Nell’isola del Mar della Cina una legge del 2019 ha permesso per la prima volta il matrimonio tra persone dello stesso sesso, diventando il primo Paese nel continente asiatico a sancire questo diritto. In termini di adozioni, però, la questione si presenta molto più complicata per le coppie gay. Wang Chen-wei e Chen Chun-ju sono due uomini e abitano a Taipei, la capitale di Taiwan. Stanno insieme da 16 anni e il loro sogno, oltre quello di poter celebrare il proprio amore in matrimonio come qualsiasi coppia composta da uomo e donna, era di poter avere dei figli. Se il primo desiderio è stato reso possibile con una legge apposita del 2019, prima nel suo genere in tutto il continente, il secondo risultava ancora negato. A Taiwan oggi l’adozione è una prerogativa consentita soltanto alle coppie etero e ai singoli individui che possono farne regolare richiesta. Per due coniugi dello stesso sesso l’unica soluzione possibile è di divorziare, affinché uno dei due, in quanto single, possa adottare un bambino o una bambina. La coppia può poi risposarsi, ma il coniuge non avrebbe nessun legame di tutela e parentela legale con il figlio adottato dal compagno o dalla compagna.
Nel caso di Wang e Chen, riportato dal quotidiano inglese “The Guardian”, i due hanno ritardato le proprie nozze per completare le procedure di adozione di una bambina e portare il caso in aula dopo il matrimonio. La sentenza del tribunale dei minori di Kaohsiung del 25 dicembre ha dato ragione alla coppia, stabilendo che la legge in vigore non proibisce espressamente l’adozione di un figlio già adottato da uno dei due, permettendo a Chen di adottare la bambina e di essere registrato come padre assieme a Wang. Una sentenza “coraggiosa”, la ha definita Chu Chiajong, direttore della Ong “Taiwan Lgbt Family Rights Advocacy”, che prende in considerazione “i diritti del bambino, non solo di una coppia Lgbt”. “Le famiglie adottive gay sono costrette a scegliere tra figli e coniugi e tra adozione e matrimonio”, hanno scritto Chen e Wang su Facebook poco dopo aver firmato i documenti di adozione.Nonostante la battaglia non sia finita (una legge su questo tema, scritta dalla legislatrice Fan-Yun,è in stallo da oltre un anno al parlamento di Taipei) la coppia ha espresso la propria soddisfazione. “Spero che la nostra prima storia di vittoria come coppia gay – ha dichiarato Chen – serva a fondamento per il trattamento giusto ed egualitario per altre famiglie Lgbt”.
“Io ho tutto adesso. Sono sposato proprio come le coppie eterosessuali e posso avere dei figli miei –dichiarato Wang secondo il tabloid inglese –Ma noi siamo nati per avere e gioire di tutto questo, il nostro caso non è una carità. Non avremmo dovuto lottare per esso”. Ma il percorso di Wang e Chen non si ferma. I due avrebbero sempre desiderato avere due figli. Ora che sono sposati, non possono più fare richiesta, e anche in caso di divorzio sarebbero costretti a ricorrere al tribunale e combattere per una seconda adozione. La speranza, dice Chen, è che la loro storia possa essere un’ispirazione e un primo passo per garantire un trattamento più giusto ed equo per le famiglie Lgbt nel loro Paese. La loro storia, in realtà, rappresenta un esempio per il mondo. In Italia, per esempio, non c’è più dubbio sull’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali dal 2016, quando è stata la Corte di Cassazione a riconoscere la liceità dell’atto. Tuttavia, non esiste una legge specifica in tal senso. Ad oggi, due coniugi gay possono unirsi civilmente grazie alla legge Cirinnà, ma anche in tal caso sono loro precluse due possibilità per adottare: non possono adottare minori in stato di abbandono (adozione internazionale) e soprattutto non possono procedere ad adozione co-parentale, ovvero adottare il figlio del partner, la cosiddetta “stepchild adoption”. Su questo punto è però intervenuta la giurisprudenza: in molte occasioni i giudici hanno concordato la possibilità per compagno/a del genitore naturale di adottare il di lui/lei figlio, diventandone il genitore sociale. La storia di Wang e Chen,che viene dall’altra parte del pianeta, ci insegna quanto il caso di un singolo, possa essere di esempio per l’umanità.