Torino, ragazza rom di 14 anni denuncia la famiglia: "Mi picchiano se non rubo"

di REMY MORANDI -
1 febbraio 2022
Campo rom

Campo rom

Mi picchiano se non rubo. Ora basta”. Camilla (nome di fantasia) è una ragazza di 14 anni di origini rom. Nel 2018 si presenta in una caserma dei carabinieri a Torino per chiedere aiuto. La giovane racconta ai militari che la sua famiglia la costringe ad andare a rubare. E che ogni volta che non lo fa o torna a casa a mani vuote, viene picchiata. Sono passati tre anni da quella denuncia, e adesso Camilla vive in una comunità protetta, mentre la famiglia - ossia il padre, il nonno e gli zii paterni - è finita sotto processo.

I furti a Torino e l'ultimo colpo da 800 euro in un supermercato

La ragazza racconta ai carabinieri che la famiglia la obbligava ogni giorno a commettere furti in giro per la città, dai supermercati ai centri commerciali. Se tornava a casa senza la refurtiva, veniva punita, picchiata e insultata dalla famiglia che la costringeva quindi a rimanere a casa ad occuparsi delle faccende domestiche. E ogni giorno la storia si ripresentava. Tra gli ultimi furti, racconta la ragazza ai carabinieri, ci sarebbe stato un colpo da 800 euro in un negozio di un centro commerciale a Torino. Anche in quell'occasione, fu la famiglia - sostiene Camilla - ad averla obbligata a rubare. E visto che era riuscita nell'impresa, quella sera i parenti si sarebbero complimentati con lei e non la avrebbero picchiata, come invece succedeva quando Camilla tornava a casa a mani vuote.

La famiglia, sotto processo, respinge le accuse: "È pazza"

Camilla ha dunque deciso di dire basta a quella vita, di furti commessi e violenze subite. Non ne poteva più di vivere così, non potendo trascorrere le giornate come meglio credeva, lontane da quelle abitudini portate avanti dalla famiglia. "Io non voglio più rubare, non ho nessuna intenzione di fare questa vita", racconta Camilla ai carabinieri. La famiglia della ragazza di 14 anni è ora finita sotto processo. Il padre, il nonno e gli zii paterni negano ogni accusa - maltrattamenti aggravati - e a loro volta si difendono accusando la giovane di essere "instabile" mentalmente. Ma ciò non risulta dalle perizie psichiatriche. Anzi, i medici sostengono che Camilla ha solo bisogno di essere seguita e aiutata ad andare avanti e a iniziare una nuova vita.

Roma, il bimbo rom di 11 anni che denunciò la mamma

Una vicenda simile alla ragazza torinese di 14 anni è quella che vede protagonista un bambino di 11 anni di origini rom. Siamo a Roma, Tor Sapienza. Sono i primi giorni di settembre 2021. Come riportato dal quotidiano Leggo, un giorno il piccolo si reca alla caserma dei carabinieri per denunciare i maltrattamenti subiti. Anche lui veniva costretto dalla mamma e dai fratelli, sotto botte e minacce, a chiedere l'elemosina e a frugare in giro. "Mi picchiano con violenza, da 4 anni. Ora basta", avrebbe raccontato il bambino di 11 anni ai militari. "Mia madre mi mena a calci e pugni in testa e dietro la schiena se mi rifiuto di andare a cercare il ferro e il rame in giro per i cassonetti. Dopo la quinta elementare volevo continuare a studiare ma non mi hanno voluto più mandare a scuola per farmi lavorare. Non posso nemmeno riposarmi perché mia madre mi picchia se dormo", avrebbe aggiunto il piccolo. I carabinieri, dopo averlo ascoltato, si sarebbero mossi immediatamente, informando il Tribunale dei Minori su quanto accaduto. Così la madre di 36 anni venne arrestata e portata nel carcere di Rebibbia con l'accusa di maltrattamenti.