Stupro a Palermo, la 19enne: "Sono stanca, mi state portando alla morte"

La vittima di violenza sessuale, torna a scrivere sui social: "Non ce la faccio più. Non ho voglia di lottare"

di MARIANNA GRAZI
29 agosto 2023
A Palermo 7 ragazzi sono indagati per violenza sessuale su una 19enne

A Palermo 7 ragazzi sono indagati per violenza sessuale su una 19enne

"Sono stanca, mi state portando alla morte". Una frase drammatica, se pensiamo che a pronunciarla, o meglio a scriverla, è stata una ragazza di appena 19 anni. La vittima di stupro al Foro Italico di Palermo, lo scorso 7 luglio, pubblica un altro sfogo sul suo profilo Instagram. E le sue parole, questa volta, dopo le accuse a chi la criticava per le foto postate sui suoi profili social nei giorni successivi all'avvio dell'indagine sui sette aggressori, ora la ragazza sembra rassegnata.

La 19enne: "Mi state portando alla morte"

"Io stessa, anche senza questi commenti, non ce la faccio più. Non ho voglia di lottare né per me né per gli altri. Non posso aiutare nessuno se sto così". Queste le parole della 19enne, che in quella terribile serata è stata prima fatta ubriacare alla Vucciria e poi 'accompagnata' in un capannone abbandonato dove i sette hanno abusato di lei. Tutti giovani uomini tra i 17 e i 22 anni, tra cui l'ex fidanzato della vittima. [caption id="attachment_97134" align="alignnone" width="1024"]stupro-palermo-19enne-sfogo Sul profilo Instagram dell'associazione Non una di meno Palermo la solidarietà alla 19enne[/caption] Lo stupro è stato anche ripreso in un video, fatto circolare in una chat tra gli indagati, che si sono anche vantati dell'orribile gesto compiuto sui loro profili social.  "Non serve a nulla continuare, pensavo di farcela ma non è così". La sua sembra un presagio di morte. Che purtroppo è rafforzato dalle parole che seguono: "Se riesco a farla finita porterò tutti quelli che volevano aiutarmi sempre nel mio cuore", prosegue la giovanissima vittima della violenza. Un suicidio annunciato, in pratica.

L'ennesimo sfogo sui social

Ma come si è potuti arrivare a questo punto? Il post è apparso sopra un commento in cui si diceva che la ragazza era consenziente, l'ennesimo in cui si discolpano i suoi carnefici attribuendole la responsabilità della violenza che lei stessa ha subito. Tre giorni fa, sempre dal suo account, la giovane si era scagliata contro chi (anche i familiari stessi di alcuni dei denunciati per lo stupro) le aveva mosso le accuse e critiche per aver pubblicato contenuti sul suo account TikTok. "Sinceramente sono stanca di essere educata, quindi ve lo dico in francese, mi avete rotto i c… con cose del tipo ‘ah ma fa i video su TikTok con delle canzoni oscene’, ‘è normale che poi le succede questo'", aveva scritto.
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Corteo di solidarietà per la ragazza violentata a Palermo

"Me ne dovrei fregare – aggiungeva – ma non lo dico per me più che altro se andate a scrivere cose del genere a ragazze a cui succedono cose come me, e fanno post come me, potrebbero ammazzarsi. Sapete che significa suicidio?", accusava. "Già sapevo che qualcuno avrebbe fatto lo scaltro, ma io rimango me stessa e manco se mi pagate cambio, perciò chiudetevi la boccuccia piuttosto che giudicare una ragazza stuprata". Quella scelta drastica, senza ritorno, fatta da alcune donne, anche molto giovani, che si sentono sopraffatte da quello che accade loro, dalla società pronta a giudicarle, a colpevolizzarle, che ora sembra avere su di lei un fascino inquietante.

La colpevolizzazione delle vittime

Anche perché purtroppo ch'è chi, anche in veste di giornalista, si permette di dire frasi del tipo: "Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche, perché poi il lupo lo trovi". Parole pronunciate da Andrea Giambruno, in forze a Rete 4 e compagno della premier Giorgia Meloni, che visto il polverone sollevato da queste sue affermazioni, ha cercato poi di fare marcia indietro.
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Andrea Giambruno replica alle critiche ricevute per le affermazioni sulle vittime di stupro a Palermo e Caivano

O meglio, invece di assumersene la responsabilità, ha cercato di giustificarsi. "Nelle ultime ore sta impazzando una polemica del tutto surreale" sostiene. Quindi "mi è doveroso precisare che nessuno, in questo luogo, ha giustificato l'atto, anzi sono stati utilizzati termini molto precisi come 'abominevole' per quanto riguarda l'atto e sono stati definiti 'bestie' gli autori di tale atto. Tutti coloro hanno utilizzato – continua Giambruno – in maniera strumentale e fuorviante, distorcendo la realtà", lo stanno facendo "o perché in malafede o perché hanno seri problemi di comprendonio". La replica alle critiche ricevute per le sue affermazioni sulle violenze sessuali avvenute a Palermo e a Caivano è arrivata durante la trasmissione "Il diario del giorno". Ma la giustificazione non è bastata a spegnere il fuoco delle polemiche, tanto che anche un collega giornalista ha voluto ribadire che non è contro la vittima che bisogna puntare il dito:
 
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Un post condiviso da Enrico Mentana (@enricomentana)

"Ok, la linea è questa: se esci di casa non puoi poi lamentarti che son venuti i ladri. Se vai allo stadio a fare il tifo non puoi sorprenderti perché dei violenti ti menano. Se esci col portafogli per fare la spesa e te lo rubano, beh te la sei cercata", scrive il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, sui social. Il commento è alle parole di Andrea Giambruno. "Se sei donna e vai in giro la sera in minigonna o senza reggiseno, se sei ancora fuori dopo mezzanotte, o se ti bevi un bicchiere di troppo, poi non stupirti se ti violentano. Ma se segui questa logica, e fai il giornalista in tv – conclude Mentana – che tu sia single o maritato, quando dici una fesseria col botto, e mezzo mondo ti salta addosso, sai bene a chi dare la colpa".

Schlein: "Solidarietà alla vittima"

Nelle stesse ore anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, interviene sulle frasi della 19enne apparse sui social: "Esprimo la mia solidarietà alla vittima dello stupro di Palermo, che non può, oltre a quello che ha vissuto, subire anche gli insulti infamanti di coloro che colpevolizzano la vittima. Questo non è accettabile". La politica dem ha risposto così ad una domanda sulle polemiche legate alle frasi del giornalista Andrea Giambruno. "Proviamo, su questo tema della violenza di genere, a mettere da parte la dialettica politica, anche aspra, tra maggioranza e opposizione e facciamo un grande lavoro di investimento - ha aggiunto Schlein -. La repressione non basta.
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La segretaria del PD esprime la sua solidarietà alla vittima di violenza sessuale di Palermo

Abbiamo dato la disponibilità a proseguire nel solco dell'ottimo lavoro svolto dalla commissione femminicidi che era stata presieduta da Valeria Valente. Molti di quei punti sono stati ripresi dalle proposte che la maggioranza sta portando avanti, ma non può mancare un investimento culturale sull'educazione alle differenze, a partire dalle scuole. Dobbiamo far capire sin dalle scuole che serve il consenso. Laddove non c'è il consenso, è sempre reato, è sempre una violenza, come dice anche una direttiva europea approvata di recente", ha concluso la segretaria del PD Schlein.