Nell'Italia che assiste, quasi quotidianamente, ad abusi e
aggressioni, a
femminicidi, ad
attacchi sessisti, si fanno piccoli ma significativi passi avanti per contrastare il fenomeno della violenza di genere. Mercoledì 16 febbraio, la
Commissione parlamentare di inchiesta sul
femminicidio al Senato ha approvato all'unanimità un'importante documento: la
Relazione sugli uomini autori di violenza di genere. In una nota congiunta la presidente
Valeria Valente (Pd), le relatrici Alessandra Maiorino (M5s) e Donatella Conzatti (Iv) e tutte le componenti della commissione di Palazzo Madama spiegano che si è trattato di un lavoro di approfondimento durato circa due anni, in cui sono stati sentiti esperti che operano nella prevenzione ed è state raccolte e catalogate pratiche e normative nazionali e internazionali in tema.
La Commissione Femminicidio al Senato approva la relazione sugli uomini autori di violenza di genere (Ansa)
La relazione: agire sugli uomini maltrattanti
La senatrice Alessandra Maiorino (M5S)
“Esprimiamo grande soddisfazione - affermano le senatrici - per il
coraggio dimostrato dalla commissione nel voler indagare il lato oscuro della violenza, quello cioè di chi
la violenza la agisce. È infatti necessario risalire alle
cause, affrontarle a viso aperto e lavorare per sradicare la cultura nella quale la violenza contro le donne trova il suo humus ideale. Questi sono gli obiettivi che perseguono i centri di ascolto per uomini autori di violenza già esistenti nel nostro Paese, la cui funzione cruciale è riconosciuta nel documento approvato.
Agire sui maltrattanti già ai primi segnali di violenza, indirizzarli a percorsi di trattamento volti a
decostruire stereotipi di genere e fornire strumenti di gestione dei propri sentimenti, significa applicare pienamente la
Convenzione di Istanbul, che all’art. 16 chiede agli Stati membri di proprio di istituire tali percorsi. La relazione sarà nei prossimi giorni discussa anche in Aula, per permettere a tutti i senatori e le senatrici di approfondire anche questo aspetto del contrasto alla violenza di genere”.
Ministra Bonetti: "Passo avanti nella prevenzione"
Sul risultato raggiunto mercoledì mattina in Commissione Femminicidio al Senato interviene dai suoi social anche la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia,
Elena Bonetti che sostiene si tratti di "un altro passo fondamentale nella
protezione e nella
tutela delle donne vittime di violenza, nel solco della Convenzione di Istanbul". Il richiamo, anche da parte sua, è appunto alla convenzione stipulata nella città turca nel 2011, ratificata da 45 Paesi e promossa dal Consiglio d’Europa in tema di prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Lo scorso anno aveva fatto scalpore l'uscita proprio del Paese ospitante e primo firmatario, la Turchia del presidente Erdogan. Tra gli 81 articoli della convenzione, al
sedicesimo (
Programmi di intervento di carattere preventivo e di trattamento) si invitano i Paesi ad adottare "
le misure legislative e di altro tipo necessarie per istituire o sostenere programmi rivolti agli autori di atti di violenza domestica, per incoraggiarli ad adottare comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali, al fine di prevenire nuove violenze e modificare i modelli comportamentali violenti".
La ministra per le Pari Opportunità Elena BonettiIl tema degli uomini maltrattanti infatti, anche secondo la ministra, è un nodo fondamentale per riuscire ad arginare il fenomeno della violenza. Per questo, sottolinea Bonetti nel post su Facebook, è importante ricordare quali sono le mosse già in atto all'interno delle istituzioni italiane: "È un punto che è stato ulteriormente rafforzato sia con gli interventi introdotti grazie a un emendamento di Donatella Conzatti alla legge di bilancio sia nel nuovo
disegno di legge che ho presentato a dicembre insieme alle Ministre Cartabia e Lamorgese. Dal Governo continuiamo a lavorare per sostenere e tutelare le donne, investendo in prevenzione, formazione e nel rafforzamento delle reti territoriali, con le strategie integrate per la parità di genere e di contrasto alla violenza, che il Presidente Draghi ha voluto strutturali per il Paese".
Il disegno di legge per l'istituzione dei Cam
Il disegno di legge Maiorino punta all’istituzione dei Centri di ascolto per uomini maltrattanti (Cam)
Ma le mosse del Parlamento in tema non si esauriscono qui. Mercoledì 16 febbraio stesso, mentre in Commissione Femminicidio veniva approvata la relazione sugli uomini autori di violenza di genere, in un'altra
Commissione al Senato, quella della
Giustizia, è iniziato l'esame del disegno di legge della senatrice
Alessandra Maiorino (Movimento 5 Stelle), per l'istituzione di percorsi di aiuto per gli uomini maltrattanti. La proposta di legge presentata dalla pentastellata a novembre 2021 punta all’istituzione dei
Centri di ascolto per uomini maltrattanti (Cam), cioè strutture che forniscono una guida e un supporto psicologico per quei soggetti maschili che si rendono conto di non riuscire a gestire le proprie relazioni ed emozioni e temono di diventare violenti o di esserlo già. "La violenza contro le donne è un problema che riguarda gli uomini, sono gli uomini che devono interrogarsi - spiega Maiorino - Finora si è agito solo sulla
protezione delle vittime senza ambire ad
andare alla causa del problema, che sono appunto
gli uomini violenti. È nostro dovere fare tutto il possibile per fermare la violenza fin dal suo primo manifestarsi, senza aspettare che l'escalation raggiunga il suo apice più drammatico. Questo è l'obiettivo dei centri di ascolto per uomini maltrattanti - conclude la senatrice - oggetto della relazione approvata in commissione femminicidio e del disegno di legge a mia prima firma, su cui ieri la commissione giustizia ha iniziato il suo esame". Aiutare gli uomini che maltrattano, picchiano, molestano, uccidono le donne non è un controsenso. È l'unica soluzione per estirpare alle radici la malerba della violenza di genere. Se non si affronta il problema alla base, ovvero dal punto di vista dell'uomo maltrattante, frutto di stereotipi e di una visione patriarcale e maschilista ben radicata nella società italiana, non saranno mai sufficienti gli interventi - sempre tardivi - per sopperire alle conseguenze delle loro azioni e proteggere - quando possibile - le donne vittime.