Perugia, 14 novembre 2024 - "Ci siamo riusciti. Non ci credevo che avessi ottenuto la libertà di morire in Italia. Oggi finalmente, grazie all’ultima sentenza della Corte costituzionale (135/2024) ci godiamo un po' di gioia: sono libera di scegliere quando staccare la spina". Laura Santi, 50enne di Perugia, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, ora potrà decidere: dopo due anni dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo per ottenere una risposta da parte della azienda sanitaria umbra, è arrivata la relazione della commissione medica che attesta il possesso da parte della donna di tutti e quattro i requisiti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale sul caso CappatoDj Fabo che in Italia ha legalizzato il suicidio assitito.
Laura è dunque la prima cittadina umbra, e la nona persona in Italia, a ottenere il via libera per l’accesso alla morte volontaria assistita e approfitta di questa "vittoria" per lanciare un messaggio anche alla politica. "Visto che siamo alla vigilia delle regionali, farei un appello alle due candidate alla presidenza della Regione a contemplare nei loro programmi questo tema e a tradurlo in legge regionale. "Pensateci, non è argomento di destra o di sinistra. Tanti governatori del Nord l'hanno portato avanti. Ci potete pensare che questa è la cura palliativa migliore che esista? Mi auguro pertanto che il prossimo Consiglio regionale voglia finalmente discutere e approvare la legge “Liberi Subito”, come chiediamo insieme all’Associazione Luca Coscioni da 2 anni" .
Il percorso: per individuare farmaco e modalità per procedere, dalla Direzione Sanitaria con una rappresentanza della Commissione medica, è stato richiesto un incontro che avverrà nelle prossime settimane. La relazione medica ha riconosciuto, dunque, che Laura Santi è capace di autodeterminarsi; affetta da una patologia irreversibile; che provoca sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili; dipendente da trattamenti di sostegno vitale.
"In particolare, la commissione medica - riferiscono Marco Cappato e Filomena Gallo, dal team Coscioni che assiste Laura - ha confermato la presenza di questo ultimo requisito, inizialmente non riconosciutole, anche sulla base dell’ultima sentenza della Corte costituzionale dove la stessa Santi era intervenuta nel giudizio in Corte costituzionale ed era stata ammessa- secondo cui alcune procedure che si rivelino in concreto necessarie ad assicurare l’espletamento di funzioni vitali del paziente, al punto che la loro omissione o interruzione determinerebbe prevedibilmente la morte del paziente in un breve lasso di tempo, dovranno certamente essere considerate quali trattamenti di sostegno vitale”.