Il
trauma dello stupro "lascia segni per sempre". Per questo serve un approccio multidisciplinare a supporto della vittima. E soprattutto è fondamentale
non lasciarla sola e non colpevolizzarla per quanto accaduto. Ne sa qualcosa la
19enne violentata a Palermo lo scorso da 7 ragazzi, che ieri
ha rotto nuovamente il silenzio sulle critiche e le accuse che le sono state rivolte per aver postato, nelle settimane successive all'accaduto, immagini e sue foto sui social.
Le accuse alla vittima sui social
Un piccolo gruppo di haters, in confronto alle migliaia di persone che proprio attraverso le piattaforme hanno voluto dimostrarle
solidarietà e sostegno, ma pur sempre uomini e donne che hanno scelto chiaramente di fare di lei il capro espiatorio dell'orribile gesto che lei stessa ha subito. "
Chiudetevi la bocca piuttosto che giudicare una ragazza stuprata". Ha
risposto con queste parole a quanti in questi giorni, dopo l'arresto degli indagati, si sono lasciati andare a commenti sul suo look, sui video TitTok.
Il video dello stupro
A puntare il dito contro di lei sono gli stessi, probabilmente, che cercavano di recuperare su Telegram il video dello scempio, fino a rendere necessario l'intervento del Garante.
Video che, tra l'altro, è stato recuperato nella versione integrale da uno dei cellulari dei sette e, secondo gli inquirenti, il 22enne autore dello stesso avrebbe avuto
intenzione di venderlo online.
Gli inquirenti hanno recuperato il video integrale della violenza dal cellulare di un 22enne tra i 7 indagati: forse voleva venderlo online
"Invio i video solo a chi li dovevo mandare e poi li elimino", aveva infatti scritto uno dei ragazzi più grandi del gruppo ad un amico, raccontandogli anche i raccapriccianti particolari della violenza. Ma la replica era stata cauta: "Attento con quei video è che
poi spunta che l'avete stuprata?", rispondeva infatti l'interlocutore. "Io di questa storia non voglio sapere nulla", era il messaggio di chiusura della chat.
Lo sfogo della 19enne
"Me ne dovrei fregare" ha scritto nelle sue storie la ragazza, scagliandosi contro chi l'accusa di '
essersela cercata' prendendo come scusa le foto pubblicate sui suoi profili. "Ma non lo dico per me più che altro se andate a scrivere cose del genere a ragazze a cui succedono cose come me, e fanno post come me,
potrebbero ammazzarsi. Sapete che significa suicidio?", domanda amareggiata. Già, c'è chi si toglie la vita per quella che ritiene una vergogna, una ferita che non si potrà rimarginare, una lettera scarlatta incisa sulla pelle e perennemente visibile agli occhi di tutti. Sappiamo - da persone esterne - che non è così, ma provate a mettervi nei panni di chi, quella violenza sessuale, l'ha subita.
Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa, specializzata nel fenomeno della violenza contro le donne
Perché "il trauma dello stupro è sconvolgente e indicibile su corpo e mente, è uno sfregio emozionale e come un tatuaggio lascia segni per sempre".
"Per superare il trauma tecnica usata coi reduci del Vietnam"
Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa, specializzata nel fenomeno della violenza contro le donne che nel suo libro "D'improvviso si è spenta la luce" (Armando Editore) ha parlato di queste e della difficile strada per tornare a vivere, parla all'agenzia Dire degli
strumenti più efficaci nel sostegno alle vittime. Un fenomeno così devastante che si ricorre persino "all'
EMDR (dall’inglese
Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari,
ndr), una tecnica che ha dato buoni risultati, nata per terapia di supporto ai
soldati reduci dal Vietnam che avevano visto orrori di guerra.
Per cercare di far superare il trauma dello stupro alle donne si è dimostrata efficace la tecnica EMDR, utilizzata con i soldati reduci dal Vietnam
È necessario un approccio multidisciplinare, può rendersi necessario il
ricorso agli psicofarmaci - aggiunge l'esperta - a un ginecologo, perché sono donne che hanno grandi difficoltà ad avere rapporti sessuali, perché la penetrazione diventa ingestibile. Diventano come
una cassaforte chiusa, soffrono di alessitimia sembrano gelide e incapaci di provare emozioni", spiega ancora Ciaravolo. La dottoressa ci tiene a ricordare poi che quando parliamo di stupro "stiamo parlando di potere e dominio sulla
donna, che diventa oggetto nelle mani di un uomo che ne fa scempio, raramente c'è una componente sessuale. Forse ce ne è in quello che avviene con una, ma in quello di gruppo la fase sessuale è molto rara, quella che è forte è la componente del gruppo che esercita sopraffazione sulla vittima".