi o cosa ha inquinato il loro senso morale a tal punto? E perché nonostante la gravità dei reati c'è ancora chi difende e giustifica nonostante tutto?
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“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: le dichiarazioni di Billie Eilish

Qualcuno dà la colpa al porno - ormai a portata di mano e fruibile online da grandi e piccini come qualsiasi cartone animato - ma è come dire che gli omicidi aumentano perché gli adolescenti imparano a uccidere nei videogiochi e poi non sanno più riconoscere la finzione dalla realtà. Perà le implorazioni che sentono mentre abusano di un altro essere umano inerme e disperato, sono vere. I loro occhi terrorizzati, la voce rotta dal pianto. Com’è possibile che questi giovani uomini in formazione non siano capaci di provare pietà? E nemmeno di pentirsi, dopo, alla luce dell'enormità del gesto compiuto? Chiediamocelo, senza retorica, in cerca di una soluzione, per arginare quella che ha il sapore di un’ondata di mascolinità tossica, un atteggiamento confermato dai troppi casi di violenza sulle donne e femminicidi, fenomeni che non possono essere considerati occasionali.

Responsabilità e soluzioni

“È purtroppo un dato strutturale dei nostri tempi e della cultura che li attraversa, ancora tanto patriarcale e fallocentrica per cui la donna è un oggetto e il maschile mostra il suo potere e la sua identità anche attraverso atti e gesti di prevaricazione e sopraffazione“, sottolinea la presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidi e senatrice PD Valeria Valente.

L'allarme di a Valente

“Anzi, è forse proprio il percorso di emancipazione compiuto dalle donne, tutte le libertà e i diritti conquistati, a rendere questo tipo di mascolinità più fragile e insieme più feroce", prosegue su huffingtonpost.it . "Di fronte a uno stupro di gruppo così violento e alla forza immensa della vittima che trova il coraggio di denunciare, le istituzioni devono reagire con lucidità, secondo verità e giustizia e tutti siamo chiamati a maggiore consapevolezza. La lotta alla violenza contro le donne deve diventare una priorità assoluta per le istituzioni e può essere combattuta solo con unità di intenti e risorse adeguate, con lo stesso atteggiamento mostrato contro le mafie all’indomani delle grandi stragi. Proprio come quella contro la criminalità organizzata, anche questa è prima di tutto una battaglia culturale, dobbiamo saperlo".
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Un post della presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidi e senatrice PD Valeria Valente

Ma cosa impedisce all’Italia di avere una legge che istituisca l’educazione sessuale nelle scuole? "Nemmeno il Pd è riuscito a farla quando è stato al governo" aveva spiegato nei mesi scorsi la presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidi e senatrice PD Valeria Valente. "Nel 2017 quando eravamo al governo abbiamo emanato della linee guida, firmate dall’allora ministra dell’istruzione Fedeli. Il problema è che l’autonomia scolastica rende difficile monitorare la ricezione effettiva di queste indicazioni", le sue parole. "Con la Commissione d’inchiesta femminicidi abbiamo avviato un’indagine su come scuole e università si siano adeguate alle direttive, ne emerge che troppo spesso è tutto lasciato alla sensibilità del singolo dirigente d’istituto o insegnante. Bisogna approfondire questa indagine e trovare gli strumenti per rendere più cogenti queste disposizioni".

L'episodio si Caivano

La portata dell'ondata crescente di violenza giovanile è evidente in quanto accaduto nel Parco Verde di Caivano, una delle zone più volente del Napoletano. Tra le piazze di spaccio più grandi d’Italia in mano alla camorra si sarebbe consumato lo stupro di gruppo ai danni delle due 13enni, confermata anche dalle visite mediche effettuate in due diversi ospedali del napoletano. Al momento l'unico maggiorenne del gruppo sarebbe già stato individuato e fermato. La vicenda è riferita dal legale della famiglia delle bambine, l’avvocato Angelo Pisani, e risalirebbe alla prima metà di luglio.

Stupro, cosa succederà alle vittime?

Nel frattempo, per le due vittime è stato deciso l'allontanamento dal Parco Verde e ora vivrebbero in una casa famiglia. Le indagini sono andate avanti, in queste ultime settimane, nel più assoluto riserbo fino a quando è trapelata la prima indiscrezione. Gli inquirenti stanno procedendo all'analisi di alcuni telefoni cellulari per cercare di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.