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Mi picchiano se non rubo. Ora basta”. Camilla (nome di fantasia) è una
ragazza di
14 anni di origini
rom. Nel 2018 si presenta in una caserma dei carabinieri a Torino per chiedere aiuto. La giovane racconta ai militari che la sua
famiglia la costringe ad andare a rubare. E che ogni volta che non lo fa o torna a casa a mani vuote, viene picchiata. Sono passati tre anni da quella denuncia, e adesso Camilla vive in una
comunità protetta, mentre la famiglia - ossia il padre, il nonno e gli zii paterni - è finita
sotto processo.
I furti a Torino e l'ultimo colpo da 800 euro in un supermercato
La ragazza racconta ai carabinieri che la famiglia la obbligava ogni giorno a commettere
furti in giro per la città, dai
supermercati ai
centri commerciali. Se tornava a casa senza la refurtiva, veniva punita, picchiata e insultata dalla famiglia che la costringeva quindi a rimanere a casa ad occuparsi delle faccende domestiche. E ogni giorno la storia si ripresentava. Tra
gli ultimi furti, racconta la ragazza ai carabinieri, ci sarebbe stato un colpo da
800 euro in un negozio di un centro commerciale a Torino. Anche in quell'occasione, fu la famiglia - sostiene Camilla - ad averla obbligata a rubare. E visto che era riuscita nell'impresa, quella sera i parenti si sarebbero complimentati con lei e non la avrebbero picchiata, come invece succedeva quando Camilla tornava a casa a mani vuote.
La famiglia, sotto processo, respinge le accuse: "È pazza"
Camilla ha dunque deciso di dire basta a quella vita, di furti commessi e violenze subite. Non ne poteva più di vivere così, non potendo trascorrere le giornate come meglio credeva, lontane da quelle abitudini portate avanti dalla famiglia. "
Io non voglio più rubare, non ho nessuna intenzione di fare questa vita", racconta Camilla ai carabinieri. La famiglia della ragazza di 14 anni è ora finita sotto
processo. Il padre, il nonno e gli zii paterni negano ogni accusa -
maltrattamenti aggravati - e a loro volta si difendono accusando la giovane di essere "instabile" mentalmente. Ma ciò non risulta dalle perizie psichiatriche. Anzi, i medici sostengono che Camilla ha solo bisogno di essere seguita e aiutata ad andare avanti e a iniziare una nuova vita.
Roma, il bimbo rom di 11 anni che denunciò la mamma
Una vicenda simile alla ragazza torinese di 14 anni è quella che vede protagonista un
bambino di 11 anni di origini rom. Siamo a Roma, Tor Sapienza. Sono i primi giorni di settembre 2021. Come riportato dal quotidiano
Leggo, un giorno il piccolo si reca alla caserma dei carabinieri per denunciare i maltrattamenti subiti. Anche lui veniva costretto dalla mamma e dai fratelli, sotto botte e minacce, a chiedere l'elemosina e a frugare in giro. "
Mi picchiano con violenza, da 4 anni. Ora basta", avrebbe raccontato il bambino di 11 anni ai militari. "Mia madre mi mena a calci e pugni in testa e dietro la schiena se mi rifiuto di andare a
cercare il ferro e il rame in giro per i cassonetti. Dopo la quinta elementare volevo continuare a studiare ma non mi hanno voluto più mandare a scuola per farmi lavorare. Non posso nemmeno riposarmi perché mia madre mi picchia se dormo", avrebbe aggiunto il piccolo. I carabinieri, dopo averlo ascoltato, si sarebbero mossi immediatamente, informando il Tribunale dei Minori su quanto accaduto. Così la madre di 36 anni venne arrestata e portata nel carcere di
Rebibbia con l'accusa di maltrattamenti.