In Afghanistan impossibile seguire in tv le gare femminili di Parigi 2024

L’appello dell’ong Begum perché a Kabul vengano trasmesse tutte le competizioni, non solo le maschili, come scelto dalla tv locale a cui il Cio ha affidato l’esclusiva delle trasmissioni, che invece ritiene “scandalose e immorali” le divise di alcune atlete

29 luglio 2024
Atlete di beach volley a Parigi 2024

Atlete di beach volley a Parigi 2024

Una ong afghana impegnata nella tutela dei diritti delle donne ha lanciato un appello al Cio affinché “consenta alle donne afghane di seguire in tv le gare femminili”, aggirando le regole della tv locale che ha ottenuto l'esclusiva e che ritiene “scandalose e immorali” le divise delle atlete.

È stato il Comitato olimpico stesso a concedere i diritti di trasmissione a una emittente di Kabul che, per rispetto dei più rigidi dogmi morali che vogliono le donne completamente coperte, hanno deciso di mostrare solo le gare maschili in corso ai Giochi. Impedendo così alle cittadine afghane di assistere alle competizioni, anche a quelle delle connazionali, alcune delle quali abbiamo visto sfilare nella Cerimonia d’Apertura, non tutte con il velo islamico. Christian Marie, della ong per i diritti delle donne Begum, ha quindi avanzato la richiesta dalle pagine di Libération affinché il Cio consenta all'emittente dell’organizzazione, Begum TV, di trasmettere dalle Olimpiadi tutte le gare sul territorio di Kabul, anche quelle femminili in cui magari si vedono le atlete in pantaloncini e top o in costume.

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La squadra afghana alla cerimonia di Apertura di parigi 2024 (Hannah Peters/Pool via REUTERS)

 Il 15 agosto 2024 segnerà il terzo anniversario della presa di Kabul da parte dei Talebani ed è molto probabile che l'evento passi inosservato tra i festeggiamenti per Giochi Olimpici appena conclusi (la Cerimonia di Chiusura sarà l’11 agosto). Tuttavia, mentre la Francia e il mondo celebrano lo sport, l’universalità, il rispetto, la solidarietà, la fratellanza e la sorellanza, è importante non dimenticare l’inferno in cui vivono quotidianamente le donne afghane, i cui diritti umani vengono calpestati nella più totale indifferenza. Basta ricordare che è stato vietato loro partecipare alla vita politica, studiare oltre la scuola elementare, lavorare fuori casa, viaggiare da sole, utilizzare parchi, palestre e persino saloni di bellezza.

È per loro che Hamida Aman, fondatrice dell'ng Begum, che lavora per l'emancipazione femminile  e l'istruzione delle bambine in Afghanistan, ha portato la fiamma olimpica il 14 luglio nel cuore della Sorbona, la Mecca del sapere e dell'apprendimento, di cui tutte le studentesse sono private in questo Paese, uno dei più poveri al mondo, dove più di tre quarti della popolazione femminile non sa ancora né leggere né scrivere.