A sette anni dall’entrata in vigore della legge, approvata anche grazie al lavoro dell’Associazione Luca Coscioni, il testamento biologico rimane ancora un diritto poco conosciuto. Si tratta di una disposizione che permette di decidere in anticipo quali trattamenti accettare o rifiutare nei casi di malattia grave o perdita di coscienza: può essere redatta come documento scritto o video e depositata presso un Comune o un notaio; inoltre, è possibile nominare un fiduciario che garantisca il rispetto delle volontà espresse.
Nonostante sia previsto per legge, non è mai stata condotta una campagna informativa istituzionale su questo strumento, lasciando gran parte dei cittadini inconsapevoli della sua esistenza. Inoltre, il Ministero della Salute non ha ancora pubblicato la relazione annuale prevista dalla legge 219/2017, scaduta il 30 aprile scorso, che permetterebbe di valutare lo stato di applicazione della normativa.
La disposizione anticipapta di trattamento
Un’altra previsione di legge ancora non rispettata riguarda la possibilità di deposito delle DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) nelle strutture sanitarie: ad eccezione di alcune in Toscana ed Emilia-Romagna, dopo 7 anni dall’entrata in vigore della legge non risultano cliniche che le raccolgano. L’associazione Luca Coscioni ha quindi richiesto di poter prendere visione degli atti per ottenere dai Comuni italiani dei dati aggiornati. Da questi emerge che fino al 31 dicembre 2023 sono state registrate 230.940 disposizioni anticipate di trattamento (DAT) in 6.097 Comuni, che corrisponderebbero a una ogni 191 maggiorenni. A queste vanno aggiunte quelle depositate presso notai, strutture sanitarie e uffici consolari, per cui non ci sono dati disponibili.
La denuncia di Cappato
“Lo Stato non può continuare a restare in silenzio su un diritto così importante per la vita delle persone — dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell'Associazione —. Anche sul testamento biologico, come già accade per la morte volontaria medicalmente assistita, ci troviamo costretti a sostituirci alle istituzioni per informare e assistere i cittadini rispetto a una realtà sociale sempre più significativa. Chiediamo al ministro Schillaci di avviare la campagna di informazione pubblica prevista dalla legge. Tollerare l’attuale situazione di disinformazione equivale nei fatti a sabotare la legge in ragione di un’ostilità ideologica”
“Particolarmente grave è anche il mancato rispetto degli obblighi di trasparenza previsti dalla legge – aggiungono –: la Relazione annuale al Parlamento sullo stato di applicazione della normativa, prevista per il 30 aprile, non è stata ancora pubblicata dal Ministero della Salute. Questa assenza priva i cittadini e le istituzioni di dati fondamentali per valutare l'effettiva applicazione del diritto e per individuare eventuali criticità”, denunciano Gallo e Cappato.
La risposta dell’associazione
L'Associazione Luca Coscioni, per far fronte a queste lacune, ha rilanciato la campagna informativa "Maramiao", con un video narrato da Giobbe Covatta che spiega il testamento biologico in modo chiaro e accessibile. Il supporto del Numero Bianco dell’Associazione continua a offrire supporto gratuito ai cittadini su eutanasia, suicidio assistito, interruzione delle terapie, sedazione palliativa e testamento biologico. Attivo dal 2019, ha raccolto complessivamente 4.839 richieste di assistenza su questi temi. Nel solo 2024, il servizio ha ricevuto 1.574 chiamate, con una media di 131 al mese, pari a circa 4 richieste al giorno. Questo trend si è confermato nel 2025: a gennaio si sono registrate 131 richieste, mantenendo una media giornaliera costante.
Grazie al Numero Bianco, l’Associazione continua a sopperire all'assenza di un'informazione istituzionale chiara, garantendo un accesso immediato a chi desidera far valere i propri diritti di fine vita.